Inizialmente,
si segue la carrareccia che costeggia il Rio Lagorài, assai
impetuoso e ricco di acqua ad inizio stagione, si superano alcuni bivi
segnalati che conducono verso la stazione intermedia dei vicini impianti
del Cermis, fino ad arrivare ad un ponte carrabile in
corrispondenza del quale la carrareccia fa un bivio (località Le Màndre).
Qui occorre proseguire diritto e affrontare la parte più ripida della
strada sterrata (in alcuni punti lastricata) fino ad incontrare sulla
sinistra prima un dosso roccioso solatio e molto panoramico (cascata)
e quindi un bivio a sinistra con indicazioni per "Malga Fratòn".
Oramai con minor pendenza, si arriva ben presto ad un ponticello che
scavalca il Rio Lagorài nel punto in cui precipita nella bella
cascata, e ci si immette nella vasta spianata occupata dal Lago
Lagorài (1870 m) e dall’omonima malga (aperta: fontana, camino, legna e
brande). Fin qui calcolare h 2,00
circa da dove termina l'asfalto (h 1,00
partendo dalla sbarra posta più in alto).
Costeggiato il lago sul suo lato destro, si oltrepassa la malga e
si prosegue dritti per la stradina, che ben presto si trasforma in
sentiero, risalendo con moderata pendenza il vallone;
risalitolo per circa due terzi, tabelle C.A.I. invitano a deviare verso
sinistra per un buon sentiero che, con pendenza sempre moderata, si
inoltra nella amena Valle
dei Laghetti. Oltre un dosso il sentiero attraversa il Rio Lagorài, che qui si impaluda leggermente, per ricominciare a salire
verso la pietrosa conca che ospita i due Laghetti di Lagorài (2270
m).
Oltre i
laghetti
(ottimi per una sosta con annesso pisolino ...) la traccia prosegue fino
all’ampia insellatura di Forcella Lagorài (2372 m, h
1,30 dalla Malga Lagorài), ove si trovano ancora abbondanti resti di
opere belliche e da dove lo sguardo può spaziare sia verso la Cima
d’Asta, sia verso la bella valletta appena risalita.
Dalla
forcella si trascura a sinistra la traccia per Forcella dei Pieròni (vedi
anche itinerario Monte
Lastè de le Sute) e ci si dirige verso destra, imboccando il sentiero n° 321
diretto verso la Forcella di Buse dell’Oro, e seguendolo per un
poco, fino ad oltrepassare una piccola conca. Trascurate alcune labili
tracce di guerra che si staccano sulla sinistra, quando il sentiero
ricomincia a salire si imbocca un evidente sentiero (ometto) che risale a
zigzag i pendii settentrionali del monte. Dopo un paio di tornanti occorre
trascurare la traccia che taglia in costa (diretta verso l’erbosa
forcella tra la Cima di Lagorài e il Cimòn di Busa della Neve)
e proseguire la salita che, in breve, porta all’intaglio tra le due
sommità della Cima di Lagorài. Da qui, in pochi minuti, sulla quota più elevata della
Cima di Lagorài (2530 m, h 0,30
dalla Forcella Lagorài), caratterizzata da un grosso ometto di sassi; ampio il panorama da un
lato sui verdi
pendii che scendono verso il Passo Cinque Croci (sui quali
troneggia la mole di Cima
d’Asta), dall’altro sulla petrosa conca che ospita i Laghetti
di Lagorài e soprattutto sul vicino Cimòn
di Busa della Neve.
Dalla cima si scende per un poco lungo
il sentierino percorso all’andata, fino ad incontrare una debole traccia
che, mantenendosi in quota, aggira alcune formazioni rocciose fino a
calare alla marcata forcella tra Cima di Lagorài e Cimòn di Busa
della Neve (h 0,20 circa). Qui si
poteva anche arrivare percorrendo la traccetta, più facile e marcata ma
più bassa, lasciata sulla destra dopo pochi tornanti durante il percorso
di salita.
Giunti, in un modo o nell’altro, all’intaglio, ci si
ricongiunge ad una più marcata traccia che, traversando i pendii sottostanti
le quote più orientali del Cimòn di Busa della Neve, si dirige all'evidente
sentiero di guerra che risale a zigzag l’erboso canale compreso tra le
quote principali della montagna (canale raggiungibile anche deviando
direttamente dal sentiero n° 321,
ometto su grosso masso).
Risalito il canalone e guadagnata l’alta
selletta (h 0,20), per un evidente
sentierino sulla sinistra si arriva in breve sulla quota 2553, dove si
rintracciano abbondanti
resti di trinceramenti e opere belliche sull’erboso versante
meridionale. Più interessante è, invece, la salita alla quota 2578:
dalla selletta si imbocca sulla destra (ometto) una traccetta di guerra
(in parte franata) che sale tra i blocchi accatastati che costituiscono la
sommità del monte. Si supera un breve e facile diedrino roccioso e,
aiutati da qualche ometto, si prosegue per scalette formate da grossi
massi fino ad arrivare sull’aerea
sommità del Cimòn di Busa della Neve (2578 m, h
0,15 dalla selletta).
Per la discesa, occorre tornare sui propri passi
percorrendo a ritroso la traccia militare presente nel canalone fino a
ricongiungersi col sentiero n° 321;
da qui, lungo il percorso seguito all’andata, nuovamente al punto di
partenza in h 2,00 circa.