Lasciata in alto a
destra la chiesetta, si segue una stretta viuzza pianeggiante (segnavia __) che attraversa il paesino, tra
antichissime case parzialmente ristrutturate. Oltre la borgata,
una palina indica un bivio: trascurata la diramazione di sinistra (ind.
"Passo Lagarè" e “Upega”, vedi anche itinerario Cresta
del Ferà), si prosegue sulla mulattiera principale, che in falsopiano
doppia un costone nel bosco e si porta a valicare su un ponticello un rio
che scende, poco più a monte, con una impetuosa
cascata. Lungo una bella mulattiera selciata si entra nel
castagneto, guadagnando quota con comodi tornanti mai troppo ripidi:
superando una serie di balze erbose si guadagna quota, in ambiente che
reca ancora le tracce di un antico sfruttamento da parte dell’uomo
(mucchi di pietre, muretti a secco). Superata un’ottima
fonte (Fontana dei Giraudi, palina), si prosegue nel
bosco con pendenza non eccessiva e, attraverso vecchi
frutteti inselvatichiti (belle vedute, sull’opposto versante
del vallone, sulle dirupate
pendici della Cresta del Ferà), si giunge al Pian Ciucchea (1656
m, h 1,00 da
Carnino Superiore, paline).
Trascurata la
prosecuzione della bella mulattiera verso il Vallone
dei Maestri ed al Rifugio
Don Barbera, si prende il sentiero di destra, che prende ad
inerpicarsi sul ripido pendio discendente dalle ripide pareti dei
contrafforti del gruppo Saline – Pian Ballaur. Il sentiero
guadagna quota con strette serpentine fra macchie di alberi e tratti
erbosi fin quasi alla base delle rocce, poi traversa
per un tratto verso sinistra, passando a monte di ripide
placchette calcaree. Ripresa la salita, il tracciato raggiunge la base
dell’ampio canale detritico che, insinuandosi fra verticali paretine
rocciose, sbocca in alto sul margine inferiore del Pian
delle Mastrelle, in corrispondenza della sella erbosa chiamata Passo
delle Mastrelle (2023 m, h 0,50
da Pian Ciucchea, paline).
Nei pressi si può ammirare il
caratteristico masso erratico in apparente equilibrio instabile
chiamato “Cappello di Napoleone”. Bella veduta, verso valle,
sulla costiera
della Cima di Piano Cavallo, mentre a monte cominciano
ad apparire le ardite
formazioni rocciose delle Rocche Bistè.
Si prosegue sul
sentiero, che si
porta sul lato destro orografico della conca erbosa, tagliando
poi in moderata salita i pendii pascolivi discendenti dalla modesta Cima
di Piaggiabella (2189 m): con comodo percorso fra i prati, il
sentierino transita a monte di una bassa bastionata rocciosa e, in
ambiente carsico molto caratteristico, raggiunge un’ampia
sella erbosa che si apre fra la cresta Nord della Cima di Piaggiabella
e quella meridionale dell’arrotondata Cima Palù: la sella è
denominata Passo della Croce (2156 m). Qui si
incontra una palina
che indica, verso destra, il “Capanno Scientifico
Saracco-Volante”: abbandonato quindi il sentiero principale, si svolta a
destra per vaghe tracce, scendendo verso il fondo dell’ampia Conca di
Piaggiabella. Attraversato
il fondo della conca, si rimonta dall’altra parte il
pendio erboso e, con percorso non obbligato, si giunge al
ripiano erboso dove sorge la Capanna
Saracco-Volante (2220 m, h 0,45
dal Passo delle Mastrelle). Bellissimo panorama sull’intera Conca
di Piaggiabella e sulla
sua impervia testata, con la Cima Palù, le Rocche
Bistè e la Cima Pian Ballaur che dominano la scena.
