Anello dei Forti di Genova

Home Appennino Ligure Alpi Liguri Alpi Marittime Alpi Cozie Valle d'Aosta Dolomiti Altre zone Su e giù per la Riviera Ligure Mailing List

 

CARTINA CONSIGLIATA

-

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - APPENNINO LIGURE

SCHEDA N. 13

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

DALLE CASE SOPRA BEGÀTO APPARE LA SEVERA SAGOMA DEL FORTE FRATELLO MINORE

IL SEVERO EDIFICIO DEL FORTE DIAMANTE

SCENDENDO DAL FORTE DIAMANTE VERSO IL MONTE SELLÀTO ED I PERCORSI DI ANDATA E RITORNO

IL CRINALE BISAGNO-TORBELLA, CON I FORTI PUÌN, SPERÒNE E BEGÀTO ED IL TRACCIATO DELLA SECONDA PARTE DELL'ITINERARIO

IL CRINALE DEI "DUE FRATELLI", CON PARTE DELL'ITINERARIO PERCORSO, DAI PRESSI DEL FORTE PUÌN

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Genova Aeroporto (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si svolta a sinistra e, lungo la Via Aurelia, si raggiunge Genova Sampierdarena. Superato il ponte sul Torrente Polcèvera, si svolta a sinistra in direzione di Bolzaneto: alla rotonda nei pressi del cavalcavia ferroviario si abbandona il fondovalle e si sale a destra, dapprima moderatamente, poi a tornanti fra giganteschi condomini, in direzione di "Begàto paese". Giunti sulla sommità di un costone (chiesa a sinistra), si abbandona la strada principale che inizia a scendere per seguire a destra una stretta stradina asfaltata che si inoltra sulla destra idrografica della breve e verde Val Torbella: superate numerose case sparse, si giunge alla piccola piazzetta di Begato (262 m, piccolo bar-ristoro, 14 km da Genova Aeroporto, scarse possibilità di parcheggio).

 

ITINERARIO

Dalla piccola piazzetta (capolinea degli autobus) si sale lungo la scalinata che raggiunge la soprastante chiesa parrocchiale. Si prosegue lungo una stretta viuzza che, con andamento serpeggiante, si inoltra fra le case. Con una lieve discesa, ci si immette in una stretta "crösa" dal selciato a mattoni, che va seguita verso sinistra, in salita. Fra belle villette, la stradina diventa asfaltata e raggiunge una sella boscosa (327 m, h 0,10 dalla piazza).

Si abbandona a questo punto la stradina per imboccare un evidente sentiero sulla destra (segnavia e ). Fra fatiscenti recinzioni il sentiero si inoltra nel fitto bosco, che inizia poi a risalire con pendenza moderata: da qui iniziano i cartelli bianco-verdi del "Percorso storico-naturalistico Begato-Forte Fratello Maggiore" (Parco Urbano delle Mura). Con alcuni ampi tornanti, il comodo sentiero esce dal bosco (bella vista sul paese di Begàto) e raggiunge la sommità di un costone erboso (490 m), da dove, oltre la testata della Val Torbella, appare il crinale displuviale Polcevera-Bisagno, sul quale si stagliano le sagome dei forti Puìn, Sperone e Begato. Si abbandona qui il segnavia , che prosegue in piano, per seguire a sinistra il che prosegue lungo il crinale erboso. Con un tratto di salita fra erba e arbusti si giunge sulla sommità di un'altura, da cui si gode di ottimo panorama sulla media Val Polcevera e da dove appare, sulla sommità del fronteggiante Monte Spino, la sagoma del piccolo Forte Fratello Minore. Con percorso dapprima pianeggiante, quindi con un ultimo tratto in breve ma assai ripida salita lungo la cresta, si raggiunge la sommità del Monte Spino (620 m), dove sorge l'imponente bastione del Forte Fratello Minore (h 0,45 dalla sella boscosa). Nato nel XVIII° Secolo come semplice ridotta, nei primi decenni dell'800 fu trasformato in forte vero e proprio dal Genio Militare Sardo: con il vicino Forte Fratello Maggiore, costituiva un complesso di fortificazioni noto, nel Genovesato, come "I due Fratelli".

