Traversata della Serriera di Pignal 2662 m

 

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 14

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 84

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

SOSTA PRESSO LA SOGLIA GLACIALE DI INGRESSO AL VALLONETTO

IL VALLONETTO, DOMINATO DALL’OMONIMA TESTA, DALLA SELLETTA DEI CAMOSCI

LA TESTA DEL VALLONASSO E LA PIÙ LONTANA PUNTA MALADECIA DALLA SERRIERA DI PIGNAL

LA TESTATA DEL VALLONE DELLA GUERCIA, CON L’OMONIMO COLLE SULLO SFONDO, DOMINATO DALL’ARDITA QUOTA 2624

 

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, da dove si risale la Valle Stura.

Dall'abitato di Pianche ( 966 m ) si prende la diramazione a sinistra per il Vallone dei Bagni, si raggiungono i Bagni di Vinadio ( 1270 m ) e, trascurata la strada a destra per Besmorello, si prosegue sul fondovalle fino al villaggio di Strepeis ( 1281 m , 74 km da Mondovì): da qui, una strada asfaltata risale il Vallone dei Bagni e, con una serie di tornanti, raggiunge il caratteristico villaggio di San Bernolfo ( 1702 m , parcheggio a pagamento poco prima del paese). 

Fra le antiche case si trova l'accogliente Rifugio Dahu de Sabernùi.

 

ITINERARIO

Dal parcheggio si prosegue brevemente lungo la strada: quando questa effettua un tornante a destra per salire all'abitato, si segue una carrareccia a sinistra che attraversa il Rio Corborant su un ponte ed entra nello splendido bosco di conifere. Lasciata a monte della carrareccia una fresca sorgente, si continua fino a giungere in breve ad un bivio: si trascura a destra la diramazione che prende a salire con decisione in direzione del Rifugio De Alexandris-Foches al Laus (vedi anche itinerario Traversata dell’Autaret) e si prosegue dritti, in lieve discesa, sempre nel lussureggiante bosco. Appena superato il ponte gettato sul rio che scende direttamente dal soprastante Lago di San Bernolfo, si prende a destra la diramazione per il Vallone della Sauma (1609 m, h 0,15 dal parcheggio, paline).

La mulattiera sassosa s’innalza in diagonale verso nord-est, poi con qualche tornante tra gli alberi si inserisce nel Vallone della Sauma, che risale sul versante sinistro idrografico. Guadagnando quota nell’abetaia, la mulattiera si riduce a sentiero. Più in alto la pendenza diminuisce, il vallone si allarga e il bosco misto di larici si dirada un poco. Procedendo su terreno erboso fra radi alberi, il sentiero si avvicina al Rio della Sauma, poi sale di fianco ad esso. A quota 1980 m circa si attraversa il rio, e si prosegue tra erba e massi risalendo l’ampio vallone sul fianco destro idrografico, mentre il rio si rinserra in un solco roccioso. Con un ultimo breve strappo si giunge ad un bivio (palina e scritta su un masso, h 1,15 dal bivio per il Vallone della Sauma).

Lasciato a sinistra il sentiero che raggiunge in breve l’ormai vicino Passo della Sometta, si prosegue lungo il sentiero di destra, che si mantiene sul bordo del solco scavato dal rio fino ad una conca prativa, sovrastata sulla destra dalle due cime rocciose della Testa del Vallonasso (a sinistra) e della Testa del Vallonetto (a destra). Seguendo i segnavia __ si effettua un ampio semicerchio, poi si attraversa nuovamente il rio e, piegando a destra, si sale in diagonale fra erba e massi. Raggiunta una macchia di larici si svolta a sinistra, per innalzarsi più direttamente su traccia ripida ma ben segnalata fra massi, cespugli e radi alberi, fino al bordo di un ripiano, da cui si origina verso l’alto il selvaggio Vallonetto. Costeggiando il bordo del ripiano verso destra, sempre seguendo i segnavia, si raggiunge in pochi minuti la conca che ospita il piccolo Lago della Sauma (2132 m, h 0,30 dal bivio).

