18. La Valle Ibā e il Monte Pesalto

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI 1:25.000 - foglio 20

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - SU E GIU' PER LA RIVIERA LIGURE

SCHEDA N. 18

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

L'ISOLA GALLINĀRA DALLA FRAZIONE PEĀGNA

IL BELLISSIMO ED ANTICO PONTE IN PIETRA PRESSO LA CASA TRINCHELLA

UN PITTORESCO TRATTO DEL RIO IBĀ

UNA BELLA CASCATA NELLA MEDIA VALLE IBĀ

LA LUNGA CRESTA DEL MONTE PESĀLTO DALLA SELLA ALLA TESTATA DELLA VALLE IBĀ

LE ALPI LIGURI INNEVATE DALLA CRESTA DEL MONTE PESĀLTO

IL PERCORSO DI DISCESA DAL MONTE PESĀLTO

 

INTRODUZIONE

La Valle Ibā č un lungo e selvaggio vallone che, dai pressi dell'abitato di Peāgna (frazione di Ceriāle) si incunea per quasi 6 km fra i massicci del Monte Croce-Poggio Grande e del Monte Pesālto-Poggio Cerčsa, parallelamente alle maggiori valli Neva e Varatčlla.

Il Rio Ibā, che la incide interamente dalla testata, oltre l'abitato di Peāgna e fino al mare prende il nome di Torrente Torsčro: in questo tratto č stata istituita, a partire dal 1985, la Riserva Regionale del Rio Torsčro, con lo scopo di tutelare uno dei pių interessanti siti di affioramento di fossili marini del periodi pliocenico del nord Italia. A Peāgna un interessante museo (Museo "Silvio Lai") custodisce numerosi reperti fossili raccolti nel sito, oggi purtroppo notevolmente impoverito da decenni di miopi interventi edilizi ed infrastrutturali, oltre che dal degrado ambientale.

La Valle Ibā, invece, si č mantenuta intatta, selvaggia e pittoresca: nella parte bassa un bel percorso botanico adatto a tutti consente di raggiungere una caratteristica area pic-nic: continuando, con percorso via via pių selvaggio ed interessante, si raggiunge la zona di Poggio Cerčsa, da dove i panorami si ampliano dalla piana di Albčnga alle Alpi Liguri.

Il Monte Pesālto, che si allunga come una prua di nave verso Campochiesa, consente di ammirare un panorama ancora pių ampio ed istruttivo. La discesa, attraverso ripide tracce un po' incerte, richiede un minimo di esperienza ed intuito. 

 

PUNTO DI PARTENZA:

Da Borghetto Santo Spirito  (uscita dell'autostrada A10 Genova-Ventimiglia) si segue la strada verso Ceriāle, superando Capo Santo Spirito: raggiunta la grande rotonda ovale presso la chiesa di San Rocco, si devia a destra lungo Via Romana. Dopo alcune centinaia di metri si svolta ancora a destra, in salita, lungo Via Magnone: superata l'autostrada, si prosegue in Via Vecchia di Peāgna e si giunge cosė all'abitato di Peāgna (122 m, 3 km da Ceriale). 

Passando a fianco del Museo Lai, si imbocca Via Tecci Paverne, che si segue fra poderi ed uliveti fino ad un deciso tornante verso destra (160 m circa): si posteggia l'auto poco oltre, in un ampio spiazzo sulla destra.

 

ITINERARIO

Ritornati in breve al tornante, si prende un sentierino (segnavia ) che parte dall'esterno curva e si inoltra, inizialmente pianeggiante, nel prato. Con un breve tratto in discesa il sentiero si porta sulle sponde del Rio Ibā, che supera a guado (qualche difficoltā in caso di acqua abbondante): con una breve risalita in diagonale nel bosco, il comodo sentiero va ad intercettare una carrareccia sterrata presso uno spiazzo (h 0,10, tabellone indicatore del "Sentiero Naturalistico"). 

