Traversata Chiappera - Ussolo

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 11

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI COZIE

SCHEDA N. 36

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

L’ARDITISSIMA ROCCA PROVENZALE DAL RIFUGIO CAMPO BASE

LE VERTICALI PARETI DELLA TORRE E DELLA ROCCA CASTELLO DAL BIVIO PER IL COLLE DI RUI, NELL’ALTO VALLONE GREGURI

TORRE E ROCCA CASTELLO SALENDO VERSO IL COLLE DI RUI

LA ROCCA PROVENZALE (VISIBILE LA CROCE) DAL SENTIERO PER IL COLLE DI RUI

LA LUNGA CASERMETTA CHE SI INCONTRA POCO SOTTO LA COLLETTA

DAI PRESSI DI MADONNA DELLE GRAZIE VERSO L’OPPOSTO VERSANTE DELLA VAL MAIRA

LE BORGATE GRANGETTE E CHIOLIGERA, NEL VALLONE DELLE GRANGE, DALL’ALTO DEL COLLETTO SERASIN

FINESTRA DI UN’ANTICA CASA DIRUTA IN BORGATA CHIOLIGERA

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Cuneo Ovest (uscita della A33 Cuneo-Asti) si raggiunge Dronero e si risale quindi la lunga Valle Màira. Giunti ad Acceglio (1220 m, 55 km da Cuneo), si prosegue sulla strada principale che supera Villar, Ponte Màira (1404 m) e Saretto (1530 m) e, con un lungo tornante, raggiunge Chiappera (1620 m, 8 km da Acceglio), l'ultimo centro abitato della valle, dominata dall’ardito corno roccioso della Rocca Provenzale. 

Lasciato a sinistra un capace parcheggio sterrato, si prosegue sul fondovalle fino al Ponte Souttan: seguendo la stradina di sinistra, si raggiunge in breve il Rifugio Campo Base (1650 m, 1 km circa da Chiappera, parcheggio lungo la strada di accesso).

 

ITINERARIO

Dal rifugio si scende, lungo la strada di accesso, a superare il Rio del Maurin sul Ponte Soubeyran, quindi si costeggia il corso d’acqua fino al vicino Ponte Souttan (1626 m), dove si incrocia la strada, in questo primo tratto asfaltata, che sale da Chiappera nel Vallone del Maurin. Si segue la strada verso sinistra, in salita, per due tornanti, fino ad uno slargo con alcuni parcheggi, in corrispondenza dello stacco (a destra) del sentiero per i colli Greguri e di Rui (palina, h 0,15 dal rifugio, fin qui eventualmente in auto).

Abbandonata la rotabile, si sale a destra nel bosco, fra grandi massi quarzitici precipitati dalle incombenti pareti della Rocca Provenzale. Superato un primo tratto ripido, il vallone spiana leggermente, consentendo belle vedute sulla conca di Chiappera e sul massiccio dell’Oronaye, sull’altro versante della valle. A sinistra la mole della Rocca Provenzale è quasi soggiogante. Oltre un nuovo tratto ripido, il sentiero si allunga in un breve ripiano pascolivo, dove stacca a sinistra la traccia per la via normale alla Rocca Provenzale, quindi riprende a salire decisamente, con gran numero di erti tornanti, nell’impluvio del selvaggio Vallone Greguri, compreso fra il gruppo Castello-Provenzale e i contrafforti occidentali del Monte Cervet. Giunti ormai in vista dell’intaglio detritico del Colle Greguri, il sentiero di biforca (2150 m circa, h 1,15 dall’inizio del sentiero, paline). Trascurato il sentiero che prosegue verso il Colle Greguri (vedi anche itinerario Rocca Castello – Via Sigismondi), si imbocca a destra una mulattiera erbosa che inizia a prendere quota, con alcuni ampi comodi tornanti, sul pendio pascolivo, con belle vedute sulle imponenti pareti del Gruppo Castello-Provenzale. Con un lungo traversone verso sinistra la mulattiera va poi ad inserirsi nell’impluvio del Vallone di Rui: superata una modesta balza erbosa, si appoggia a sinistra e sale fin nei pressi di una lunga casermetta situata alla base del prativo versante meridionale del Monte Eighier. Senza raggiungere la casermetta, la mulattiera (ormai divenuta sentiero) si allunga quasi in piano sulla destra idrografica  del Vallone di Rui, con magnifiche vedute sui grandi macereti alla base del Monte Cervet. Giunti ai piedi di un’alta bastionata rocciosa, il sentiero rimonta il ripido pendio erboso di sinistra con alcuni lunghi tornanti, portandosi sulla piccola sella denominata la Colletta (2556 m, h 1,10 dal bivio), da dove la vista si apre anche sulla zona dello Chambeyron e del Colle del Maurin.

