Dalla carrareccia, circa un
centinaio di metri prima del Gias
Serour, si stacca un tratturo (
1820 m
circa): la palina, a volte, può risultare divelta a causa del bestiame.
Si segue dunque questo
tratturo, che inizia a rimontare con pendenze moderate l’ampia
conca pascoliva del Vallone
Serour. Poco oltre il tratturo diventa sentiero, che
continua la salita pressoché rettilineo lungo il fondo idrico del
vallone. Dopo circa 10 minuti di cammino si incontra, sulla destra,
un’ampia dolina recintata abbastanza profonda, tipico fenomeno carsico
di superficie.
La grande quantità di bestiame al
pascolo rende la traccia in realtà un po’ confusa, ma una serie di
ometti e la linearità dell’avvallamento rendono l’orientamento
piuttosto elementare. Risalita
una strozzatura erbosa, si sale a sinistra su
un poggio dove sorge una nuova piccola capanna (grande
abbeveratoio in metallo): da qui, seguendo una traccia evidente in
decisa diagonale verso destra, si
sale ad intercettare,
a
quota
2125 m
circa (h
0,45), il ben marcato sentiero che taglia l’ampia testata
del Vallone Serour proveniente dal Colle
di Valcavera (“Lou viol d'es
fiour”).
Si prosegue a questo punto verso
sinistra, traversando
inizialmente in
piano alla base delle rocce dei contrafforti orientali del Monte Salè:
di fronte spicca l’ardita sagoma del Dente del Monte Savi, addossato
al versante Nord dell’omonima cima. Raggiunto lo sbocco inferiore del
valloncello superiore, il sentiero inizia a salire con decisione con una
lunga serie di svolte, che fanno guadagnare una spalla erbosa al sommo
di una bastionata. Da qui il sentiero si porta sulla destra (sinistra
idrografica) del valloncello detritico compreso fra il Monte Salè ed il
Monte Savi, e lo risale con un lungo traverso interrotto da qualche
stretto tornantino fino all’ampia depressione erbosa del Colle Serour (
2430 m
, h 1,00
dall’incrocio col sentiero). Sul versante opposto appare la testata
del Vallone degli Spagnoli,
che scende sul fondovalle Stura nei pressi del villaggio di Sambùco.
Dal colle si trascura il sentiero
segnato che scende alla testata del Vallone degli Spagnoli e si prosegue
verso destra (nord) lungo l’arrotondato spartiacque erboso, seguendo
la successione dei paletti per la recinzione dei pascoli. Quando la
pendenza aumenta con decisione, si prosegue lungo una evidente traccia
(ometti) che inizia a traversare alla base del franoso versante
occidentale del Monte Salè. Poco oltre la traccia si sdoppia (ometto):
si prosegue sul ramo di destra, che si mantiene più in alto e che va
seguito con attenzione, per via di alcuni traversi su ripidissime lingue
di fini detriti che richiedono sicurezza di piede (EE).
Si raggiunge così lo sbocco inferiore di un ripido canale
prevalentemente erboso: abbandonata la traccia, si rimonta interamente
il poco marcato solco per erba, detriti e scarse roccette (EE)
fino ad uscire ad un colletto sulla cresta, pochi passi a destra (sud)
della panoramica vetta del Monte
Salè (
2630 m
, h 0,45 dal Colle Serour). Panorama
presumibilmente molto esteso ed interessante (nel corso della nostra
visita, la fitta nebbia ci ha impedito di ammirare alcunché!).
Ritorno per la stessa via in h
1,30.