 

Si tratta di uno specchio d’acqua privo di immissario ed emissario, situato su un ripiano di origine morenica, a mezza costa sul versante nord-est della Testa del Vallonetto. Il toponimo “sauma” deriva probabilmente dal provenzale saumo “asina, mula”, animali usati dai montanari (notizie tratte da: A. Parodi, R. Pockaj, A. Costa: “Tra Marittime e Cozie: escursioni nella valli Stura, Grana, Tinée e dintorni”)

 

Senza scendere fino al lago, dalla sommità del dosso che lo precede si devia a sinistra, iniziando a rimontare al meglio lungo la massima pendenza il ripido pendio con arbusti e radi alberi che immette nel soprastante solco del Vallonetto. Con un tratto faticoso ma breve si giunge alla soglia glaciale vera e proprio del valloncello, dove la vegetazione praticamente termina: da qui in poi grandi pietraie, intervallate da brevi lingue di magra erba, caratterizzeranno la salita. Rimontando al meglio la distesa di grossi massi, mantenendosi sulla sinistra idrografica, ai piedi dei salti rocciosi della Testa del Vallonetto, si guadagna quota faticosamente ma con facilità, fino a portarsi verso il centro del vallone, seguendo l’evidente dorso di una antica morena. Dopo un tratto pianeggiante su grossi massi si giunge ai piedi di una nuova impennata, che si supera verso sinistra, lungo un costone con erba e massi dove la salita risulta più agevole. Alla sommità del costone si procede in saliscendi per alcune successive conche detritiche (bellissima vista sull’ardita Testa del Vallonetto) fino alla testata del valloncello, ormai in vista della Serriera di Pignal e della Selletta dei Camosci, ampia insellatura in alto a sinistra. Appena possibile si devia a sinistra e, rimontando al meglio il pendio di detriti e magra erba (EE, splendide fioriture di rododendri a fine giugno) si guadagna faticosamente l’ampia insellatura detritica della Selletta dei Camosci (2500 m. c., h 1,15 dal Lago della Sauma). Fantastica veduta sull’elegantissimo castello sommitale della Testa del Vallonetto e, sull’opposto versante, sul selvaggio valloncello della Gorgia Laghi, dominato dalla Testa Rognosa della Guercia. In lontananza svettano la Serra dell’Argentéra ed il Monte Matto.

Dal valico si volge ora a destra, attaccando la poco inclinata cresta Nord-Est della Serriera di Pignal. Questa è costituita da grossi massi e fasce erbose, e si risale con facili passaggi quasi mai obbligati, incontrando difficoltà assai discontinue di e I°+ (difficoltà complessiva F). Raggiunta una sorta di spalla poco accentuata, un ultimo breve tratto su roccette un poco più continue (ma sempre facili) consente di raggiungere la sommità della Serriera di Pignal (2662 m, h 0,30 dalla Selletta dei Camosci, piccola croce e libro di vetta). Magnifico panorama sulle testate dei valloni della Guercia e della Gorgia Laghi, dominati dalla Testa Rognosa della Guercia e dalla Testa dell’Autaret. Verso Nord lo sguardo spazia fino a Rocca la Meja e, se il meteo lo consente, al Monviso, mentre verso Est, oltre la dorsale Testa Gias dei Laghi – Monte dell’Aver, biancheggiano i nevai del Matto e dell’Argentéra. Verso Ovest, infine, oltre la dorsale Collalunga – Rocca di San Bernolfo, svetta l’elegante Cima del Corborant e le sue vette satelliti.

