21. Anello di Valle Ibà

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI 1:25.000 - foglio 20

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - SU E GIU' PER LA RIVIERA LIGURE

SCHEDA N. 21

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

DALLA SOMMITÁ DEL POGGIO CERÈSA VERSO POGGIO GRANDE E LA LUNGA DORSALE MONTE ACUTO-MONTE CROCE

LA PIANA DI ALBENGA DALLA DOPPIA CROCE SULLA PUNTA ESTREMA DEL POGGIO CERÈSA

IL PAESE DI CERIALE DAI PRESSI DEL SANTUARIO DI MONTE CROCE

IL CARATTERISTICO BORGO ABBANDONATO DI BALESTRINO DAL CRINALE POGGIO GRANDE-MONTE ACUTO

CARDO PALLOTTOLA AZZURRO, FIORITO A FINE OTTOBRE, SUL CRINALE POGGIO GRANDE-MONTE ACUTO

PARTICOLARE DELLA VOLTA INTERNA DI UNA DELLE “CASELLE” DEL MONTE ACUTO

 

INTRODUZIONE

La Valle Ibà è un lungo e selvaggio vallone che, dai pressi dell'abitato di Peagna (frazione di Ceriale) si incunea per quasi 6 km fra i massicci del Monte Croce-Poggio Grande e del Monte Pesalto-Poggio Ceresa, parallelamente alle maggiori valli Neva e Varatella.

Il Rio Ibà, che la incide interamente dalla testata, oltre l'abitato di Peagna e fino al mare prende il nome di Torrente Torsèro: in questo tratto è stata istituita, a partire dal 1985, la Riserva Regionale del Rio Torsèro, con lo scopo di tutelare uno dei più interessanti siti di affioramento di fossili marini del periodo pliocenico del nord Italia. A Peagna un interessante museo (Museo Silvio Lai) custodisce numerosi reperti fossili raccolti nel sito, oggi purtroppo notevolmente impoverito da decenni di miopi interventi edilizi ed infrastrutturali, oltre che dal degrado ambientale.

La Valle Ibà , invece, si è mantenuta intatta, selvaggia e pittoresca: nella parte bassa un bel percorso botanico adatto a tutti consente di raggiungere una caratteristica area pic-nic: continuando, con percorso via via più selvaggio ed interessante, si raggiunge il cupolone erboso di Poggio Ceresa ( 710 m ), da dove i panorami si ampliano dalla piana di Albenga alle Alpi Liguri.

Una comoda carrareccia sterrata traversa in quota tutta la testata della valle fino al piccolo Santuario di Monte Croce, collegato da una strada asfaltata al paese di Balestrino: da qui, un panoramicissimo sentiero di crinale consente di rientrare, con pittoresco percorso, al punto di partenza. 

 

PUNTO DI PARTENZA:

Da Borghetto Santo Spirito  (uscita dell'autostrada A10 Genova-Ventimiglia) si segue la strada verso Ceriale, superando Capo Santo Spirito: raggiunta la grande rotonda ovale presso la chiesa di San Rocco, si devia a destra lungo Via Romana. Dopo alcune centinaia di metri si svolta ancora a destra, in salita, lungo Via Magnone: superata l'autostrada, si prosegue in Via Vecchia di Peàgna e si giunge così all'abitato di Peàgna (122 m, 3 km da Ceriale). 

Passando a fianco del Museo Lai, si imbocca Via Tecci Paverne, che si segue fra poderi ed uliveti fino ad un deciso tornante verso destra (160 m circa): si posteggia l'auto poco oltre, in un ampio spiazzo sulla destra.

 

ITINERARIO

Ritornati in breve al tornante, si prende un sentierino (palina, segnavia ) che parte dall'esterno curva e si inoltra, inizialmente pianeggiante, nel prato. Con un breve tratto in discesa il sentiero si porta sulle sponde del Rio Ibà, che supera a guado (qualche difficoltà in caso di acqua abbondante): con una breve risalita in diagonale nel bosco, il comodo sentiero va ad intercettare una carrareccia sterrata presso uno spiazzo (h 0,10, tabellone indicatore del "Sentiero Naturalistico"). 

