Anello del Colle Bicocca

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 17

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI COZIE

SCHEDA N. 26

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL MASSICCIO DEL PELVO D’ELVA DALLA BORGATA CHIESA DI BELLINO

IL CAMPANILE DELLA PARROCCHIALE DI SAN GIACOMO E IL PELVO D’ELVA

LA PITTORESCA BORGATA CHIESA DI BELLINO

L’INCONFONDIBILE MONVISO FA CAPOLINO FRA LE NUVOLE

LA ROCCIA MALOMOUORT, SORMONTATA DAL “TOTEM” DI ORIENTAMENTO, OTTIMO PUNTO PANORAMICO SUL MONVISO E LA VALLE VARAITA

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Fossano (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiunge Villafalletto e si risale quindi la Val Varàita. Superati Sampeyre e Casteldelfino, si lascia a destra il solco principale che sale a Pontechianale e al Colle dell’Agnello e si prosegue a sinistra con un lungo traverso fino ad immettersi nella pittoresca Valle Varàita di Bellino. Si risale la breve valletta superando alcune borgate: più sopra si abbandona la strada principale per deviare a sinistra e, superato un ponte, si giunge all’ampio parcheggio di Chiesa di Bellino (1465 m, 71 km da Fossano).

 

ITINERARIO

Dal parcheggio si supera un bel crocifisso ligneo e si scende, dalla parte opposta, nel piccolo centro della borgata. Percorrendo le viuzze, guidati dai segnavia GTA, si passa poco sotto la parrocchiale di San Giacomo e si esce dal paesino lungo una bella mulattiera erbosa fra i prati: in alto domina il severo versante settentrionale del Pelvo d’Elva (3060 m). Entrati nel lariceto, si effettua un ampio semicerchio pressoché pianeggiante verso sinistra, andando a tagliare un impluvio, quindi si inizia a salire con decisione nel fitto bosco. La mulattiera, ottimamente tracciata, guadagna quota in bellissimo ambiente boschivo: più in alto si lascia in basso a sinistra, fra gli alberi, una prima grangia e, con un ulteriore lungo tornante, si raggiunge la piccola radura dove sorge la Grangia Bicocca (1840 m, h 1,00 da Chiesa di Bellino). Bellissimo panorama sul gruppo del Monviso, che svetta elegante sull’altro versante della Val Varaita.

Proseguendo a salire, sempre con lunga serie di ripidi tornanti, si guadagna ulteriore quota nel lariceto: un breve tratto con pendenza meno sostenuta consente di raggiungere un bivio (paline, h 0,20 dalla Grangia Bicocca): trascurando la traccia di destra, diretta a Celle di Bellino (che si seguirà al ritorno), si prosegue sul sentiero principale, che oltre una breve radura riprende a salire assai ripidamente sul filo del costone.

Con una nuova serie di ampi tornanti si sale ancora, fino a toccare la piccola spalla erbosa dove sorge la Grangia Sarsenà (2035 m, h 0,10 dal bivio).

Con insistita diagonale ascendente verso destra, si aggira un costone e, con breve tratto pianeggiante, si attraversa un piccolo avvallamento erboso. Riprendendo a salire ripidamente, si scavalca nuovamente il costone, da dove appare nel lontano fondovalle il paese di Casteldelfino: tagliata la testata di una valletta ricoperta di ontani, si guadagna in breve l’ampia insellatura del Colle Bicocca (2286 m, h 0,40 dalla Grangia Sarsenà, tabelle, paline e cippo d’orientamento), sullo spartiacque Màira-Varaita. Appare, verso Sud, l’ampia testata pascoliva del Vallone di Elva, con le varie borgate sparse sui soleggiati pendii erbosi. A destra incombe il severo versante orientale del Pelvo d’Elva (3060 m), a sinistra del quale svetta l’aguzzo Monte Chersogno. Alle nostre spalle domina la scena l’inconfondibile Monviso, circondato dalla sue cime satelliti. Sul colle giunge una carrareccia sterrata dal Colle di Sampeyre: è quindi facile trovare numerosi veicoli parcheggiati (vedi anche itinerario Anello Elva - Colle Bicocca).