Dalla vetta si segue brevemente la comoda cresta, scendendo ad un’anticima erbosa immediatamente a Sud: da qui, abbandonando il filo (che diventa affilato e impegnativo) si scende facilmente (anche se con attenzione per via dell’estrema ripidezza) tendendo a sinistra, verso la testata della Gorgia Laghi. Con erta discesa su pendii erbosi a precipizio si perde quota (qualche ometto), puntando ad un sottostante piccolo laghetto: quando si intuisce che il pendio è interrotto da un salto, un provvidenziale ometto indica la prosecuzione della discesa lungo un ripido canalino di erba e pietre (attenzione alla friabilità!) che consente di raggiungere, su terreno meno ripido, le vaste lingue di pietrame che scendono verso il fondo del valloncello, presso il laghetto. Senza raggiungerlo, si prosegue ora a mezza costa, in leggera ma costante salita, seguendo una evidente traccia segnalata da rari ma evidenti ometti, che rimonta la Gorgia Laghi sul suo lato sinistro idrografico: con percorso a tratti faticoso ma facile ed evidente, si rimonta la testata del valloncello raggiungendo infine, con qualche tornante finale, l’ampia mulattiera ex-militare proveniente dal Colle Saboulè e diretta al Passo del Bue, presso i ruderi di un ricovero (paline). Con gli ultimi tornanti si guadagna, verso destra, lo stretto intaglio del Passo del Bue (2603 m, h 1,00 dalla Serriera di Pignal, paline).

 

Riguardo al curioso toponimo, nella “Guida dei Monti d’Italia” (Alpi Marittime, vol. II) si legge: «Immediatamente a nord del punto nodale si apre un passaggio sulla costiera, anticamente frequentato dai contrabbandieri di bestiame, noto appunto come Passo del Bue». Parrebbe però un passaggio troppo impervio per farvi transitare dei bovini. Più realistica sembra l’interpretazione data da Michelangelo Bruno: «La difficoltà di transito, lungo l’esposto ed elevato passaggio, fa pensare ad un probabile errore di trascrizione Bue per Buc = maschio della capra». (Alpi sud-occidentali, viaggio tra immagini e nomi di luoghi, pagg. 217-218).

 

Dal passo si svalica sul versante Vallone della Guercia lungo un esposto sentierino che traversa in quota su strette cenge a precipizio (nel primo tratto catene, EE). Con numerosi tornanti, sempre esposti ancorché facili, il sentierino ex-militare perde quota per il precipite versante e conduce ai piedi della bastionata, presso la diruta casermetta a guardia del valico del Colle della Guercia (2457 m, h 0,30 dal Passo del Bue).

Non rimane ora che seguire in discesa l’ampia mulattiera che divalla nella comba terminale del vallone e, con un tratto in leggera risalita, giunge dall’alto in corrispondenza della soglia glaciale del vallone. Con alcuni ripidi tornanti il sentiero scende alla piccola comba detritica all’inizio del vallone superiore, da dove si scende con percorso tortuoso prima su detriti, poi su un pendio di magra vegetazione, al Lago di San Bernolfo e, passando per il Rifugio de Alexandris-Foches al Laus, si ritorna a San Bernolfo (h 1,30 dal Colle della Guercia).

 

 

TEMPO TOTALE

h 6,45 – 7,00

DISLIVELLO

1150 m circa

DIFFICOLTA’

EE allenati (F la cresta Nord-Est della Serriera di Pignal, con alcuni brevi passi di I°/I°+, lunghi tratti senza tracce su terreno detritico)

ULTIMO SOPRALLUOGO

9 luglio 2023

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - settembre

COMMENTI

Giro ad anello di ampio respiro, in ambienti assai poco frequentati. Nonostante il parcheggio di San Bernolfo probabilmente pieno, su questo anello si incontreranno ben poche persone! Pittoresco il piccolo Lago della Sauma, interessante la risalita del Vallonetto, con istruttive vedute sulle poco conosciute cime di questo piccolo settore. Molto panoramica la vetta della Serriera di Pignal, il ritorno è anch’esso meritevole, con il caratteristico passaggio del Passo del Bue (che richiede attenzione!) e la comoda discesa per il Vallone della Guercia. Ottime possibilità di ristoro al Rifugio Laus. Consigliatissimo!