Anello della Rocca Livernà 546 m

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CARTINA CONSIGLIATA

I.G.C. scala 1:50.000 – Foglio 15

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 55 

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

I MONTI ALPE (EST E OVEST), LEGGERMENTE IMBIANCATI, DAI PRESSI DELLA SELLA DI ARNASCO

DAL CRINALE SPARTIACQUE VERSO LA ROCCA LIVERNÁ (EVIDENTI I PERCORSI DELLE DUE VARIANTI, UNO CHE SEGUE FEDELMENTE IL CRINALE, L’ALTRO CHE PERCORRE LA CARRARECCIA IN BASSO A DESTRA)

LA CUSPIDE DELLA ROCCA LIVERNÁ DAI BASTIONI DELLA BATTERIA “LIVERNÁ”

LA PIANA DI VILLANOVA DI ALBENGA DALLA VETTA DELLA ROCCA LIVERNÁ: IN PRIMO PIANO I RUDERI DELLA POSTAZIONE AVANZATA

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Albenga (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si sale a Martinetto, da dove si svolta a sinistra iniziando a risalire la selvaggia Val Pennavaira. Dopo circa 700 m si incontra, sulla sinistra, un vecchio cancello sempre aperto fiancheggiato da una garitta, che segnala lo stacco di un’ampia carrareccia sterrata.

Si parcheggia lungo la strada asfaltata principale, pochi metri a valle del cancello lato fiume, in un piccolo slargo che può ospitare non più di tre automezzi (120 m circa).

 

ITINERARIO

Si entra nel cancello, imboccando l’ampia carrareccia ex-militare che scende in breve a superare il Torrente Pennavaira su un ponte in cemento. Dall’altra parte si iniziano a risalire le boscose e ombrose pendici settentrionali della Rocca Livernà, di cui appaiono per un tratto, verso l’alto, le rocciose crestine sommitali. Costeggiata una verticale parete rocciosa (vie di arrampicata), si continua in salita moderata in direzione Est, su ampio fondo inghiaiato. Giunti ad un deciso tornante verso destra, si trascura lo stacco di una mulattiera verso sinistra (da cui si giungerà al ritorno) e si prosegue lungo la carrareccia, che ora effettua un lunghissimo traversone in salita verso Ovest. Superando tratti intagliati nella roccia la carrareccia (di cui a tratti compare l’antica lastricatura) taglia tutta la fiancata destra idrografica della bassa Val Pennavaira, con vedute che via via si ampliano sull’abitato di Martinètto, sul fronteggiante Monte Arena (in parte eroso da una grande cava e sul quale sorgono i ruderi di una fortificazione) e sulla lunga dorsale che, attraverso i Monti Alpe Est e Ovest, prosegue fino al lontano Monte Galero. Man mano che si prende quota, superando alcune forre asciutte ma che, in caso di piogge, vengono percorse da impetuosi torrentelli, la vista si apre anche gradualmente sulla retrostante Rocca Barbena, che appare dietro la cresta del Monte Arena. Superate alcune prese dell’acquedotto, dopo lunghissimo percorso a mezza costa si giunge ad un nuovo ampio tornante, in corrispondenza di un costone boscoso dominante un ampio vallone ricco di falesie. Invertendo nuovamente il senso di marcia, si ritorna verso oriente con percorso sempre più aperto e panoramico, fino ad uscire su di un’ampia insellatura (Sella di Arnasco, 460 m ca., h 1,40, casotto e vasche dell’acquedotto), sullo spartiacque Pennavaira – Arroscia, dove si incontra un crocevia di strade. Bellissimo panorama sulle sottostanti case di Arnasco e sulla piana di Villanova d’Albenga.

Trascurate la rotabile sterrata che scende ad Arnasco e quella che prosegue a risalire lo spartiacque verso il Monte Nero (segnavia e ●●●), si presentano qui due possibilità:

 

a) si continua a seguire fedelmente la carrareccia ex-militare (da qui in poi marcata con segnavia ■■) che, verso sinistra, taglia la base di un’altura cespugliosa sul versante Pennavaira, quindi si porta sul lato di Arnasco e prosegue a mezza costa pressoché pianeggiante fra fitti cespugli, tagliando alla base i pendii superiori della Rocca Livernà. Aggirato il cocuzzolo sommitale, con vista spettacolare sulla sottostante piana di Albenga, si giunge di fronte all’ingresso della Batteria “Livernà” ( 485 m , h 0,20 dalla Sella di Arnasco).