Dal rifugio si prosegue
per una valletta erbosa con isolati massi in
direzione dell’evidente breve pendio che scende dall’ampia sella del Colle
del Pas , per il quale transita il frequentato sentiero di
collegamento con i rifugi Garelli
e Havis
de Giorgio-Mondovì. Seguendo grosso modo il corso del
piccolo ruscello, con moderata salita per saltuarie tracce tra i pascoli
si giunge alla base del suddetto pendio, intercettando il largo sentiero
proveniente dal valico. Lo si segue verso sinistra, in lieve discesa,
finchè non inizia a scendere più decisamente verso il fondo della conca:
a
questo punto lo si abbandona, per iniziare a traversare pressoché in
quota, in assenza di tracce, tutta l’ampia comba terminale
della conca, fra ghiaie e massi, ai piedi degli appicchi rocciosi della Punta
Carmelina e della Cresta Ernesta. Con percorso facile ma che
richiede attenzione a causa della ripidezza del terreno e della sua
diffusa friabilità, si compie un ampio semicerchio in quota, andando
infine ad intercettare la traccia segnalata proveniente dal fondo della
conca presso un
ripiano erboso con grandi massi (qui è possibile giungere
seguendo interamente il sentiero segnalato, ma con una marcata perdita di
quota ed una successiva risalita). Si segue il comodo sentiero in salita
verso destra, andando ad attaccare il ripido canale denominato Canalone
delle Capre: dopo un tratto di erta salita a tornanti alla base
dell’appicco meridionale della Punta Emma, il sentiero si
appoggia a destra, giungendo alla base di una
serie di placchette rocciose. Grazie all’ausilio di qualche
attrezzatura (corde fisse, qualche piolo in ferro) si risalgono le placche
con diagonale verso sinistra quindi, con un
traverso facile ma un po’ esposto ci si riporta al centro del
canalone, a monte del salto roccioso intermedio. Raggiunta una piccola
conca erbosa, si rimonta l’ultimo tratto di roccette per
facili canalini e caminetti, lasciando a destra la inizialmente
poco
evidente traccia per il Colle Bistè (o Colle
dei Sanremesi), e giungendo alla sella rocciosa del Colle Palù
(2520 m, h 1,00
dalla Capanna Saracco-Volante, palina),
aperto tra la
rocciosa Cima Bozano (2564 m) a Nord e la
più arrotondata Cima Palù (2568 m) a Sud. Bella veduta
sulla Punta
Emma, con in evidenza il percorso della via normale, sulla
testata della Conca di Piaggiabella e, sul lato opposto, sulla Punta
Marguareis (2651 m) e sui selvaggi valloni carsici che
scendono verso il Vallone dei Maestri e il Colle dei Signori.
Dal colle, abbandonato
il sentiero segnalato che taglia in quota in direzione dell’ampio Colle
dei Torinesi (vedi anche itinerario Punta
Marguareis – Canalone dei Torinesi in senso inverso), si
attacca a sinistra (Sud) la
rocciosa cresta Nord della Cima Palù: si può seguire
fedelmente il filo, con brevi passi di I°/I°+ per roccette e
scaglioni rocciosi inclinati oppure, per il primo tratto, traversare alla
base delle rocce, sul lato Piaggiabella, per una elementare cengia
erbosa che taglia alta sui dirupi
del versante orientale della montagna. In questo secondo caso,
appena possibile, si rimontano le
roccette a destra (I°) e, per facili caminetti erbosi,
ci si riporta in cresta. Questa è
costituita da lisci lastroni inclinati che, verso Est,
precipitano verticalmente mentre verso Ovest scendono ripidi ma regolari
sulla selvaggia valletta carsica sottostante. Con facile percorso si
supera una prima rocciosa elevazione e, oltre una quasi inavvertibile
depressione, si raggiunge sempre per
facili roccette l’ampia e arrotondata sommità della Cima
Palù (2568 m, h 0,15
dal Colle Palù, palo
di legno e grosso ometto). Veduta ancora più ampia e
particolareggiata rispetto a quella dal colle, in special modo sulla Punta
Emma
e sulle Rocche Bistè, sulla Cima
Bozano (dietro cui
compare anche la Punta Pareto) e sulla Punta
Marguareis, con il lungo contrafforte della Cima della
Gaina. Verso oriente domina la massiccia Cima Pian Ballaur,
mentre a Sud nelle giornate limpide la vista spazia fino al Mar Ligure
e alla Corsica.
Ritorno per la stessa
via (o meglio mantenendosi sulla destra idrografica della conca, seguendo
il sentiero ben segnato che scende direttamente al Passo
della Croce evitando
l’inutile digressione alla Capanna Saracco-Volante) in h 2,45.