Mondolè 2382 m - Via normale

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 16

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 18

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

DALLA CRESTA NORD-OVEST DEL MONDOLÈ VERSO LA SOTTOSTANTE COLLA BAUZANO E LA LUNGA DORSALE DELLA CIMA CARS

IL PERCORSO DI APPROCCIO ALLA GROTTA GHIACCIATA DEL MONDOLÈ DAL LAGO DELLE SCALETTE

 

PUNTO DI PARTENZA

Rifugio Balma (1839 m), raggiungibile dal Prato Nevoso (Valle Maudagna) in automobile su buona strada sterrata, oppure a piedi in h 1,15

Per i particolari dell’accesso, vedi itinerario Alle pendici del Mondolè.

 

ITINERARIO

Dal rifugio si segue la larga carrareccia fino alla vicina insellatura della Colla della Balma: qui la si abbandona per seguire una traccia che, nei pressi di uno skilift, risale il ripido pendio erboso a destra (nel 2014 palina di segnalazione divelta) fino al casotto di arrivo dell'impianto. 

Da qui la traccia (segnavia F6) piega a sinistra e taglia in salita le erbose pendici delle Rocche Giardina (2165 m, una ulteriore palina indica subito alle spalle dello skilift una variante più ripida e diretta, segnavia F3): belle vedute sull'ardito cono roccioso del Monte Fantino (2094 m) e sulla testata del Vallone Sbornina, con la Cima Ferlette (2394 m), la Cima della Brignola (2472 m) e la Cima Seirasso (2436 m). La traccia continua a tagliare in quota, alta sul fondo di un'ampia conca erbosa tributaria di Sbornina: raggiunto un piccolo ripiano con fitti cespugli, con alcuni tornanti il sentiero guadagna ulteriormente quota. Tagliata poi una piccola lingua petrosa, con un ultimo lungo traversone si raggiunge una larga insellatura erbosa, sullo spartiacque Corsaglia-Ellero, alla base della cresta Sud del Mondolè (2200 m, h 0,40). Si apre la vista sulla testata di Valle Ellero, con la Cima delle Saline (2612 m), le ardite calcaree Rocche Biecai, le Rocche di Serpentera e la paretona orientale della Cima Cars (2217 m). Oltre l'insellatura, ampi pendii erbosi digradano verso l'ampia conca di Piandimale, dominata dalla rocciosa Rocca dell'Inferno (2307 m). 

Di qui si svolta a destra e si segue una traccia che percorre, inizialmente, fedelmente lo spartiacque: oltre un tratto un po' più ripido ed una recinzione per il bestiame, si giunge ad un vasto ripiano carsico, sul versante Sud-Ovest del Mondolè. Sempre seguendo i segnavia, si risale un erto tratto di roccette e, per l'ultimo pendio, si giunge alla grande croce sulla vetta del Mondolè (2382 m, h 0,35 dalla sella 2200 m). Panorama fantastico, oltre che su tutto l'arco delle Alpi Liguri, anche sulla sottostante conca di Prato Nevoso e su tutta la pianura piemontese. 

Il ritorno, oltre che per l'itinerario di salita, può essere effettuato come segue: dalla vetta si segue il segnavia F1 per Artesina che, con panoramico percorso, segue fedelmente la facile cresta erbosa che compie un ampio semicerchio verso Nord, alta sull'enorme dolina (che ospita sul fondo il piccolo Laghetto del Mondolè, spesso ghiacciato) che caratterizza il versante settentrionale della montagna. Al termine della cresta, raggiunta la spalla di quota 2365 m, una discesa più sostenuta conduce sul margine Nord della dolina, dove si incontra un bivio: trascurato il segnavia F3, che prosegue pressoché in quota e risale poi verso le Rocche Giardina (diretto alla Colla della Balma, eventuale variante più veloce ma anche più ripida), si scende a sinistra per un solco erboso (traccia incerta, freccia F1 su un masso) e per un successivo ripiano cespuglioso. Tagliato un ripido scoscendimento, si scende per brevissimo tratto lungo un dolce pendio erboso (Piano delle Scalette); dopo una ventina di metri, presso un masso un po' discosto dal solco della traccia, si avvista una palina segnavia. Si lascia allora la traccia F1 (diretta ad Artesina) per proseguire verso destra sulla labile traccia del segnavia F3B, sull'orlo superiore del vasto tavolato erboso: attenzione, perchè oltre il bordo alti salti rocciosi precipitano verso la conca erbosa sottostante, dove occhieggia il Lago delle Scalette con un nuovo gias ristrutturato. Dopo lungo percorso in lieve discesa, si raggiunge lo sbocco superiore di una ripida valletta (Passo delle Scalette, 2070 m ), che scende fino in prossimità del laghetto con gias: si scende per questa valletta, lungo tracce poco evidenti (tratti in frana, sbiaditi segnavia), si lascia a destra la pianeggiante traccia diretta alla Grotta Ghiacciata del Mondolè (vedi nota sotto) e, per erbe e cespugli, si tocca il fondo della conca presso il Lago delle Scalette (artificiale, con canale scolmatore, h 1,00 dalla cima). 