Trascurato un sentiero che sale fra gli alberi (segnavia blu, vedi sentiero di discesa), si segue la sterrata verso destra (sempre segnavia e P1), in piano o leggera salita, mentre si inoltra nel bosco lungo il rio: ad intervalli regolari numerosi cartelli illustrano le varie specie vegetali presenti nei dintorni, mentre alcuni tavoli con panche invitano a riposanti soste. Superato il rio a guado (normalmente in questo tratto il ruscello č asciutto, ma dopo abbondanti piogge il passaggio puō risultare complicato se si ha paura di bagnarsi!), si prosegue sempre lungo il fondovalle, ora sulla sinistra idrografica: con begli scorci sul rio e sul bosco lussureggiante, si giunge ad un caratteristico ponte in pietra che immette nella bella radura dove sorgono i ruderi della Casa Trinchella (h 0,35 da dove si incontra la strada sterrata). Una leggende narra che la casa fu costruita, antecedentemente al XIX° Secolo, da un ex navigante che, stanco del mare, costruė la sua abitazione in un luogo da cui non fosse visibile la costa. La radura, attrezzata con numerosi tavoli da pic-nic e la cui pulizia č meritoriamente curata dai volontari dell'AVIS di Ceriāle, invita a lunghe e piacevoli soste.

Sul lato opposto della radura si prosegue lungo un comodo sentiero che, sempre col medesimo segnavia e P1, continua a mantenersi a fianco del ruscello. Con pendenze sempre assai modeste, si prosegue inoltrandosi sempre pių nella selvaggia valletta, superando svariate volte il corso d'acqua, con difficoltā variabili a seconda della portata. A quota 305 m si lascia, a destra, lo stacco della Variante al P1 diretta a Poggio Grande e si prosegue lungo il segnavia principale. Dopo un guado su lastronate rocciose, a valle delle quali il rio precipita con un bella cascatella, un tratto particolarmente ombroso introduce al punto in cui il ruscello scorre in una gola rocciosa molto caratteristica: con breve discesa il sentiero raggiunge il fondo della gola, che si percorre per breve tratto nel letto del rio. Poco oltre si giunge ai piedi di un costone, a sinistra e a destra del quale due bellissime cascate scendono da brevi salti rocciosi: il posto, selvaggio e solitario, risulta assai pittoresco (h 0,25 da Casa Trinchella).

Guadato nuovamente il rio, si rimonta il filo del costone per alcune decine di metri, con percorso assai ripido e faticoso: raggiuntane la sommitā presso una radura, si prosegue verso sinistra con pendenze moderate, risalendo il solco superiore della valle. Man mano che si sale, con percorso in qualche tratto un po' infastidito dalla rigogliosa vegetazione, si aprono scorci panoramici interessanti sul selvaggio versante settentrionale del Monte Pesālto, nonchč sugli splendidi laghetti che il ruscello forma di quando in quando. 

Con un tratto di salita pių decisa a tornanti si guadagna quota pių velocemente, quindi nuovamente in moderata pendenza si traversa sul versante sinistro idrografico della valletta superiore fino a raggiungere una fantastica ed inaspettata pineta: fra altissime rade conifere il ruscello scende con piccole cascatelle, un quadro veramente idilliaco! Qui, poco prima di un'evidente striscia rossa su un tronco, si abbandona il segnavia e P1 fin qui seguito (diretto al non lontano Poggio Ceresa, vedi itinerario n. 21) per prendere un evidente sentiero che scende a sinistra a guadare il rio (560 m, h 0,35 dai piedi del costone fra le due cascate).

Subito oltre il corso d'acqua, su una roccia, si nota ancora un segnavia sbiadito. Il sentiero, sufficientemente marcato anche se non segnalato, taglia in diagonale da destra a sinistra fra i pini il pendio (qualche sbiadito segno rosso sui tronchi), uscendo dall'impluvio della valletta e raggiungendo in breve un tratturo segnalato con il simbolo . Seguendo verso sinistra, in lieve discesa, il tratturo, con belle vedute su tutto lo svolgimento della Valle Ibā, si raggiunge un colletto con un grosso roccione, da dove ci si affaccia in modo spettacolare sulla piana di Albenga e sull'abitato di Cisano sul Neva, posto proprio sotto di noi, all'imbocco dell'omonima valle.