Aggirato, sulla destra, l'imponente muraglione meridionale del forte, si sale in pochi passi alla mulattiera di servizio allo stesso, proprio di fronte all'ingresso (posto sul lato Est, oggi inaccessibile in quanto il ponte di accesso è da tempo crollato). Di qui si prosegue verso oriente, seguendo un ampio sentiero pianeggiante che si mantiene nei pressi del crinale: quando si incontra un evidente bivio, si abbandona la più larga mulattiera di destra, che prosegue a mezzacosta, per continuare lungo il sentiero che si mantiene sul filo di cresta e, con alcune comode svolte, raggiunge la sommità del Monte Sellato (644 m, h 0,10 dal Forte Fratello Minore), dove si notano i ruderi dei baraccamenti e le vecchie piazzole per l'artiglieria sorte dopo la demolizione del Forte Fratello Maggiore, che qui sorgeva. La sommità del Sellàto, infatti, ospitò a partire dai primi anni del 1800 il complesso del Forte Fratello Maggiore, "gemello" del vicino Forte Fratello Minore: la demolizione del forte, avvenuta fra il 1930 ed il 1937 per ordine del Regime Fascista, fu ritenuta necessaria per far posto all'installazione di quattro piazzole per artiglieria antiaerea (di cui ancora oggi sono visibili i resti), utilizzate probabilmente dai Tedeschi dopo l'8 settembre 1943. La demolizione dello storico edificio sollevò, anche allora, più di una polemica, trattandosi comunque di un complesso monumentale andato perduto per sempre.

Dalla sommità del Monte Sellàto appare, verso Nord, la regolare piramide erbosa del Monte Diamante, sormontato dall'omonimo forte: scendendo lungo il ripido crinale, seguendo un sentiero terroso che, specie dopo le piogge, può risultare fastidiosamente scivoloso, si raggiunge abbastanza velocemente l'ampia insellatura del Colle del Diamante (555 m, h 0,10 dal Monte Sellato, bel panorama sul paese di Trensasco e sulla Val Bisagno), dove si incontra un crocevia di sentieri.

Proseguendo lungo l'ampia mulattiera lastricata marcata col segnavia , si risale con numerosi ampi tornanti il versante meridionale del Monte Diamante raggiungendo la sommità dello stesso, dove sorge il complesso e monumentale edificio del Forte Diamante (650 m circa, h 0,15 dal Colle del Diamante). Costruito fra il 1756 e il 1758, il forte ha da allora costituito il primo e più importante baluardo difensivo contro gli attacchi da Nord per la città di Genova. Per la sua forma particolare (che dall'alto ricorda una stella) e per la sua posizione dominante è uno dei più caratteristici e suggestivi forti genovesi. Nonostante il lungo abbandono e i deprecabili episodi di vandalismo che si sono succeduti nel corso degli anni, l'edificio è ancora in discrete condizioni e, seppur chiuso con un robusto cancello, anche il percorso lungo le mura esterne è già di per sè assai interessante, sia per le particolari soluzioni costruttive che per gli ampi panorami sulle valli Polcevera e Bisagno, fino a Genova ed al Mar Ligure.

Ritornati al Colle del Diamante, si prosegue lungo la pianeggiante mulattiera (segnavia ) che taglia a mezzacosta il versante Est del Monte Sellato, alto sulla bassa Val Bisagno: più in basso si scorgono i serpeggianti binari della linea ferroviaria Genova-Casella. Fiancheggiata una caratteristica placca rocciosa inclinata (segno giallo), si raggiunge un'ampia sella erbosa (547 m), posta la piede della spalla Sud-Est del Monte Sellato, ormai nuovamente sul crinale Bisagno-Torbella: il sentiero che si stacca a destra è quello che raggiunge direttamente il Forte Fratello Minore (e che si è abbandonato risalendo la cresta del Monte Sellàto). Con bellissimo panorama sulla città di Genova, su Sestri Ponente e sulle valli Bisagno e Polcevera, si prosegue lungo il comodo crinale erboso, in direzione delle evidenti fortificazioni che lo dominano. Oltre un poggio con grosso ometto di pietre, si scende velocemente ad una insellatura: qui conviene abbandonare la larga mulattiera segnalata, che aggira il successivo rilievo sul lato Torbella, per seguire un ripido sentierino che sale in breve ai piedi del severo bastione del Forte Puìn (507 m, h 0,35 dal Forte Diamante). Edificato più o meno contemporaneamente ai non lontani "Due Fratelli", è il più piccolo dei forti genovesi. È costituito da un massiccio torrione quadrato che poggia su alti bastioni a forma di stella: dopo essere appartenuto per molti anni a privati, che l'avevano adibito ad abitazione civile, oggi viene utilizzato come centro di incontro per gruppi e scolaresche dall'Ente Parco delle Mura. Quanto al toponimo, pare che il nome "Puìn" derivi dal dialetto genovese con significato di "padrino", probabilmente con significato di "protezione" che questo forte può esercitare sopra i Due Fratelli. A sostegno di questa teoria, la costruzione in pietra, di cui si possono notare ancora oggi i ruderi poco sotto il forte (e che qui sorgeva già in epoca antecedente alla costruzione del forte stesso), è nota nella zona come "Baracca du Puìn".

