Si prosegue lungo
la stradina asfaltata, segnata con il segnavia ¨.
Ad un bivio si va a destra in piano, si superano alcune case e si prosegue
per una carrareccia sterrata, che si inoltra fra fasce di ulivi. Con
piacevole percorso, e con belle vedute sulla
costa, la stradina diventa
presto sentiero, transita presso una vecchia piattaforma rialzata in
calcestruzzo e, attraverso uno splendido bosco di pini, giunge nei
pressi dell’antico Castello Borelli, visibile fra gli alberi
poco più in basso (h 0,20).
Si
incrocia a questo punto una carrareccia sterrata, che va però trascurata
per seguire a sinistra, in salita, una ripida mulattiera, purtroppo
rovinata dal dilavamento delle acque meteoriche. Questa si innesta più in
alto in una nuova carrareccia, che va seguita verso destra, in leggera
salita. Trascurato quasi subito un sentiero confluente da destra
(proveniente da Borghetto Santo Spirito, che
si domina dall'alto), si prosegue lungo la
carrareccia, che sale con numerosi tornanti l’assolato versante
meridionale del Monte Piccaro, con un panorama sempre più esteso
sulla costa da Albènga
a Finale Ligure e sull'immediato
entroterra di Borghetto.
Raggiunto un bivio, si prende il ramo di destra,
che taglia sul versante di Borghetto il pendio boscoso, poi
riprende a salire con alcune svolta fino alla poco accentuata sella
leggermente a sud della sommità del Monte Pìccaro (280 m, h
0,50 dal Castello Borelli). Una breve deviazione a
sinistra consente di visitare un grazioso
piloncino sacro, da cui si gode di splendida veduta sulla costa.
Dalla
sella, dove giunge anche il ramo di carrareccia precedentemente
abbandonato con percorso però più ripido ed assolato, si prosegue lungo
il crinale, superando le grandi antenne ed i ripetitori sulla vetta del Monte
Pìccaro (vedi anche itinerario
n. 22). Dopo un buon tratto praticamente pianeggiante sul crinale, si
scende leggermente ad una insellatura, da dove si
riprende a salire con decisione poco a destra del crinale, fra
cespugli e qualche detrito. Con belle vedute sui monti sovrastanti Toiràno,
si risale il ripido ma breve crinale meridionale del Monte Croce,
raggiungendo una spalla
erbosa. Con moderata salita verso sinistra, si
risale l’ultimo breve tratto di cresta, caratterizzato da erba e bianche
roccette calcaree, e si esce sul cocuzzolo
sommitale del Monte Croce (582 m, h
1,15 dal Monte Pìccaro, croce). Splendido panorama sulla
piana di Albènga e, dall’altra parte, su
quella di Borghetto, fino a Finale Ligure ed alla costa
genovese.
Si scende dall’altra parte per un pendio piuttosto ripido, si
oltrepassa una sorta di forcella con alcune barre rocciose e si continua a
scendere per il crinale, lungo evidenti tracce di
passaggio, fino alla
larga sella erbosa con il più elevato Monte Acuto (490 m circa, h
0,15 dalla cima, elettrodotto nei pressi).
A questo punto si
abbandona il crinale (vedi anche itinerario
n. 17) per seguire una traccia pianeggiante che, verso sud,
taglia orizzontalmente il pendio prativo sul versante occidentale del Monte
Croce. Raggiunto un marcato costone, ormai nuovamente in vista del
crinale sud risalito in precedenza, si abbandona anche questa traccia e si
scende a destra, per labili tracce fra l’erba. Presto la pendenza
aumenta notevolmente, e compaiono alcuni segnavia blu. Con ripida discesa,
la traccia segnata perde velocemente quota e scende ad intercettare la
"strada panoramica" (h 1,00
dalla sella col Monte Acuto) che unisce Ceriàle con il
paesino di Peàgna.
Si segue verso sinistra la strada asfaltata che,
con tortuoso percorso, scende fino alle case di Ceriàle. Da qui,
ritornando per breve tratto verso est, si raggiunge il cimitero (h
0,30 dall’incrocio con la strada).