Trascurato un sentiero che sale fra gli alberi (segnavia blu, vedi itinerario n.18), si segue la sterrata verso destra (sempre segnavia e P1), in piano o leggera salita, mentre si inoltra nel bosco lungo il rio: ad intervalli regolari numerosi cartelli illustrano le varie specie vegetali presenti nei dintorni, mentre alcuni tavoli con panche invitano a riposanti soste. Superato il rio a guado (normalmente in questo tratto il ruscello è asciutto, ma dopo abbondanti piogge il passaggio può risultare complicato se si ha paura di bagnarsi!), si prosegue sempre lungo il fondovalle, ora sulla sinistra idrografica: con begli scorci sul rio e sul bosco lussureggiante, si giunge ad un caratteristico ponte in pietra che immette nella bella radura dove sorgono i ruderi della Casa Trinchella (h 0,35 da dove si incontra la strada sterrata). Una leggende narra che la casa fu costruita, antecedentemente al XIX° Secolo, da un ex navigante che, stanco del mare, costruì la sua abitazione in un luogo da cui non fosse visibile la costa. La radura, attrezzata con numerosi tavoli da pic-nic e la cui pulizia è meritoriamente curata dai volontari dell'AVIS di Ceriale, invita a lunghe e piacevoli soste.

Sul lato opposto della radura si prosegue lungo un comodo sentiero che, sempre col medesimo segnavia e P1, continua a mantenersi a fianco del ruscello. Con pendenze sempre assai modeste, si prosegue inoltrandosi sempre più nella selvaggia valletta, superando svariate volte il corso d'acqua, con difficoltà variabili a seconda della portata. A quota 305 m si lascia, a destra, lo stacco della Variante al P1 diretta a Poggio Grande e si prosegue lungo il segnavia principale. Dopo un guado su lastronate rocciose, a valle delle quali il rio precipita con un bella cascatella, un tratto particolarmente ombroso introduce al punto in cui il ruscello scorre in una gola rocciosa molto caratteristica: con breve discesa il sentiero raggiunge il fondo della gola, che si percorre per breve tratto nel letto del rio. Poco oltre si giunge ai piedi di un costone, a sinistra e a destra del quale due bellissime cascate scendono da brevi salti rocciosi: il posto, selvaggio e solitario, risulta assai pittoresco (h 0,25 da Casa Trinchella).

Guadato nuovamente il rio, si rimonta il filo del costone per alcune decine di metri, con percorso assai ripido e faticoso: raggiuntane la sommità presso una radura, si prosegue verso sinistra con pendenze moderate, risalendo il solco superiore della valle. Man mano che si sale, con percorso in qualche tratto un po' infastidito dalla rigogliosa vegetazione, si aprono scorci panoramici interessanti sul selvaggio versante settentrionale del Monte Pesalto, nonchè sugli splendidi laghetti che il ruscello forma di quando in quando. 

