Dal parcheggio,
trascurata la diramazione che, oltre un ponte, prosegue verso il Vallone
di Mont Colomb (vedi itinerari I
Ghiacciai del Pagarì, Cima
del Tor e Monte
Aièra), si prosegue dritti e, oltrepassate le poche case di San
Giacomo, si entra nel bel bosco di faggi, lungo una comoda carrareccia
sterrata (chiusa al traffico privato). La strada effettua un primo
tornante in corrispondenza della bella cascata del Gesso della Barra,
poi con altri brevi tornanti poco pendenti supera il modesto e boscoso
gradino iniziale del Vallone
della Barra: la strada prosegue per un lungo tratto
parallela al torrente, tagliando alla base una serie di selvaggi
ed abbandonati vallonetti laterali che si inerpicano sinuosi
fra i costoni del contrafforte Fenestrelle - Ciamberlìne. Con
un'altra breve serie di tornantini la strada guadagna quota sulla sinistra
idrografica del vallone, poi raggiunge la sede del
ristrutturato Gias Isterpis (1381 m, h
0,30): bella veduta sul roccioso complesso delle Gorge del
Gelàs, che sembra sbarrare la testata del vallone.
Proseguendo
lungo la carrareccia, si supera il rio del Vallone Ciamberline, che scende da destra con bella cascata, e si raggiunge la
conca terminale del Vallone della Barra, dove in uno
slargo una tabella racconta la drammatica vicenda di una colonna di Ebrei
che, in fuga dalla Francia occupata, attraversò le Alpi in
questa zona. Il luogo è indicato come "Piattaforma dei
Cannoni" sul tabellone, ma storicamente è più conosciuto come Garb
della Siula (1450 m, h 0,20 dal Gias
Istèrpis).
Da qui il fondo stradale si fa nettamente più malagevole:
la rotabile, ridotta quasi a mulattiera, inizia a salire con più
decisione sulla destra idrografica e, con
una serie di lunghi tornanti (scorciatoie), si dirige verso
l'evidente strettoia incisa dal torrente in alto a destra. Superate le
acque del Vallone Cagna, la mulattiera entra nella stretta forra e,
con
altri tornanti, supera il cosiddetto Passo di Peirastreccia
(1630
m, h 0,35 dal
Garb della Siula):
non si tratta di un valico vero e proprio, ma di una specie di
"passaggio obbligato" per superare il selvaggio sbarramento
inferiore del Vallone del Praiet.
Oltre il passo, la larga
mulattiera si distende quasi pianeggiante in
una comba petrosa, a fianco del torrente: in alto a sinistra
appare la squadrata sagoma del Rifugio Soria - Ellena. Al termine
della comba, un'altra serie di lunghi tornanti (eventuale evidente
accorciatoia) permette di risalire
anche l'ultimo risalto roccioso e di uscire sul margine
settentrionale dell'ampio Piano del Praiet (1800 m, h
0,20 dal Passo di Peirastreccia): si apre la vista sulla
testata dell'omonimo vallone, con l'evidente Colle di Finestra (2471
m) sullo sfondo. In alto a sinistra biancheggia il versante settentrionale
del Monte Gelàs (3181 m), con i suoi ghiacciai. Presso una palina
segnaletica, si lascia a destra la mulattiera diretta al Colle di
Fenestrelle (vedi itinerario Traversata di
Fenestrelle) e si
prosegue a lato del torrente.
Superato un
ponte in legno, si attraversa il
grande pascolo fino all’edificio del Gias del Praiet (1790
m), presso il quale si trova anche lo spartano locale invernale del
rifugio. Seguendo una traccia in
ripida salita fra erba e grandi massi, si esce sullo spiazzo di
fronte al Rifugio
Soria - Ellena (1840 m, h
0,15 dal bivio, h 2,00 da San
Giacomo d’Entracque). Bellissimo panorama sul
Gelàs, sul Vallone
di Finestra
con l’omonimo colle sullo sfondo, sulla lunga costiera Gàisses
– Lombàrd - Cougourde – Agnèl e sul pascolivo Vallone di
Fenestrelle, con l’omonimo ampio colle. Verso valle, oltre il solco
del Vallone del Praiet, svetta la cuspide del Monte Aièra.
Ritorno per la stessa via in h 1,20.