Dalla Colletta, raggiunta anche da una traccia che sale direttamente dal Colle Greguri, il sentiero si allunga verso destra, tagliando in leggera salita al sommo delle bastionate rocciose ed inserendosi nella comba terminale del vallone. Mantenendosi alto sulla destra idrografica dell’ultima valletta, si raggiunge l’ampio intaglio erboso del Colle di Rui (2709 m, h 0,30 dalla Colletta, croce in legno). Bellissimo panorama, alle nostre spalle, sul Gruppo dello Chambeyron, mentre sul versante opposto si domina l’aperta Val Fissela. Il colle è compreso fra la Costa Fissela (2900 m) e la quota 2789 m del Monte Cervet. È il valico più comodo e frequentato per il passaggio fra il Vallone del Maurin e quello di Traversiera. Il sentiero non transita nel punto di massima depressione, che sul lato Val Fissela presenta un ripido canale roccioso, ma si mantiene un po’ più in alto, sulle erbose pendici della Costa Fissela.

Dal colle un marcato sentiero scende in diagonale alla base del dirupato versante orientale della Costa Fissela e va ad intercettare il sentiero diretto al Passo Lauset (vedi anche itinerario Monte Freide) nella comba terminale dell’arida Val Fissela. Si scende a questo punto lungo il comodo sentiero, che aggira imponenti archi morenici formati da un antico ghiacciaio, mantenendosi sulla sinistra idrografica del vallone. A destra, domina l’orrida imponente parete nord-est del Monte Cervet. Più in basso i detriti lasciano il posto ai prati: dopo un primo piccolo ripiano, il sentiero discende una modesta bastionata con alcuni tornanti e si porta nel vastissimo ripiano pascolivo denominato Pra Riondo, dominato da imponenti pareti. Il sentiero percorre tutto il lungo ripiano, arcuato verso destra, fino al suo termine, presso una strozzatura detritica.

Trascurate le tracce che, a sinistra, scavalcano il costone e scendono alle Grange Morletto (vedi itinerario Monte Freide), il sentiero segnalato prosegue sulla destra idrografica del vallone, scendendo oltre la strozzatura ad un ripiano con grossi massi (risorgenze). Di qui si prosegue con un lungo mezza costa verso destra, su aperti pendii erbosi, fino ad un costone pascolivo che separa due poco marcate vallette. Scendendo nella valletta di sinistra (tracce poco evidenti, attenzione agli sbiaditi segnavia bianco-rossi) si cala in breve ad intercettare la carrareccia ex militare del Vallone Traversiera a quota 2150 m circa.

Seguendo la carrareccia verso destra, in lieve discesa, si effettua un lunghissimo tornante poco a monte delle dirute Grange Sarsa e si va a valicare il torrente all’altezza di un ponte in cemento. Lasciate in alto a sinistra le Grange Giacomardo, si prosegue sulla carrareccia, in lievissima discesa: sfiorata la ristrutturata Grangia Chiapusso, si giunge infine alla piccola graziosa Cappella della Madonna delle Grazie (1990 m,  h 1,40 dal Colle di Rui), una robusta costruzione a pianta semi-circolare con un piccolo campanile edificata verso il 1720.

