Monte Nero per il "Sentiero dei Giganti"

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CARTINA CONSIGLIATA

I.G.C. scala 1:50.000 – Foglio 15

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 66

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL MONTE PENDINO, CON GLI ORRIDI DIRUPI SUL VERSANTE PENNAVAIRA, DALLA SELLA 825 M, DA DOVE INIZIA IL “SENTIERO DEI GIGANTI”

IL DIRUPATO E SELVAGGIO VERSANTE NORD DEL MONTE NERO DAL PRIMO TRATTO DEL “SENTIERO DEI GIGANTI”

DALLE DIRUPATE PENDICI DEL MONTE NERO VERSO CASTELBIANCO E LE SUE FALESIE

IL PICCOLO GRUPPO DEL POGGIO GRANDE DALLA SELLA AD OVEST DEL MONTE PENDINO

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Albenga (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si seguono le indicazioni per Pieve di Teco, imboccando l’ampia Valle Arroscia. Giunti all’ingresso di Ortovero, si svolta a destra in direzione di Vendone: la strada supera un costone, quindi prende a salire con numerosi tornanti verso le tante frazioni che costituiscono il comune. Superata la borgata Campi, si prosegue con altri tornanti fino a Castellaro, dove si incontra un bivio: si prende a destra per Arnasco, incontrando dopo alcune centinaia di metri il cartello indicante il Parco sculture di Rainer Kriester (sulla destra). Poco oltre si parcheggia in un piccolo slargo sulla destra (265 m, 11 km circa da Albenga).

 

ITINERARIO

Dallo slargo si segue a ritroso la strada asfaltata per poche decine di metri, per imboccare una rampa cementata che sale a destra. Proseguendo su una ripida rude carrareccia si guadagna la sommità di un costone (traliccio), quindi si prosegue pressoché in piano fra arbusti e coltivi. Con una breve discesa si raggiunge un piccolo piazzale al termine di una stradina asfaltata proveniente dalla borgata Vallone (località Crosa). Si prosegue lungo l’evidente carrareccia sterrata a destra, in moderata salita (radi segnavia e ++). Lasciata dopo poche decine di metri una diramazione a sinistra, che scende al cimitero, si prosegue a destra sulla carrareccia principale, che rimonta un poco marcato costone fra boschi e uliveti: questo costone darà la dirittura per la prima parte della salita. Più avanti, ad un nuovo bivio, si sceglie ancora la carrareccia di destra, che prende quota con un ampio tornante. Lasciata poco dopo la carrareccia principale, si prende a destra una sconnessa diramazione in salita indicata dai segnavia: dopo poche decine di metri la si abbandona per seguire a sinistra (segnavia poco visibile) una ripida e labile traccia che si inerpica fra gli arbusti, fino ad incrociare nuovamente la carrareccia nel punto in cui ritorna sul filo del costone con un ampio tornante. Visto l’attuale stato di pulizia di questa e delle successiva scorciatoie segnalate, con gli arbusti spinosi che spesso impediscono il passo, si consiglia in ogni caso di seguire integralmente il percorso della carrareccia, leggermente più lungo ma nettamente più agevole. Con lungo percorso nel bosco, a dire il vero un po’ monotono, la carrareccia continua a salire, mantenendosi preferibilmente sulla sinistra del costone: molto più in alto, raggiuntone nuovamente il filo, dopo un secco tornante la carrareccia termina. Dei due sentieri che proseguono si segue quello di destra (segnavia ) che, dopo una breve salita, traversa pianeggiante a destra nel fitto bosco di conifere fino ad intercettare un marcato sentiero segnalato che sale da Menosio (frazione di Arnasco). Seguendolo a sinistra, in faticosa salita, si supera un ripido tratto assai rovinato dal dilavamento, uscendo su una spalla erbosa ormai in vista del crinale principale Arroscia-Pennavaira. Seguendo i rari segnavia sulle rocce affioranti, si sale senza traccia per ampi prati inclinati fino ad intercettare una marcata carrareccia pianeggiante proveniente da Menosio che traversa poche decine di metri sotto il crinale (ometti nel punto in cui si raggiunge la carrareccia, utili soprattutto al ritorno). Seguendo la comoda carrareccia verso sinistra (segnavia ), con un breve tratto in salita si giunge all’ampia insellatura erbosa sul crinale Arroscia-Pennavaira (825 m, h 1,45 da Castellaro), aperta tra il Montenero (867 m, a Est) ed i contrafforti del Monte Pendino (923 m, a Ovest). Si apre la vista sull’opposto versante della Val Pennavaira, con le frazioni e le falesie di Castelbianco ai piedi del Monte Alpe.