A sinistra dell’ingresso si stacca un sentierino lastricato che sale con alcuni ampi tornanti, sorretti da muretti a secco ancora discretamente conservati, fino alla postazione avanzata costruita sulla vetta della Rocca Livernà: raggiunta la cresta sommitale, si accede alla postazione tramite un breve corridoio arcuato verso sinistra, dove un paio di garitte con feritoie si affacciano sul lato Pennavaira. Dal cortiletto interno, sul quale si aprono alcuni piccoli locali, una spettacolare scala in mattoni consente di superare l’ultima placca rocciosa, alta una dozzina di metri, e di raggiungere la vetta vera e propria della Rocca Livernà ( 546 m , h 0,15 dall’ingresso della batteria). Fantastico panorama su Albenga e sulla selvaggia Val Pennavaira, da Castelbianco sino alla sua confluenza nel Neva all’altezza di Martinetto. Oltre la bassa cresta del Monte Arena appaiono la Rocca Barbena ed il massiccio del Monte Carmo, mentre a Nord-Ovest, alla testata della valle, dominano i Monti Galero e Dubasso. Oltre l’erbosa Quota 919 appaiono i Monti Frontè e Saccarello, mentre verso Ovest si stende l’ampia piana di Villanova d’Albenga, con l’aeroporto ed il nuovo stabilimento della Piaggio Industries.

 

b) trascurata la carrareccia ex-militare, si imbocca un esile sentierino che risale fedelmente lo spartiacque, ricoperto di fitti cespugli. Con ripida ma breve salita si giunge sulla sommità di un’altura, da dove si scende velocemente ad una nuova ampia sella, dove si ritrova la carrareccia. Abbandonandola nuovamente, si continua lungo una traccia sul crinale (cespugli invadenti) che, dopo un tratto di salita moderata, supera con un’impennata un tratto più ripido raggiungendo la sommità di una nuova altura, dove affiorano alcune roccette e da dove si domina il solco della Pennavaira. Appare, verso Sud-Est, la turrita cuspide rocciosa della Rocca Livernà. Proseguendo lungo il comodo crinale, che verso destra digrada dolcemente mentre a sinistra precipita con ripide scarpate, si superano alcune piccole postazioni ex-militari (resti di muretti a secco) giungendo infine al piede della ripida cresta Nord-Ovest della Rocca Livernà: in basso a sinistra, al piede del salto roccioso sommitale, appare una porzione della Batteria “Livernà”.

Risalita la prima parte della cresta, fra cespugli e roccette, si giunge su una spalla, quindi si prosegue a salire raggiungendo un’anticima (attenzione allo strapiombo sul lato Pennavaira!), da dove appare la scheggia sommitale della rocca cinta dai bastioni della postazione avanzata. La traccia prosegue lungo il filo roccioso della cresta, dove gli arbusti sono meno fitti, scendendo fino al successivo colletto, dove si incontra il muro di contenimento del fossato. Si entra nel fossato per una breccia poco più a destra, quindi lo si segue verso destra con estrema difficoltà a causa dei fittissimi arbusti (spinosi!). Dopo breve percorso, comunque, si esce dal fossato attraverso una porta e si prosegue in piano, su terreno meno intricato, alla base del bastione superiore: sfiorata un’antenna, si supera un piccolo boschetto e ci si innesta sul sentiero che sale alla postazione avanzata, a pochi passi dall’ingresso di quest’ultima (h 1,00 dalla Sella di Arnasco). Visitata la postazione, si segue in discesa il comodo sentierino fino all’ingresso della sottostante batteria (h 0,10 dalla postazione avanzata).

 

Superato l’ingresso della Batteria Livernà, si prosegue lungo un passaggio scoperto leggermente arcuato, lungo il quale si aprono gli ingressi a numerosi locali di servizio ed alloggiamenti, fino a sbucare in un ampio cortile (tavoli e panche per pic nic). A destra una scala in pietra scende ad un corridoio in trincea, sul quale si aprono numerose porte che danno accesso a locali interrati. Intorno al cortile un bastione circolare, con numerose postazioni all’aperto per cannoni, consente di godere di splendida vista sulla piana di Albenga, sulla zona di Poggio Grande, sul Monte Carmo e sulla confluenza Pennavaira-Neva.