Abbandonata la carrareccia, che scende a Villar di Acceglio, si risale il prato a monte della cappella fino ad una grangia diruta. Di qui una traccia (assai labile e confusa fra quelle degli animali al pascolo) traversa il pendio erboso a monte della carrareccia, in direzione della Grangia Ponza, visibile sulla sommità del costone all’inizio del Vallone di Verzio. Il sentiero ritorna abbastanza evidente (segnavia bianco-rossi) e, sempre traversando, si porta nei pressi delle franose sponde del Rio Baretta, che supera su pietre. Costeggiato il limite superiore di un piccolo lariceto, il sentiero, sempre a mezza costa, transita presso i ruderi delle Grange Verzio Sottane (1976 m, h 0,25 da Madonna delle Grazie): oltre il breve ripiano, un ultimo traverso al limite superiore delle balze che sorreggono il Vallone di Verzio consente di raggiungere l’isolata Grangia Ponza (1966 m, h 0,05 dalle Grange Verzio Sottane, fontana), da cui si gode di uno splendido panorama che va dal Monte Cervet al massiccio dell’Oronaye.

Dalla grangia un breve tratturo sale ad intercettare la carrareccia sterrata diretta alle Grange Verzio Soprane: seguendo la strada verso destra, in discesa, si scende sul fondo di una conca erbosa, dove si scavalca su un ponte il Rio di Verzio. Oltre una grangia abbandonata, la carrareccia taglia in leggera discesa i vastissimi pascoli della regione Serri, che più in basso precipitano con bruschi salti rocciosi sul fondo del Vallone Mollasco. Trascurata una diramazione che sale a sinistra, si prosegue pressoché in piano, si lasciano in basso a destra i ruderi delle Grange Durazza Soprane (1814 m) e si giunge ad un bivio presso una casa isolata (1883 m, paline). Trascurata la diramazione di destra, che scende alle Grange Serri Sottane e a Lausetto (vedi itinerario Traversata Ussolo – Chiappera (P.O.)), si prosegue a sinistra in lievissima salita giungendo in breve alle Grange Serri Soprane (1891 m, h 0,45 dalla Grangia Ponza, fontana).

Dalla zona di pascolo a monte delle grange si rintraccia (in verità con un po’ di fatica) una traccia di sentiero (segnavia   ) che sale all’inizio piuttosto ripida lungo il pendio erboso. Più in alto la traccia diminuisce la pendenza ed inizia a traversare gradualmente verso destra, in direzione della valletta pascoliva cui fa capo il verde Colletto Serasin, posto a sinistra di un cupolone erboso. Con un’ultima dolce salita fra i prati il sentierino giunge alla selletta denominata Colletto Serasin (2040 m, h 0,30 dalle Grange Serri Soprane), sullo spartiacque Rio Mollasco – Rio delle Grange. Il toponimo serasin (o sarasin) fa riferimento alle incursioni saracene avvenute in queste vallate nel IX° secolo: viene infatti anche chiamato Colle Saraceno o Colle dei Saraceni. Seguendo una traccia sulla destra, è possibile raggiungere in breve la panoramica Punta Culour (2068 m, h 0,05 dal colletto), dalla quale si gode di ottima veduta sulla conca di Acceglio, sul Vallone di Unerzio e sull’imponente Monte Cervet.