Qui, presso un piccolo ometto di pietre, si abbandona la carrareccia che prosegue sul crinale (da cui si giungerà al ritorno) per seguire un marcato sentierino in leggera discesa che si abbassa sul lato Pennavaira: mancano indicazioni, ma questo è l’inizio del Sentiero dei Giganti.

Il sentiero, marcato e segnalato con abbondanti bolli rossi, taglia inizialmente in lenta discesa alla base di un verticale appicco roccioso sormontato da un traliccio poi, lasciata a destra una diramazione che scende ripida verso il fondovalle, prende a traversare con numerosi saliscendi alla base delle bastionate rocciose, che si fanno via via più selvagge ed imponenti. Con interessante percorso il sentiero si snoda tagliando per ripidi pendii boscosi, costoni  e cenge rocciose, con passaggi sempre facili ma in ambiente selvaggio ed impressionante. Oltre un severo anfiteatro roccioso, sovrastato da pareti strapiombanti che nulla hanno da invidiare a quelle delle Dolomiti, si raggiunge un cartello in legno che segnala la presenza dei resti di un’antica fornace da calce (Fornace di calce dei Giganti, anno 1850, h 0,30 dalla sella 825 m). Queste fornaci, assai diffuse un tempo nei pressi degli affioramenti calcarei, erano costituite da una camera cilindrica scavata nel terreno con pareti in materiale lapideo, in cui venivano introdotti il materiale roccioso e la legna che serviva da combustibile. La “cottura” prolungata ad alta temperatura (800-1000° per 6-8 giorni) della roccia calcarea (costituita da carbonati di calcio) liberava anidride carbonica e originava l’ossido di calcio (calce viva), materiale ancor oggi normalmente utilizzato nell’edilizia.

Proseguendo lungo il sentiero, si raggiunge poco dopo la sommità di un piccolo risalto, che si scende facilmente ma con attenzione seguendo i segnavia (pochi metri di grado), quindi si costeggia uno strapiombo giallastro con piccola grotta, raggiungendo un impluvio boscoso. I più recenti bolli rossi risalgono per breve tratto il letto asciutto di un rio fino ad una presa dell’acquedotto, poi riprendono a tagliare verso destra andando ad intercettare nuovamente la marcata traccia del sentiero, che senza raggiungere la presa dalla base dell’impluvio proseguiva nel traverso verso destra. Superato un tratto con frequenti lastronate calcaree, che consentono scorci assai interessanti verso la Val Pennavaira ed il Monte Galero, si aggira un ultimo costone, affacciandosi così sull’ampio e selvaggio vallone fra Monte Nero e Castellermo. Da questo punto il sentiero diventa una malagevole traccia che, seppur sempre riconoscibile, richiede un po’ più di attenzione e di passo sicuro. Con un lungo traversone pianeggiante si raggiunge un’evidente cengia rocciosa (buon punto panoramico), quindi si prosegue in leggera salita alla  base delle rocce del versante nord-ovest Monte Nero. In alcuni tratti i segnavia rossi sono stati inspiegabilmente cancellati con vernice grigia, ma il percorso rimane sempre individuabile abbastanza facilmente. Raggiunto l’ampio vallonetto che fa capo alla soprastante Colla di Curenna, lo si risale con ripidi tratti di faticosa salita: impressionanti vedute a sinistra sulle guglie rocciose del Giardino di Monte Nero, con i vertiginosi canaloni e i pinnacoli in incredibile precario equilibrio. Nell'ultimo tratto la pendenza diminuisce un po’ e, per gli ultimi prati, si supera un recinto in legno e si giunge all’insellatura boscosa della Colla di Curenna (885 m, h 1,15 dalla fornace da calce). Qui termina il Sentiero dei Giganti. L’insellatura è uno dei punti d’osservazione privilegiati sulle strutture rocciose del Giardino di Monte Nero, una delle storiche palestre di arrampicamento della Liguria di ponente.

