Si riporta qui la numerazione di
        tutti i tiri, anche se molti in realtà possono essere effettuati
        tranquillamente in conserva, vista la relativa facilità dei passaggi.
        
        
        1
        – Si rimonta una breve placchetta fino alla base di un
        pilastrino, che si scala per una paretina verticale di circa 
        4 metri
        (III°+, 2 spit, 
        10 m, sosta sulla sommità del pilastrino). 
        
        
        2
        – Si prosegue sul
        filo dell’ampio costone erboso, del tutto facilmente, fino
        alla base di un grosso roccione: volendo è possibile aggirarlo per erba
        sulla destra, altrimenti si va a sinistra e lo si scala per uno
        stretto camino verticale molto
        caratteristico (8 m, III°, due spit di sosta sulla sommità);
        
        
        3
        – Si prosegue per una buona traccia fra erba e roccette, in direzione
        di una vasta placconata nera incisa da un evidente diedrone bagnato
        (circa 
        100 m
        di sentiero). Si scala un
        primo facile gradino (passo di III°),
        quindi si prosegue nel diedro, umido e muschioso ma piuttosto rotto (III°)
        fino
        ad un forcellino con due spit di sosta (20 m,
        2 chiodi vecchi e 3 spit). Per erba e scarse roccette si risale un
        pendio (segni bianchi) e si giunge alla base di un’altra balza
        nerastra (altri 
        30 m
        di facile sentierino);
        
        
        4
        – Si attacca la
        balza da destra (III°,
        1 spit), quindi si traversa sotto ad uno strapiombo umido (“passo del
        gatto”, III°) fino ad un terrazzino: da qui si prosegue verso l’alto
        lungo uno speroncino roccioso (II°,
        2 spit) fino ad un masso con 2 spit di sosta (20 m); 
        
        
        5
        - Si prosegue per facile terreno erboso tendendo a sinistra fino alla
        base di un muretto (più in basso a sinistra una variante ugualmente
        segnata in bianco ma non attrezzata): si scala il bel muretto (III°, 1 spit) fino ad un pulpito roccioso dove si trovano due spit
        di sosta; trascurandoli, si prosegue per una bella placchetta (III°,
        1 spit), quindi si continua lungo una facile crestina di grossi blocchi
        (II°, 1 spit) fino ad un
        tratto erboso e ad un grosso masso con 2 spit di sosta (30 m);
        
        
        6
        – Si supera un primo gradino nerastro (III°+,
        1 spit) quindi, dalla cengetta successiva, si
        affronta un breve strapiombo molto ammanigliato (IV°-, 1 spit) e si esce al pianerottolo di sosta con 2 spit (20 m);
        
        
        7
        – Si prosegue lungo una facile cresta articolata (I°) fino alla base di un grosso masso, che si supera con un passo
        di III° (sosta con 2 spit, 
        30 m);
        
        
        8
        – Si traversa a sinistra su erba per una decina di metri, fino
        all’attacco di un bel muro nero: si attacca a sinistra, superando un
        primo gradino fino ad una cengetta con piccola grotta (III°),
        quindi si traversa a destra e si
        attacca la bella placca tecnica (III°+,
        IV°-, 4 spit) fino alla
        sommità, dove si trovano i due spit di sosta (20 m);
        
        
        9
        – Si attacca il successivo breve risalto per una rampa rocciosa a
        destra, che con bella arrampicata (III°+,
        2 spit) consente di aggirare uno spigolo e di raggiungere la sommità
        del risalto stesso (2 spit di sosta). Si prosegue per facile terreno
        erboso (circa 
        20 m) fino alla base di un nuovo breve risalto;
        
        
        10
        – Si attacca il risalto per una facile placchetta (II°), quindi con un nuovo tratto erboso ci si porta leggermente a
        destra, alla base di un corto caminetto che si risale (II°, 1 spit) fino ad un nuovo pulpito. Si prosegue nuovamente per
        tracce fino alla base di un corposo torrione nero (circa 
        50 m
        di sentiero);
        
        
        11
        – Si attacca il torrione per una
        bella placca piuttosto ripida (III°+,
        1 spit), uscendo su una prima spalla. Si prosegue per circa 
        10 m
        su erba fino alla base del torrione vero e proprio, sostando alla base
        del canalino che lo incide (sosta su masso, 
        20 m);
        
        
        12
        – Si attacca il verticale torrione (una variante più facile ma non
        attrezzata risale il canale/camino direttamente dalla sosta): superato
        il primo risalto (IV°-, 1
        spit), si monta su un umido pianerottolo, dal quale si attacca la
        sovrastante ripida e liscia placca (IV° e un passo di IV°+, 2
        spit) fino alla sommità del torrione. Superata una sella rocciosa, un
        altro breve risalto di 
        2 metri
        porta al grosso masso con i 2 spit di sosta (15 m).
        
        
        Proseguendo per l’ultimo pendio,
        per facile terreno erboso (volendo, si possono salire ancora un paio di
        banali risalti, altrimenti per ripido pendio erboso) si giunge alla
        spalla dove sorge il
        caratteristico ricovero “Ai Belli Venti” (880
        m,  h
        2,30 circa dall’attacco).
        
        
        
        
Discesa: si segue il sentiero segnato “●●”
        che con strette svolte scende il
        ripido pendio occidentale della Rocca dell’Erxo, fra erba e
        radi alberi, fino al ben visibile Passo della Gavetta (h
        0,15 dalla cima). Seguendo a sinistra il sentiero segnato con
        la “V”,
        si ritorna sulla “A”
        e, attraverso il Ricovero Scarpeggìn, nuovamente a Curlo (h 0,40 dal passo).