Da qui si origina una carrareccia sterrata che, in moderata salita, taglia i pendii pascolivi alla base del versante Nord del Mondolè e che, superati alcuni caratteristici vecchi gias (Sella Balma, 1887 m), raggiunge nuovamente la Colla della Balma ed il rifugio (h 0,20 dal laghetto). 

 

Digressione alla Grotta Ghiacciata del Mondolè: si tratta di un profondo antro situato in un luogo assai impervio, a ridosso del versante settentrionale della montagna. La sua particolare collocazione, ed il fatto di essere in comunicazione ipogea con il sovrastante bacino del Laghetto del Mondolè, fanno si che al suo interno sia possibile osservare, per quasi tutto l’anno, un consistente deposito di ghiaccio, il che rende la breve ma faticosa e non banale digressione meritevole di essere effettuata.

Discesa la prima parte della valletta che fa capo al Passo delle Scalette, nel punto in cui le vaghe tracce svoltano decisamente a sinistra, si imbocca una traccia pressoché pianeggiante che taglia, facilmente ma un po’ scomodamente per l’abbondante vegetazione, il ripido pendio in direzione dei contrafforti rocciosi del Mondolè, mantenendosi alta sul sottostante Lago delle Scalette. Dopo un buon tratto, quasi al termine di una zona con massi, si notano sul ripido pendio erboso di destra le frecce blu (con evidente lettera “G”) che guidano verso lo sbocco inferiore di un ripidissimo canalino. Abbandonata la traccia orizzontale, che da qui in poi comunque diviene assai meno marcata, si rimonta con alcune svolte il pendio cespuglioso fino alla base delle rocce, entrando quindi da sinistra nel canalino avvistato in precedenza. Questo è molto ripido, ed il fondo è costituito da mobilissimi detriti che richiedono molta attenzione: una corda fissa aiuta a risalire questo primo tratto, quindi si deve superare un breve risalto non attrezzato, appigliato ma che può presentarsi viscido (breve passo di I°+, attenzione specie in discesa). Oltre il risalto una nuova lunga corda fissa consente di rimontare la seconda parte del malagevole canalino (fondo friabile e scivoloso) fino all’ampio pendio superiore, che si risale più comodamente con alcune svolte fino alla base della verticale placconata dove si apre la Grotta Ghiacciata (h 0,25 da dove si imbocca la traccia a mezza costa).

Il ritorno, da effettuarsi con la dovuta attenzione a causa del terreno molto friabile, oltre che per l’itinerario dell’andata può essere effettuato come segue: una volta ritornati sulla traccia pianeggiante a mezza costa, invece di ritornare nuovamente verso il Passo delle Scalette, è possibile proseguire in discesa diretta (frecce blu, vegetazione molto fastidiosa e pungente!) fin sulle sponde del sottostante lago, guadagnando circa 10 minuti rispetto al rientro normale.

 

TEMPO TOTALE

h 2,45 circa (h 3,30 con la visita alla grotta)

DISLIVELLO

500 m circa

DIFFICOLTA’

E (EE per la visita alla Grotta Ghiacciata)

ULTIMO SOPRALLUOGO

24 agosto 2014

PERIODO CONSIGLIATO

maggio - ottobre

COMMENTI

Itinerario molto breve, adatto per le mezze stagioni, quando sulle cime elevate c'è ancora neve: molto panoramico, molto semplice, poco faticoso. Abbastanza frequentato; attenzione durante il ritorno, tracce a volte non troppo evidenti. Interessante, specie nella prima parte di stagione, la visita alla grotta (in agosto spesso il ghiaccio scompare completamente).