Seguendo a ritroso il percorso di salita, si ritorna al bivio con paline poco sotto la Grangia Sarsenà (2000 m circa, h 0,30 dal colle). Qui si abbandona il sentiero GTA per imboccare la deviazione di sinistra (“La Viò dei Cartier n’Aout”, cioè “il Sentiero dei Quartieri in Alto”), itinerario segnalato di recente che ricalca l’antico percorso di collegamento Celle di Bellino – Elva.

Il sentiero, non sempre marcatissimo ma comunque sufficientemente riconoscibile grazie ai segnavia ___, taglia a mezza costa l’ampio versante “all’ubac”, cioè all’ombra, della valle, traversando con frequenti saliscendi i numerosi impluvi. Oltre il Coumbal Cuculet, il cui rio è costituito da numerosi rami, si prosegue nel selvaggio lariceto, con frequenti belle vedute sul Monviso e sul versante opposto della valle. Superati ulteriori piccoli rivoli, si scavalca un costone, oltre il quale si scende per un tratto lungo un solco con bassa vegetazione (in questo tratto il sentiero è assai poco marcato). Riprendendo a tagliare verso sinistra, si supera poi il costone della Costa Chiapporetti all’altezza di una pittoresca radura (palina, h 0,40 dal bivio): dalla palina, bisogna procedere tagliando la radura verso sinistra, finchè su un tronco si nota nuovamente il segnavia bianco-rosso che indica la prosecuzione del sentiero.

Scendendo in diagonale nel lariceto, il sentiero si porta in corrispondenza dell’ampio Vallone (o Coumbal) del Pelvo: con un breve tratto in erta risalita, si va ad attraversare l’impetuoso Rio dl Pelvo (possibili residui nevosi ad inizio stagione), quindi si doppia un costone alberato e si va a superare anche il Rio Bianco, profondamente inciso in una forra rocciosa. Si risale sull’altra sponda per una cengia erbosa, un po’ aerea ma facile, rientrando nel lariceto. Doppiato l’ennesimo costone, si supera una ripiano con grossi massi, quindi si inizia a scendere con decisione, fra ricche fioriture di rododendri. Con numerosi tornanti si perde quota, fino ad incontrare il bivio (palina, h 0,25 dalla Costa Chiapporetti) che indica a destra la Roccia Malomouort, splendido ed aereo belvedere su tutta la valle, raggiungibile in pochi passi.  

Tornati sul sentiero principale, si continua la discesa, ora nel bosco fitto, lungo un solco rettilineo chiamato “la Teliero”: questo tracciato era un tempo sfruttato dai boscaioli per far scivolare a valle i tronchi dei larici. Più in basso si tagliano ancora un paio di modesti impluvi, giungendo ad un nuovo bivio (paline): trascurando la prosecuzione del sentiero verso la borgata Celle, si segue la diramazione di destra che, inizialmente pianeggiante, ritorna verso Chiesa. Presto la larga mulattiera ricomincia a scendere con alcuni ripidi tornanti, avvicinandosi al fondovalle. Più in basso, fiancheggiata da muretti di pietre a secco, la mulattiera serpeggia fra bosco e radure fino ad uscire presso le case superiori della borgata Fontanile (1480 m, h 0,40 dalla Roccia Malomouort).

Attraversata in discesa la piccola borgata (al centro bel pilone sacro affrescato), fra caratteristiche case ristrutturate, si giunge alla piccola piazzetta-parcheggio: non rimane che seguire verso destra la stradetta asfaltata che velocemente riporta al ponte sul torrente Varaita di Bellino e, con brevissima salita a destra, nuovamente al parcheggio della borgata Chiesa (h 0,10 da Fontanile).

 

TEMPO TOTALE

h 4,45 circa 

DISLIVELLO

900 m circa 

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

12 giugno 2016 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - metà ottobre

COMMENTI

Percorso ad anello ideale da percorrere ad inizio stagione, quando le temperature sono ancora piacevoli anche alle quota inferiori e la neve rende problematiche le gite in alta montagna. Meritevole l’ambiente boschivo del grande lariceto che si attraversa, splendidi i panorami verso Monviso e Pelvo d’Elva, assai suggestive le borgate di Chiesa di Bellino e Fontanile. Un minimo di attenzione all’orientamento è richiesta nella prima parte della discesa, a causa del sentiero non sempre ben marcato.