Giro del Lago di Costabrunella

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 014

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO LAGORÀI-CIMA D'ASTA)

SCHEDA N. 25

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Trento Nord (uscita della A22 del Brennero) si risale la prima parte della Valsugana fino a Borgo Valsugana. Poco oltre l'abitato si prende a sinistra la deviazione per Strigno: oltre il paese, si passa da Bièno, si supera il modesto Passo Forcella (912 m) e si scende a Pieve Tesìno (16,5 km da Borgo).

Da qui si imbocca la carrozzabile asfaltata della Val Malène che, in circa 9 km, conduce al bel ripiano prativo di Malga Sorgazza (1450 m), dove c'è un grande parcheggio.

 

ITINERARIO

Poco prima di giungere alla malga, dalla strada asfaltata stacca la traccia segnata (n° 328, tabelle) che, passando sotto le funi dell’impianto della ovovia ENEL a servizio della diga di Costabrunella, conduce all’omonimo lago. 

Il sentiero si inoltra nel bosco di abeti procedendo all’inizio con pendenza moderata; si supera un bivio con una deviazione per la vicina Malga Sorgazza e si continua a salire, incontrando di tanto in tanto radure ricche di mirtilli. La pendenza comincia ad aumentare e, proseguendo oltre, si rinvengono dei vecchi paracarri, muretti si sostegno ed altre opere che fanno presupporre che il sentiero si sviluppi lungo una ex carrareccia militare. A poco a poco la vegetazione dirada e, dopo circa un ora, a quota 1800 m circa, si esce dal bosco per incontrare poco dopo un bivio segnalato: verso sinistra si va al Dogo di Quarazza, mentre a destra si prosegue per il Lago di Costabrunella. 

Seguendo quest'ultima direzione, si esce su bei prati e si superano i ruderi della Malga Val del Lago; finalmente fa capolino la muraglia meridionale della Cima d’Asta, mentre sopra il sentiero torreggia il seghettato profilo delle Pale di Segùra. Il sentiero prosegue per un poco quasi in piano, poi, con qualche tornante si porta in breve proprio sotto la muraglia di cemento della diga; passando davanti al foro di uscita della diga, si arriva in breve al bel Lago di Costabrunella (2021 m, h 1,30 circa). 

Da qui il sentiero prosegue (tabelle) inerpicandosi sulle rocce montonate sulla sinistra del lago stesso: ricompare il lastricato, a tratti davvero ben conservato, della mulattiera militare e, prendendo quota, ci si avvicina ad una zona ove enormi blocchi e grandi macigni testimoniano come probabilmente tempo addietro qui sia crollato qualche "pezzo" di montagna. Bene in vista è la Forcella Segùra (2526 m) cui si giunge in h 1,30 circa dal lago, dopo essere transitati per la nascosta Forcella Quarazza (2309 m, tabelle e bivio per il Cimòn di Rava), compresa tra la Cima Brunella e le Torri di Segùra. 

Dalla Forcella Segùra il sentiero (n° 373) prosegue ancora in salita per portarsi su un panoramico dosso erboso da cui, con ardito percorso tracciato in tempo di guerra, si cala per un costone roccioso fino a portarsi alla insellatura di Forcella Orsèra (2306 m, h 0,30 da Forcella Segùra). 

Superato un bivio che consente di scendere alla sottostante Malga Caldenàve, si prosegue un poco per una cengia, forse creata artificialmente dai militari: abbondantissimi sono infatti i resti di fortificazioni, postazioni, ricoveri e trincee, mentre alzando lo sguardo si nota come la cima di ogni montagna dei dintorni sia raggiungibile da un ben marcato tracciato realizzato durante il primo conflitto mondiale. Il sentiero, diretto verso Forcella Magna, infatti, probabilmente costituiva una sorta di collegamento tra le postazioni avanzate presenti sulle cime circostanti. 

Sempre per traccia militare si prosegue ora in costa e con moderati saliscendi, si transita sotto le pendici della Cima Orsèra e della Cima delle Buse Todesche fino a giungere alla Forcella delle Buse Todesche ( 2309 m, h 0,30 circa da Forcella Orsèra) ove si trova una sorta di "nodo" stradale, ben visibile anche da lontano (tabelle). Qui, volendo, si può accorciare il percorso tagliando per la Val Vendrame e scendendo più velocemente alla Malga Sorgazza. 

Proseguendo invece dritti, e continuando sempre per traccia di guerra, si procede in costa; dopo una sorta di scalinata, che conduce all’ingresso di una caverna, il sentiero devia verso l’alto mentre una invitante traccia (molto ben marcata) prosegue verso valle. Si tratta (probabilmente) del sentiero, non "ufficiale" che, calando in Val di Fumo, si ricongiunge alla traccia per la Malga Sorgazza sotto la Forcella Magna, consentendo così un eventuale accorciamento del percorso. 

Proseguendo invece ancora per la traccia segnata, si superano delle sbiadite indicazioni per un bivacco (la cui ubicazione è rimasta avvolta nel mistero!) e frecce dipinte sulle rocce, che segnalano la presenza del Ricovero "Tenente Cecchin", ben visibile ma dall’aspetto più che spartano, oltre che dotato di un ingresso quasi alpinistico. 

Oramai in vista della Forcella Magna e dell’omonimo laghetto, si transita sotto le pendici della Cima Lasteàti; qui è consigliabile sbirciare sull’altro versante, approfittando di una delle tante forcellette. La montagna è infatti interamente attraversata da più linee di trincee, perfettamente conservate e percorribili, mentre in più punti si aprono caverne, camminamenti, ricoveri … un autentico museo all’aperto! Oltrepassato un ricovero di guerra ristrutturato nel 2003 (Baito Coro Sasso Rotto), si scende al lago e quindi all’ampia insellatura di Forcella Magna (2165 m, h 1,30 circa da Forcella delle Buse Todesche). 

Da qui la traccia (n° 380) prosegue sul versante sinistro della valle perdendo lentamente quota con ampi tornanti; sull’altro versante si nota un sentiero militare, non segnato, che consente probabilmente di calare a valle più velocemente. A poco a poco si entra nella vegetazione e quando il sentiero guada il torrente si nota sulla destra lo sbocco della traccia non "ufficiale" che calava dalla Val di Fumo (sbiadite segnalazioni a vernice su un masso); sempre per mulattiera, si continua a scendere incontrando, poco prima della teleferica del Rifugio Brentàri, la deviazione per l'itinerario di salita a Cima d’Asta (vedi anche omonimo itinerario). 

Oltre la capanna della teleferica (appena ristrutturata) la mulattiera diventa carrareccia e, con piacevole percorso nel bosco, riporta alla Malga Sorgazza, da cui in pochi minuti si ritorna all’auto (h 1,30 circa da Forcella Magna).

 

TEMPO TOTALE

h 8,00 circa

DISLIVELLO

1400 m circa 

DIFFICOLTA’

E allenati 

ULTIMO SOPRALLUOGO

agosto 2007 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Itinerario facile, anche se un po' lungo, su sentieri sempre ben segnati ma non eccessivamente frequentati, che consente di visitare un’area fortemente segnata dalle attività belliche nel corso della Prima Guerra Mondiale.