Costeggiato il bastione Est del forte (lato Bisagno), con bellissima vista sul centro di Genova, si raggiunge una nuova ampia sella, dove si ritrova la mulattiera segnalata con e dove sorge una curiosa colonnina: qui si può imboccare anche la breve rampa lastricata che sale al cancello di ingresso del forte. Lasciato a sinistra lo stacco del "Sentiero delle Farfalle" (cartello), si prosegue lungo il crinale per la comoda mulattiera, che da qui diventa quasi una carrareccia. Superati numerosi ruderi di antiche costruzioni ed una zona con antenne per telecomunicazioni, si scavalca un breve ponte in pietra portandosi nuovamente sul versante Torbella: seguendo un sentierino a sinistra di nuovo sul filo del crinale, si può raggiungere il piede della grande costruzione del Forte Sperone (500 m circa), sulla sommità del Monte Peralto, altrimenti si continua nel bosco sulla carrareccia che rimane ai piedi del lato occidentale delle imponenti Mura Nuove, un grandioso complesso fortificato che racchiudeva al suo interno, con la forma di una "V" rovesciata, la città di Genova. In ambiente purtroppo sempre più degradato a causa dei grossi depositi di immondizia ai lati del sentiero, si costeggia tutto il lungo complesso del forte, fino ad uscire in un ampio spiazzo nel bosco dove c'è un crocevia di sentieri (425 m circa, h 0,30 dal Forte Puìn). 

Andando a sinistra, si supera un grande cancello aperto nelle Mura Nuove raggiungendo una strada asfaltata (tabellone): seguendo la strada verso sinistra si raggiunge in breve l'ingresso dell'imponente Forte Sperone: realizzato fra il XVIII° e il XIX° Secolo al vertice delle Mura Nuove, il complesso fu un punto chiave delle fortificazioni genovesi. Oggi, in gran parte restaurato, ospita mostre e manifestazioni, e da marzo a novembre è aperto al pubblico con visite guidate. Seguendo invece la strada verso destra, si raggiunge in qualche centinaio di metri il grande piazzale davanti all'ingresso del Forte Begato (453 m): costruito tra il 1818 e il 1829 su una zona di pre-esistenti fortificazioni, esso costituiva una vera e propria cittadella comprendente diversi stabilimenti militari, un parco di artiglieria ed un considerevole acquartieramento di truppe. Primo tra i forti genovesi ad essere completamente restaurato grazie ad ingenti fondi della Comunità Europea, con grandi prospettive di utilizzo e fruizione, in puro "italian style" oggi è chiuso e completamente abbandonato a sè stesso.

Tornati allo spiazzo nel bosco, si segue verso Sud-Ovest l'ampio sentiero segnalato con ■■ e che traversa pressochè pianeggiante nel bosco sotto il Forte Begato. Dopo un centinaio di metri, si lascia un sentiero meno evidente che prosegue dritto e si svolta con decisione a destra, mantenendosi sui medesimi segnavia: con lentissima discesa il largo sentiero, nel fitto bosco, perde quota con alcuni lunghissimi tornanti (all'inizio, purtroppo, molti rifiuti sporcano il sottobosco), sfiora un paio di vecchie carcasse d'auto e si immette, molto più in basso, in una stradina asfaltata presso alcune case isolate (h 0,40 dallo spiazzo nel bosco).

Si segue la stradina in discesa, verso destra: fiancheggiando case sparse e poderi, la rotabile (stretta ma sempre asfaltata), perde quota in discesa moderata quindi, superato un piccolo rio, scende più ripidamente fra le case fino ad un ponte sul Torrente Torbella. Superato il ponte, si abbandona l'asfalto per seguire a destra una "crösa" scalinata in ripida salita (segnavia ): con faticoso percorso fra vecchie abitazioni (alcune abbandonate) ci si immette più in alto in una via asfaltata pressochè pianeggiante (Via Begato). Proseguendo verso sinistra, si giunge ad un ponte su un rio: oltre il ponte, si segue a sinistra in salita Via Negrotto Cambiaso e, in beve, si ritorna nella piazza principale di Begato (h 0,20 dal termine del sentiero).

 

TEMPO TOTALE

h 3,45 circa (escluse eventuali visite ai forti)

DISLIVELLO

550 m circa (numerosi, anche se brevi, saliscendi)

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

3 novembre 2013

PERIODO CONSIGLIATO

dall'autunno alla primavera

COMMENTI

Bel giro ad anello, da effettuarsi preferibilmente in una fresca e limpida giornata autunnale o invernale, alla scoperta del "Parco Urbano delle Mura", che racchiude al suo interno le fortificazioni erette all'inizio del XIX° Secolo a difesa del ponente genovese. Non troppo faticoso.