Questa batteria, infatti, insieme a quella sul fronteggiante Monte Arena e al Forte Due fratelli sul Poggio Grande (tutte visibili da questo punto), fu costruita nel periodo 1876/1880 come struttura di appoggio (e di protezione) alla piazzaforte “Val Neva”, situata sul fondovalle del Neva poco sotto Zuccarello col compito di impedire eventuali attacchi verso il Piemonte (allora ancora considerato “cuore “ della neonata Italia) attraverso il Colle di San Bernardo di Garessio. Nella realtà questa piazzaforte, così come tutte le altre simili costruite nella zona (ad esempio al Colle di Nava o al Colle del Melogno), non fu mai al centro di veri e propri episodi bellici: infatti l’evoluzione delle tecniche militari tra fine ‘800 e inizio ‘900 fece sì che queste strutture risultassero già obsolete a pochi anni dalla loro messa in servizio, rendendo di fatto la loro costruzione solo un grosso e dissennato sperpero di denaro pubblico … Il tempo passa, ma sembra che non si riesca ad imparare dagli errori del passato!

Ritornati all’ingresso della batteria, si continua lungo l’ampia carrareccia che si dirama a sinistra (segnavia ■■ e XX): questa costeggia pianeggiante il bastione sud-occidentale della batteria, mantenendosi sul bordo esterno dell’ampio fossato. Superata una bella garitta in pietre a secco, la carrareccia diventa sentiero, ed inizia a scendere con decisione. Dopo poche decine di metri, presso un tornante verso destra, si stacca a sinistra un evidente sentiero senza segnavia: si abbandona il sentiero principale per seguire questa diramazione che, con un paio di tornanti in discesa, si ricongiunge al segnavia XX. Si prosegue in discesa con numerosi tornanti, fra erba e cespugli, con bella veduta sulla sottostante borgata di Conscente, frazione di Cisano sul Neva, con la seicentesca chiesa di Sant’Alessandro. Trascurato un altro evidente sentiero che stacca a sinistra, indicato da alcune frecce rosse, si raggiunge la parte superiore del lineare costone che scende direttamente su Conscente: il sentiero lo discende molto ripidamente, mantenendosi sulla linea di massima pendenza, con percorso un po’ sconnesso. Sfiorata una prima volta una marcata mulattiera all’altezza di un tornante, si prosegue lungo il sentierino sul costone (sempre segnavia XX) fino a re-intercettare la mulattiera, ormai a poca distanza dalla chiesa. La si segue verso destra per qualche decina di metri poi, trascurata la prosecuzione del segnavia XX che continua a destra, si prosegue lungo questa mulattiera che aggira un costone boscoso e si innesta in breve sulla carrareccia ex-militare seguita all’andata, all’altezza del primo tornante (h 0,40 dalla Batteria Livernà).

Da qui, seguendo in discesa la carrareccia, si ritorna all’auto in h 0,10.

 

TEMPO TOTALE

h 3,15 - 4,00 a seconda della variante scelta

DISLIVELLO

420 m 450 m a seconda della variante scelta 

DIFFICOLTA’

E (brevi tratti EE per la variante b)

ULTIMO SOPRALLUOGO

8 febbraio 2015

PERIODO CONSIGLIATO

dal tardo autunno all’inizio della primavera

COMMENTI

Itinerario breve e poco faticoso ad un punto panoramico di prim’ordine sulla piana di Albenga e sui bassi corsi del Pennavaira e del Neva. Molto interessante la visita alle strutture ex-militari della Batteria Livernà e della postazione avanzata. Molto caratteristica la vetta della Rocca Livernà, con la sua affilata ed aerea crestina rocciosa.

Attenzione: nonostante la vicinanza della carrareccia alle tracce sul crinale, che sembrerebbe rendere facile il collegamento fra le due varianti a) e b) in qualsiasi momento, in realtà ciò non è così facile, a causa della quasi inestricabile barriera di arbusti (in gran parte spinosi!) che separano il crinale dal tracciato stradale sottostante. Insomma, se si sceglie di percorrere il crinale, tenere presente che dopo non è consigliabile cambiare idea …