Dal colletto si scende fra i pascoli dell’opposto versante con alcuni decisi tornanti: presto si lascia a sinistra un’evidente traccia diretta verso Pianagneliér, quindi continuando a scendere si entra in una macchia di larici. Oltre un tratto acquitrinoso si traversa alti su un bel ripiano pascolivo, quindi si taglia un impervio vallone fino ad un costone panoramico. Si continua a traversare, sempre in discesa ma con pendenze modeste, quindi con una serie di secchi tornanti si raggiunge il fondo del vallone, dove scorre il Rio delle Grange. Guadato il rio, si risale brevemente ma con fatica fino ad una larga mulattiera inerbita: seguendola in discesa, si passa ai piedi del dosso su cui sorge la borgata Grangette e si giunge alle prime case di Chioligera (1771 m, fontana, h 0,30 dal Colletto Saresin). La borgata Chioligera sorge su un ameno ripiano dominante il Vallone delle Grange: è costituita da numerose robuste case, alcune ristrutturate, altre in rovina, addossate le une alle altre, quasi a difendersi dal vento impetuoso che soffia da sud, dalla direzione del Vallone di Unerzio. Al centro della borgata sorge un bel pilone sacro. Seguendo una delle numerose tracce che salgono a monte dell’abitato si può raggiungere la borgata Grangette (h 0,05 da Chioligera), ormai in rovina: in una grangia era stata ricavata negli anni ’60 del secolo scorso dal CAI di Cuneo la Capanna Ussolo, spartano rifugio non gestito utilizzato prevalentemente come base per lo scialpinismo nella zona. Oggi la capanna risulta inagibile, a causa di una valanga che nell’inverno 2008/2009 ha completamente sventrato il lato a monte dell’edificio.

Da Chioligera si continua sulla comoda carrareccia che taglia a mezza costa, in lieve discesa, la sinistra idrografica del Vallone delle Grange, fino a raggiungere la sella erbosa dove sorgono le Grange Passo. Qui si abbandona la carrareccia per seguire l’antica mulattiera, che scende a destra ripida e rettilinea, fiancheggiata da grandi muri a secco. Oltre alcune grange in rovina, si ritrova la carrareccia presso un pilone votivo. Trascurata la mulattiera che prosegue dritta verso le Grange Podio (vedi itinerario Traversata Ussolo – Chiappera (P.O.) in senso inverso), si segue per un tornante in discesa la carrareccia, quindi la si abbandona nuovamente in corrispondenza di una palina. Si segue a destra una comoda mulattiera erbosa che inizia a scendere con numerosi ampi tornanti il pendio boscoso sottostante. Con pendenze sostenute la mulattiera perde quota nel bosco, quindi inizia un lungo traversone verso sinistra fino ad un bivio presso un poggio panoramico con panchina (palina). Trascurato il sentiero che taglia a destra, si continua a sinistra, con discesa meno ripida, aggirando un costone: in basso appaiono le case di Ussolo. Con alcuni ripidi tornanti si perde più decisamente quota, quindi si riprende a traversare fra vecchi campi abbandonati in direzione del campanile della chiesa. Fra alti muretti a secco, la mulattiera entra in un boschetto e scende fino ad un bivio (paline), poco a monte delle prime case di Ussolo. Con breve discesa si raggiunge l’asfalto, seguendo il quale si arriva in pochi minuti alla piazzetta davanti alla chiesa parrocchiale di Santo Stefano a Ussolo (1355 m, h 0,50 da Chioligera, fontana). Qui si può trovare alloggio alla Locanda “La Carlina” e rientrare a Chiappera il giorno dopo con l’itinerario Traversata Ussolo – Chiappera (P.O.), oppure usufruire del servizio sherpabus (tel. 0171/99024 oppure 348/8231477, da prenotare entro la sera precedente).

 

TEMPO TOTALE

h 8,00 circa  

DISLIVELLO

1300 m circa in salita (1550 m circa in discesa) 

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

9 agosto 2016 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

L’itinerario ricalca interamente una variante di tappa della “Grande Traversata delle Alpi”. Traversata facile ma molto lunga e faticosa, con la quale si attraversano ambienti molto differenti fra loro: si passa dalle ardite pareti rocciose del gruppo Castello-Provenzale ai grandi macereti della Val Fissela, dai magnifici pascoli del Vallone Traversiera e della regione Serri alle pittoresche borgate alte di Ussolo. Un minimo di attenzione all’orientamento va posta nel tratto Madonna delle Grazie – Grangia Ponza e dalle Grange Serri soprane al Colletto Serasin.