Dalla colla si segue verso sinistra (Est) il marcato sentiero segnalato con il : questo, entrato nel bosco, si mantiene inizialmente in quota sul versante Arroscia fino ad un bivio. Qui si segue il ramo di sinistra, che riprende a salire con alcune ampie svolte fra gli alberi. Raggiunta la spalla a monte del Giardino (bella veduta sul Monte Castellermo), con un ultimo breve strappo si giunge sul bordo dell’ampio tavolato sommitale del Monte Nero. Con percorso pressoché pianeggiante si giunge in una radura fra gli alberi, dove sorge il piccolo ometto di pietre che indica la sommità del Monte Nero (981 m, h 0,20 dalla Colla di Curenna).

Sempre seguendo i segnavia, si percorre l’ampio crinale, fra prati e macchie di alberi, con alcuni begli scorci sul versante Arroscia. Con un tratto di discesa, su terreno più aperto, si giunge ad una prima insellatura, con belle vedute sui torrioni del versante settentrionale. Aggirato un dosso, si scende più decisamente ad un’ampia sella fra arditi pinnacoli, da dove con breve risalita si guadagna la sommità del Monte Pendino (923 m, centralina meteorologica sulla vetta, h 0,30 dal Monte Nero), che precipita con impressionanti dirupi verso la Val Pennavaira. Splendida vista sulla città di Albenga e la sua piana.

Con veloce discesa su una rude e ripida carrareccia sul filo del crinale si ritorna nuovamente alla sella 825 m, dove inizia il Sentiero dei Giganti (h 0,10 dal Monte Pendino).

Di qui, seguendo a ritroso il percorso dell’andata (fare attenzione ad individuare il punto giusto in cui abbandonare la carrareccia sul crinale e scendere per i prati fino alla spalla erbosa sottostante, dove si ritrova il sentiero marcato e segnalato), si ritorna a Castellaro e alla macchina (h 1,30 dalla sella 825 m).     

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa (h 1,45 per il solo Sentiero dei Giganti)

DISLIVELLO

1000 m circa (numerosi saliscendi lungo il percorso)

DIFFICOLTA’

EE

ULTIMO SOPRALLUOGO

9 dicembre 2018

PERIODO CONSIGLIATO

autunno e primavera, e nelle giornate invernali più miti (il Sentiero dei Giganti si sviluppa su un versante Nord, generalmente in ombra)

COMMENTI

Bel percorso, interessante sia dal punto di vista storico (antica fornace da calce) che ambientale. L’incredibile ambiente alla base degli strapiombi e dei vertiginosi torrioni del Monte Pendino e del Monte Nero, percorrendo cenge e pulpiti a picco sulla Val Pennavaira, è una “perla” quasi sconosciuta ma che ha poco da invidiare ai rinomati sentieri attrezzati della Dolomiti! Un po’ monotono, ma poco faticoso, l’accesso da Castellaro. Per quanto riguarda la denominazione del sentiero, essa fa presumibilmente riferimento ai torrioni rocciosi che lo sovrastano, assimilabili a giganti che sorvegliano il solco del Pennavaira.