Con un tratto di salita più decisa a tornanti si guadagna quota più velocemente, quindi nuovamente in moderata pendenza si traversa sul versante sinistro idrografico della valletta superiore fino a raggiungere una fantastica ed inaspettata pineta: fra altissime rade conifere il ruscello scende con piccole cascatelle, un quadro veramente idilliaco! Trascurato un evidente sentiero che scende a sinistra a guadare il rio e prosegue alla volta della larga sella Poggio Ceresa – Monte Pesàlto ( 560 m , vedi anche itinerario n. 18), si continua lungo il tracciato principale che, mantenendosi lungo il corso principale del rio, raggiunge oltre la pineta una aperta valletta erbosa, ormai in vista delle grandi antenne e della cappelletta sulla sommità di Poggio Ceresa. Con percorso un po’ confuso dal passaggio degli armenti, ma comunque di orientamento assai logico, si prosegue tendendo leggermente a sinistra raggiungendo, presso un’insellatura erbosa sullo spartiacque, la sterrata di servizio alle antenne. Seguendola in salita verso sinistra, si sale in breve sull’ampia e panoramica sommità di Poggio Ceresa ( 710 m , h 1,00 dai piedi del costone fra le due cascate). Sull’allungato schienale della vetta sorgono numerose antenne per le telecomunicazioni, una graziosa cappelletta dedicata ai Caduti e, all’estremità sud-ovest, due croci appaiate. Bellissimo panorama, oltre che sulla costa e sulla piana di Albenga con l’Isola Gallinara, anche su tutto l’arco delle Alpi Liguri, dalle cime minori (Monte Castellermo, Pizzo d’Evigno, Rocca Barbena) a quelle più importanti (Monte Galero, Monte Armetta, Pizzo d’Ormea, Bric di Conoia).

Seguendo nuovamente la carrareccia, si oltrepassa il bivio a sinistra per Poggio Eresea e Zuccarello (vedi itinerario Anello Poggio Ceresa - Valle Auzza) e si prosegue poi praticamente in piano lungo il comodo sterrato, che si mantiene poco sotto la linea di cresta sul versante marittimo. Attraverso pittoreschi boschetti, alternati a tratti più aperti e panoramici, si trascura a sinistra lo stacco di un sentiero (paline, segnavia ¨ oltre alle sigle P1 e P5, vedi anche itinerario Anello Poggio Ceresa - Valle Auzza) e si prosegue piacevolmente lungo la carrareccia. Giunti alla base del rilievo sommitale di Poggio Grande, la carrareccia prende quota con alcuni ampi e comodi tornanti (accorciatoie), quindi riprende a traversare pressoché pianeggiante sul versante Ibà, alla base di alcuni modesti salti rocciosi. Con numerosi dentro e fuori, seguendo le sinuosità del versante, la stradetta lascia ancora a destra lo stacco del sentiero (segnavia P1) che scende nuovamente in Valle Ibà e raggiunge, oltre un piccolo parcheggio sterrato, la strada asfaltata proprio di fronte all’ingresso del piccolo Santuario di Monte Croce ( 756 m , h 0,40 da Poggio Ceresa). Il santuario è stato edificato per ricordare l’apparizione in questo luogo, il 5 ottobre 1949, della Beata Vergine alla piccola Caterina Richero, di 9 anni. Da allora la Madonna apparve alla donna ben 138 volte, la maggior parte delle quali nella zona del Monte Croce. L’ultima apparizione si verificò nella sua casa il 5 novembre 1986, ben 15 anni dopo la penultima. A partire dal luglio 1991 il vescovo di Albenga ha acconsentito alla preghiera pubblica (compresa la celebrazione della Santa Messa) nell’attuale sito, auspicando che a Monte Croce si preghi la “Madonna della Riconciliazione e della Pace”. La statua adorata nella cappella del Santuario è stata solennemente incoronata il 7 ottobre 1992.

Proprio di fianco alla recinzione del Santuario si imbocca un sentierino pianeggiante (palina, segnavia ¨ e ) che costeggia nel bosco il complesso e si riporta poi sul panoramico crinale Ibà-Balestrino , tra boschetti e radure. Con splendide vedute su Ceriale da una parte e sulla piana di Borghetto dall’altra, la traccia prosegue mantenendosi nei pressi del crinale, con poco faticosi saliscendi. Più avanti si raggiunge un caratteristico tratto in cui, dal crinale erboso, emergono verticali scaglioni rocciosi, che sembrano quasi conficcati sullo spartiacque. La traccia si mantiene inizialmente sulla sinistra della crestina, sfruttando alcune curiose trincee naturali, quindi scende a destra attraverso un basso gradino stretto fra due grossi roccioni: questo passaggio, come sottolinea la brutta ed eccessiva scritta in vernice rossa lì nei pressi, è chiamato “Le Termopili”, a ricordare l’antico e leggendario baluardo difeso fino alla morte da Leonida e dai suoi trecento spartani. Sulla destra, a poca distanza, svetta una caratteristica affusolata guglia di una decina di metri.