Proseguendo lungo il crinale, si continua lungo il segnavia , con vedute che si ampliano sempre pių su Albenga, sull'Isola Gallinara e, alle spalle, sulle Alpi Liguri. Proprio dietro di noi, alla testata della Valle Ibā, il dosso di Poggio Ceresa (con le antenne sulla sua sommitā) domina la scena. Quando il largo sentiero con segnavia inizia a scendere verso destra, in direzione di Sālea d'Albenga (h 0,20 dal bivio nella pineta), si continua per un'evidente sentiero che si mantiene sul crinale (segnavia ●●● piuttosto sbiaditi). Con vedute che si ampliano sempre pių anche sulla Valle Ibā e sulla fronteggiante cresta Monte Croce-Monte Acuto-Poggio Grande, oltre la quale appare il massiccio Monte Carmo, si continua sul filo del crinale, che diventa via via pių ripido e roccioso e, superate un paio di minori ondulazioni, si raggiunge l'ometto di sassi sulla panoramica vetta del Monte Pesālto (686 m, h 0,20 dal bivio col segnavia ●●●). Splendido panorama sulla piana di Albenga e sull'Isola Gallinara, sul paese di Ceriale, su tutto lo svolgimento della Valle Ibā e, oltre la sua testata, sulle Alpi Liguri, con il Monte Carmo che incombe. 

Dalla vetta si continua lungo il crinale, lungo tracce non segnate ma con orientamento evidente: si scende gradualmente, in ambiente sempre assai panoramico, per erba e scaglie rocciose, fino ad un'ampia sella erbosa (grosso ometto). Proseguendo sul filo si supera direttamente (o si aggira a destra) un cocuzzolo roccioso, quindi si percorre ancora un tratto pianeggiante: si passa attraverso un curioso ammasso di denti rocciosi, sempre seguendo evidenti tracce di passaggio, per poi giungere al punto in cui il pendio si ricopre di vegetazione e scende ripido in direzione dell'abitato di Campochiesa

Qui, nei pressi di un elettrodotto, si incontra un evidente bivio (h 0,25 dalla vetta, grosso ometto): si segue il sentiero di sinistra, che in ripida discesa si insinua nella fitta (e spinosa!) vegetazione. Saltuariamente appaiono grossi segnavia azzurri. Il sentiero scende, con tratti ripidi, nella fitta macchia: ogni tanto puō nascere qualche incertezza sulla traccia, ma in genere poco oltre si ritrova l'evidente tracciato, insieme alle tacche azzurre su rocce e tronchi. Ad un certo punto i segni indicano di proseguire all'interno di una macchia di lecci troppo intricata per permettere il passaggio: conviene allora aggirare la macchia a sinistra, fra giovani pini e cespugli un po' spinosi, fino a ritrovare traccia e segnavia oltre i lecci. Questo č l'unico tratto (ma sono poche decine di metri!) che, per via dell'orientamento incerto, puō creare qualche difficoltā, ma per non sbagliare basta tenere a mente che la linea di discesa si mantiene sempre pressochč sul filo del costone che stiamo seguendo. Alcuni sentieri che si diramano sulla destra vanno trascurati, cosė come un evidente sentiero che traversa tutto a sinistra (grosso ometto). Si continua invece a scendere, sempre seguendo i segni blu, raggiungendo cosė piuttosto velocemente la sterrata della Valle Ibā presso lo spiazzo con tabellone del "Sentiero Naturalistico" (h 0,30 dal bivio presso l'elettrodotto).

Da qui, seguendo il sentiero dell'andata, nuovamente all'auto in h 0,10.

 

TEMPO TOTALE

h 3,30 circa 

DISLIVELLO

500 m circa

DIFFICOLTA’

E (EE la discesa dal Monte Pesālto)

ULTIMO SOPRALLUOGO

16 dicembre 2012

PERIODO CONSIGLIATO

dall'autunno alla primavera

COMMENTI

Anello molto interessante e consigliabile: ad un primo tratto scarsamente panoramico ma interessante per l'ambiente selvaggio e pittoresco segue una seconda parte dai panorami ampi e spettacolari. Qualche difficoltā di orientamento puō sussistere durante la discesa dal Monte Pesālto, ma la linearitā del percorso ed i segni blu apposti di recente sono sufficienti a fugare gli eventuali dubbi. Molto bello!