Monte Aiéra 2713 m - Via normale

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 15

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 15

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

FOTOPERCORSO (DALLA PUNTA DI FENESTRELLE)

IL MASSICCIO DEL MONTE AIÈRA DALLA CONFLUENZA DEL GESSO DI ENTRACQUE CON IL GESSO DELLA VALLETTA

DAL COLLETTO ERBOSO SULLO SPARTIACQUE AIÈRA-BRUSÀ VERSO IL LUNGO CONTRAFFORTE FENESTRELLE-CIAMBERLINE

IL SOLITARIO E SELVAGGIO LAGO DELLA LÀUSA, IN UNA REMOTA CONCA DOVE NON GIUNGONO SENTIERI, DALLA VETTA DEL MONTE AIÈRA

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona), si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo e si risale la Valle Gesso. Superata Valdieri, si svolta a sinistra in direzione di Entracque, abbandonando la rettilinea prosecuzione per Sant’Anna, e si prosegue per circa 1 km. Si segue ora sulla destra una diramazione (“Rotabile del Genio”, ind. per San Giacomo) che sale con alcuni tornanti nel bosco, supera il Centro Visite del Parco Alpi Marittime e si porta presso la sommità della grande Diga della Piastra, che sovrasta Entracque. Si costeggia il grande bacino idroelettrico e, al suo termine, si lascia a destra il bivio per il Vallone della Rovina. La strada continua nello stretto fondovalle fino ai pochi casolari di San Giacomo di Entracque (1200 m, parcheggi liberi e a pagamento, posto tappa GTA, 63 km da Mondovì).

 

ITINERARIO

Si attraversa il Gesso della Barra su un ponte e, lasciata a sinistra un'area attrezzata (campeggio), si segue la rotabile asfaltata che si inoltra nel bosco e si inserisce presto nel Vallone di Mont Colomb. Con alcuni tornanti nella splendida faggeta, la strada raggiunge i fabbricati delle Ex Palazzine Reali (1250 m), oggi adibite a colonie estive. 

Di qui la rotabile, divenuta carrareccia sterrata, continua a salire nel bosco con una serie di tornanti, fino al modesto ripiano pascolivo dove sorge l'abbandonato Gias dell'Aiéra (1349 m, h 0,20): qui si abbandona la carrareccia, diretta al Pra del Rasur (vedi anche itinerari Cima del Tor e I ghiacciai del Pagarì) per imboccare una poco evidente mulattiera che, verso sinistra ed in moderata salita, taglia il prato sotto la diruta costruzione. 

Rasentato un boschetto, l'antica mulattiera di caccia prende a risalire con regolari tornanti il pendio erboso alle spalle del gias, detto Costa dell'Aiéra: dopo aver sfiorato la piccola forra del Rio Costa dell'Aièra, la mulattiera, ridotta in alcuni tratti ad incerta traccia, se ne allontana nuovamente, per attraversare alcune macchie di alberi in cui si possono apprezzare ancora gli splendidi muretti a secco che sorreggono i tornanti. Si apre intanto la visuale sulla testata del Vallone di Mont Colomb e sulla selvaggia costiera Fenestrelle - Ciamberline. Giunti in una macchia di faggi ai piedi di una paretina, la mulattiera sembra esaurirsi: in realtà, essa prosegue a sinistra, uscendo dal bosco e proseguendo per le ripidissime coste erbose. In questo tratto la mulattiera è quanto mai in rovina, e solo una vaghissima ed incerta traccia risale con ampi tornanti l'erto pendio. Più in alto, presso un tornante verso sinistra sorretto da un possente muraglione, riappare per un tratto l'antico tracciato in tutta la sua bellezza: con lungo traverso la mulattiera taglia due ripidi valloncelli e si dirige verso una evidente crestina rocciosa, che separa la Costa dell'Aiéra dalla contigua Valle di Brusà. Presso la base delle rocce il tracciato, qui nuovamente alquanto incerto, risale con una serie di tornantini il pendio (alcuni preziosi ometti), attraversa una lingua di pietrame e sale ancora fino ad un piccolo poggio, dove sorgono i ruderi di un'antica imposta di caccia (1845 m, h 1,40). 

Proseguendo a salire, per erte coste erbose (vaghissime tracce) si guadagna in breve ma con fatica l'ampio colletto erboso a monte della crestina rocciosa, sullo spartiacque Aiéra - Brusà (1942 m, h 0,20 dall'imposta di caccia). Magnifico panorama. Da questo punto, si evidenziano due piccole forre consecutive, che più in basso si uniscono per formare la Valle di Brusà. Si traversa quindi il ripido pendio oltre il colletto, in direzione della prima forra: in questo tratto occorre estrema attenzione, in quanto le tracce sono molto labili, ed il ripidissimo pendio si interrompe poco più sotto con un brusco salto roccioso (EE). Oltre un tratto cespuglioso si scende brevemente a tagliare il piccolo rio della prima forra: su una roccia vi è un comodo sistema per rifornirsi di acqua. Superato un brevissimo tratto di roccette dall'altra parte, si ritorna su erti pendii erbosi: seguendo i piccoli ometti, praticamente senza tracce, si risale un ripido pendio-canale erboso alla base di un salto roccioso, poi si taglia facilmente la seconda forra e, nuovamente in salita, si punta alla base di un evidente sperone rossastro più in alto (2202 m, h 1,00 dall'imposta di caccia). 

Da questo punto, inspiegabilmente, le tracce si fanno più marcate, e compaiono frequenti segni rossi ad indicare il cammino. Con numerosissimi tornanti di pendenza accentuata la traccia prende quota sui ripidissimi pendii erbosi sulla sinistra dello sperone rossastro, fino a raggiungere il colletto a monte dello sperone stesso. Proseguendo la salita, per monotone chine erbose, si supera un tratto detritico e si giunge all'altezza dell'ampia sella fra il Monte Aiéra e la Punta della Rùa (2785 m): con un ultimo breve tratto faticoso, senza tracce ma con orientamento evidente, si raggiunge la panoramicissima cima del Monte Aiéra (2713 m, h 1,20 dalla base dello sperone rossastro, h 4,00 complessivamente), sulla quale sorge la statua di una madonnina con un curioso sistema di illuminazione a pannelli solari. Dal libro di vetta, si possono contare circa 10 - 15 salite l'anno. Splendida veduta sulla conca di Entracque, sui contrafforti della Catena dell'Oriol, sul Gelàs, l'Argentèra e sui sottogruppi del Frisson e della Rocca dell'Abisso. Interessantissimo panorama anche sulla prosecuzione della Costiera del Monte Carbonè, con il piccolo Lago della Làusa che occhieggia alla testata dell'omonimo, abbandonato vallone. 

Ritorno per la stessa via in h 2,45  

 

TEMPO TOTALE

h 7,00 - 7,30 circa

DISLIVELLO

1500 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenatissimi

ULTIMO SOPRALLUOGO

19 luglio 2006

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Salita molto faticosa, per la verità un po' monotona nella parte superiore, ma che ripaga ampiamente con un superbo panorama su tutto l'arco delle Marittime. Il percorso, pur quasi sempre facile, non è mai banale a causa dell'orientamento, spesso precario, e dei pendii erbosi ripidissimi e scivolosi. Attenzione alle vipere! Ambiente di vetta solitario e stupendo.