Proseguendo con altri saliscendi, si continua per l’ondulato crinale erboso, in direzione della sommità del Monte Acuto: oltre un nuovo poco accennato rilievo, si trascura a destra lo stacco “ufficiale “ della traccia XX (freccia rossa su un masso), diretta alla valletta del Rio della Croce: in realtà, poco oltre, le tracce scompaiono completamente, costringendo ad un traverso a mezza costa fra vegetazione spinosa non consigliabile. Conviene proseguire ancora lungo il sentiero di crinale che, oltre due modesti dossi, giunge in una ampia valletta erbosa subito sotto la sommità del Monte Acuto, dove sorgono alcune caratteristiche “caselle” (h 1,15 dal Santuario). 

Presso la casella posta più in alto (caratteristica perché presenta lateralmente un locale più piccolo adibito al ricovero della capra) si abbandona il sentiero principale (che raggiunge il vicino Monte Acuto e prosegue poi verso il Monte Croce e Capo Santo Spirito, vedi anche itinerario n. 17), per seguire verso destra (versante Valle Ibà) una evidente traccia di sentiero in decisa discesa (nessun segnavia) che raggiunge in breve un'altra bella "casella", seminascosta dai cespugli. La traccia continua, dapprima verso ovest, poi piegando gradualmente verso sud ed aggirando la sommità del Monte Acuto, fino a raggiungere con un tratto di ripida discesa un'evidente insellatura fra rocce e cespugli, che si apre alla testata della piccola Valle del Rio della Croce (h 0,20 dalla valletta delle “caselle”). Appare l'abitato di Peagna allo sbocco del solco vallivo.

Da qui un evidente sentiero (chiamato anche "Sentiero Fontana", segnavia XX, ufficialmente proveniente dal bivio precedentemente menzionato) scende molto ripido nella valletta, dapprima mantenendosi sulla destra idrografica: più in basso le tracce traversano verso sinistra, proseguendo poi la discesa con percorso tortuoso fra fitti arbusti. Il fondo del sentiero si presenta piuttosto sconnesso e sassoso, rendendo la discesa un po' scomoda e faticosa. Quando si è ormai nella parte bassa della valle, si incontra la traccia di un metanodotto, che ha in parte rovinato la sede del vecchio sentiero: superando una serie di "salti" di circa 70- 90 cm costituiti da muretti a secco trasversali al sentiero (in questo tratto appaiono anche segnavia     ) si scende con ripido percorso fino a sbucare sulla “Strada Panoramica” (h 0,40 dall'insellatura alla testata della valle).

Seguendo la strada asfaltata in leggera discesa verso destra, si ritorna in h 0,10 al parcheggio dove si era lasciata l’auto.

 

TEMPO TOTALE

h 5,15 circa 

DISLIVELLO

750 m circa

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

25 ottobre 2014

PERIODO CONSIGLIATO

dall'autunno alla primavera

COMMENTI

Altra opportunità di concatenamento dei numerosi sentieri che, nell’immediato entroterra di Ceriale, fanno capo al Sistema ambientale di Poggio Grande. Con questo itinerario si percorre buona parte del crinale spartiacque Ibà-Balestrino. Splendidi panorami da Poggio Ceresa e dal tratto compreso fra Santuario di Monte Croce e Monte Acuto, molto caratteristica la risalita della selvaggia Valle Ibà. Possibilità di allungare (o accorciare) facilmente il percorso, grazie ai numerosi sentieri che si sviluppano a raggiera. Consigliato.