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      | CARTINA CONSIGLIATA | A.S.F.
        scala 1:25.000 – Foglio 07 |  
      | CATEGORIA/ZONA | ALPINISMO
        - ALPI
        COZIE | SCHEDA
        N. 6 |   
  
 
  
    
      | STORIA
        ALPINISTICA |  
      | La
        Rocca
      Castello (2452 m) fa parte di un famoso ed arditissimo complesso quarzitico che
      sovrasta imponente l'abitato di Chiappèra, in alta Val Màira.  
      Esso si origina al Colle Gregùri (2319 m), e consta di quattro
      vette principali orientate da Nord a Sud, formanti una cresta aerea ed
      affilata. Subito sopra il colle sorge la Rocca Castello (la vetta più
      alta), seguita dalla Torre Castello (2448 m), dalla Punta Fìgari
      (2345 m) e dalla Rocca Provenzàle (2402 m), che da Chiappèra
      appare sotto forma di arditissimo corno roccioso.   Innumerevoli vie sono
      state tracciate su queste pareti: tra queste, la via "Sigismondi" alla Rocca è
      certamente una delle più frequentate ed apprezzate per la roccia quasi
      sempre buona ed i passaggi aerei ed eleganti. 
          Primo
        salitore: Vittorio Sigismondi, da solo per questa via, il 3 settembre 1908.   |   
 
  
    
      | PUNTO
        DI PARTENZA |  
      | Da
        Mondovì  (uscita della A6
        Torino-Savona) si raggiunge Cuneo, proseguendo poi per  Caràglio e Dronèro
        (622 m, 49 km da Mondovì).   Da qui si risale la lunga  Val Màira; giunti ad
        
      Accèglio (1220 m, 36 km da Dronèro), si prosegue sulla strada principale che raggiunge
        
        Ponte Màira (1404 m),  Sarètto (1530 m) e Chiappèra (1661
        m, 44 km da Dronèro, 93 km da Mondovì),
      l'ultimo centro abitato della valle.   Lasciato a sinistra il Rifugio
      Campeggio Campo Base  (1690 m), si continua sulla rotabile
        che risale il  Vallone del Màurin. Dopo due tornanti, presso un piccolo
      spiazzo, si lascia l'auto in un piccolo spiazzo (cartelli per il Colle
        Gregùri ed il Colle di Rui). |   
 
  
    
      | AVVICINAMENTO |  
      | Si imbocca la
      mulattiera, all'inizio un po' malagevole per le copiose acque
      superficiali, che risale un primo gradino boscoso per uscire sugli ampi
      pendii prativi del Vallone Gregùri. La mole della Rocca Provenzàle è soggiogante, ma bello è anche il panorama verso le
      suggestive Cascate di Stroppia ed il massiccio Monte Oronaye.  
      Risalito un breve solco erboso con ruscello, con ripida salita si
      raggiunge un bel ripiano (h 0,15): si
      trascura la labile traccia verso sinistra, che sale verso la Rocca
      Provenzàle,
      e si continua dritti lungo la mulattiera principale. Risalita una balza
      detritica con numerosi tornanti, la mulattiera prosegue per ripidi pendii
      erbosi,  alla base delle spettacolari pareti
      quarzitiche: con un'ultima
      serie di tornanti, fra erba e grandi massi, si raggiunge infine
      l'insellatura del  Colle Gregùri (2319 m,  h 1,15
        dal parcheggio).  
      Si sale lungo i detriti, sulla linea del colle, verso sinistra, fino a
      portarsi ai piedi di una paretina subito a destra di un bel pilastro
      (attacco). |   
 
  
    
      | DESCRIZIONE
        DELLA VIA |  
      | Si possono
      contare 7
      tiri di corda:  1 -
      Si attacca la paretina,  ripida ma ben
      appigliata, incontrando un chiodo (III°)
      e, raggiuntane la sommità presso un terrazzino con massi, si risale un
      canale-camino a sinistra (II°) fino ad uscire su un terrazzino con
      chiodo di sosta; 2 -
      
      Si traversa su cenge erbose un poco esposte ma facili (I°) per circa
      40 metri, fino alla base di un evidente canale che sale in direzione della
      cresta (sosta su spuntoni); 3 -
      Si risale il canale,  dapprima più facile ed abbattuto (I°+), poi
      via via più  roccioso e verticale (II°, un chiodo), raggiungendo un
      terrazzino con due chiodi di sosta;  4 -
      Si prosegue lungo il canale, che qui  diventa camino e tende leggermente a
      destra (II°, III°, 2 chiodi): al secondo chiodo,  con una
      spaccata ci si porta sulla faccia sinistra del camino, che si risale per
      rocce leggermente strapiombanti (III°+) fino ad un comodo terrazzino
      (spit di sosta), proprio sulla linea dell'espostissima cresta; 5
      - Si prosegue  lungo la
      cresta, lungo un sistema di  diedri e caminetti (III°,
      III°+) incontrando uno spit e raggiungendo la sommità di un
      pilastrino, dove si sosta (2 chiodi e cordone); 6
      - Sempre grosso modo sul filo,  si prosegue più facilmente (II°+)
      fino ad un terrazzino: si sale  il filo di uno sperone
       (III°), poi
      per  massi accatastati si raggiunge un grande ripiano roccioso, vera
      balconata sulla Val Màira; 7
      - Salendo l'ultimo facile dosso roccioso, si raggiunge  la croce di
        vetta della  Rocca Castello (2452 m).   Discesa:  dalla vetta, ci si sposta con prudenza fino al sommo
      di un canalino sul versante Est:  con una calata di circa  40 m  si
      giunge in fondo al canale, dove verso destra (faccia a monte) si trova la
      successiva calata attrezzata. Con un'altra doppia di  30 m
       circa si
      arriva alla cengia che fascia tutto il
      settore Nord Est; raggiuntane l'estremità, traversando per circa 80 m
      verso destra (faccia a monte) fin presso la sommità di un pilastro che sovrasta il
      Colle Gregùri, un'ultima doppia da  40 m
      
      circa deposita alle ghiaie del colle. Da qui, in h
      0,45, nuovamente al parcheggio.  |   
 
  
    
      | TEMPO
        TOTALE | h
      5,30 - 6,00 (di cui circa h 2,00 per la via) |  
      | DISLIVELLO | 650
      m circa, di cui 120 m circa di arrampicata (sviluppo 180 m) |  
      | DIFFICOLTA’ | AD
      (passi di III°+)
         |  
      | MATERIALE
        UTILE | 2
        mezze corde da 60 metri, casco, 10/12 rinvii, cordoni e ghiere per le
        soste, qualche nut e friend: la via è in parte attrezzata con chiodi |  
      | ULTIMO
        SOPRALLUOGO | 11
        luglio
        2009 |  
      | PERIODO
        CONSIGLIATO | luglio
        - metà settembre |  
      | COMMENTI | Itinerario classico molto bello e
      panoramico, ad una cima tra le più caratteristiche delle Alpi
      Occidentali. Recentemente attrezzata con alcuni spit, la via ha un
      andamento logico e passaggi divertenti ed esposti. Frequentata, e con
      ragione! Un po' laboriosa la discesa a corda doppia, per via della non
      verticalità (a parte l'ultima) delle calate, con qualche rischio di
      incastro delle corde.
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