Dal
parcheggio si trascura la carrareccia che stacca a sinistra, diretta al Rifugio
De Alexandris – Foches al Laus (vedi itinerario Lago
di San Bernolfo), e si prosegue lungo la strada asfaltata,
che compie un ampio tornante e raggiunge le caratteristiche case di San
Bernolfo, fra le quali sorge il Rifugio
Dahu de Sabernui (paline).
Si esce dal paese sempre seguendo
la strada, che diventa sterrata: si lascia quasi subito a destra una
larga mulattiera (palina) diretta al Passo
Laroussa, e si prosegue nel solco principale, che assume il nome di Vallone
di San Bernolfo. Con salita regolare ma moderata la
carrareccia risale il vallone, oltrepassa il sito presso il quale
sorgeva la vecchia Capanna di Corborant (
1885 m
, oggi scomparsa) e, con
lunghi tornanti, supera un tratto più ripido. Raggiunta
un’ampia conca ai piedi di una bastionata rocciosa (
2000 m
circa, cascata),
nella quale confluiscono i valloni superiori, si abbandona la
carrareccia, che compie un lungo giro, per seguire a destra una ripida
traccia (ometti) che risale gli erti pendii erbosi sottostanti il
versante sudest del Becàs del
Corborant con lunga serie di serpentine. Raggiunta
più in alto la mulattiera che costituisce la prosecuzione
della carrareccia precedente, si
continua a salire con alcuni ampi tornanti quindi, lasciato a
destra lo stacco del sentiero diretto ai Laghi del Lausfèr (paline,
vedi itinerario Cima
del Corborant) si ritorna con un lungo traversone verso
il centro dell’avvallamento, che da qui prende il nome di Valle
di Barbacana. Oltre una
pittoresca conca pascoliva attraversata dal rio (rudere
ex-militare), la mulattiera riprende a salire lungo un costone erboso,
raggiungendo il limite delle vaste pietraie in capo alle quali si apre
l’intaglio del Passo di Barbacana. Con intelligente
percorso l’ottima mulattiera si snoda tortuosa fra massi e
detriti, lascia a sinistra un
bivio per il Vallone
dei Dossi ed il Colle di
Seccia e giunge alla
piccola comba terminale, ai piedi del ripido pendio che fa
capo al passo, vigilato a mezza costa da una casermetta. La mulattiera
si porta a destra, dove risale con numerose erte svolte un pendio di
magra erba e detriti quindi, con un ultimo breve traversone verso
sinistra su cengette rocciose, tocca
la casermetta, dove termina. Sulla destra della costruzione
si origina una ripidissima traccia che si inerpica in diagonale lungo il
pendio detritico e raggiunge in breve il Passo
di Barbacana (
2587 m
, h 2,30 da San Bernolfo, paline).
Bella veduta, sull’altro versante, sul selvaggio Vallon
de Douans che scende il Val de
la Tinée
(vedi anche itinerario Anello
della Cima di Collalunga), mentre verso nord si apre la vista
sull’ampia
testata del Vallone di San
Bernolfo, con le cime che gli fanno corona.
Dal valico si svolta a destra, per
risalire un
poco accentuato solco di magra erba e pietrame, poco a sud
dello spartiacque (ometti, tracce): con percorso evidente, si aggirano
alcune elevazioni costituite da massi accatastati, si lascia a destra la
vicinissima sommità della Testa
degli Spagnoli (
2664 m
), sormontata da un grosso ometto di pietre, e si raggiunge nuovamente
la cresta spartiacque presso una
erbosa cima secondaria, sulla quale sorge un piccolo palo in
ferro. Si ritorna ora sul lato francese, sempre seguendo rari ometti, e
continuando lungo una evidente serie di poco accentuati avvallamenti
erbosi, che consentono di evitare le scomode pietraie e i saliscendi del
crinale principale: si raggiunge così un
nuovo monumentale ometto, posto sul filo di un costone
prevalentemente erboso, poco a sud della Quota
2773 (impropriamente denominata “Roche Négre” sulle carte
francesi). Rimontato per un breve tratto il costone, si ricomincia a
traversare verso sinistra alla base della cima e, per una
sorta di ondulato altipiano detritico, si aggira a meridione
anche la più marcata sommità della Rocca Negra (
2840 m
), che dirama verso nord la breve diramazione su cui si evidenzia il Becàs
del Corborant (
2807 m
). Oltre
un tratto detritico, si ritorna definitivamente sullo
spartiacque, costituito da grossi massi e roccette, si aggira a destra
uno spuntone roccioso e si scende dolcemente alla vastissima
insellatura detritica della Colletta
del Becàs (o Colletta del Mul,
2785 m
, h 1,00
dal Passo di Barbacana).
Percorsa tutta la lunga sella, si
raggiunge un colletto poco più in alto, sulla destra, dove si nota un evidente
ometto: dall’altra parte un ripidissimo canalino di
friabili detriti scivola alla testata di una valletta che confluisce nel
Vallone del Lausfér. Trascurando il canalino, si prosegue a sinistra
(ometti) risalendo una
pietraia di grossi blocchi accatastati quindi, oltre i ruderi
di un osservatorio, si risalgono brevemente i ripidi pendii
di erba e pietrame pochi metri a sud dello spartiacque e, con
un’ultima serie di svolte fra i detriti, si raggiunge il grosso ometto
di pietre posto sulla panoramica Cima Sud di Malaterra (
2871 m
, h 0,15
dalla Colletta del Becàs). Bellissime vedute sulla catena
del Corborant, sulla conca
dei Laghi del Lausfér, sulla testata del Vallone di San
Bernolfo e sulle principali
cime delle Alpi Marittime. Poco sotto la cima, lungo la
cresta che prosegue verso la vicina Cima Centrale, è murata una lapide
a ricordo di una tragedia aerea datata 1995.
Dalla sommità si ritorna in breve
alla Colletta del Becàs: si scende a sinistra (ometto), mantenendosi
sulla sinistra orografica di una sorta di lunga conca sospesa colma di
grossi massi, sorretta verso valle da una bastionata in parte erbosa.
Scavalcatala al meglio, si scende con la dovuta attenzione lungo la
bastionata, cercando di sfruttare le lingue erbose che si insinuano fra
le rocce, e tendendo leggermente verso sinistra (cioè nuovamente in
direzione delle Cime di Malaterra): alcune strette cengette consentono
di toccare l’ampio ripido pendio sottostante, di mobili detriti, che
disceso verso destra permette di raggiungere una
ben mimetizzata casermetta, costruita a ridosso di una
placconata rocciosa (h
0,20 dalla cima).
Dalla casermetta si
origina una ben conservata mulattiera ex-militare (numerosi
ometti) che percorre la sottostante conca detritica sfruttando
opportunamente i rari tratti erbosi: oltre la zona di grossi blocchi, la
mulattiera continua per prati, in
ambiente bellissimo, fino al punto in cui la valletta aumenta
di pendenza, verso la
sua confluenza con il Vallone del
Lausfér. Con numerosi tornanti su erba e scarse roccette
si perde quota, fino ad una verde conca: la mulattiera prosegue verso
sinistra e, con un ampio semicerchio in moderata risalita, si va ad
innestare nel sottostante sentiero segnalato nei pressi del Lago
Inferiore del Lausfér. Senza effettuare il largo giro, si può allora
abbandonare la mulattiera e tagliare in piano la conca fino ad un
evidente colletto erboso, proprio di fronte: di qui si scende, dapprima
con attenzione per alcune placchette erbose, poi per il ripido ma
elementare pendio pascolivo disseminato di grossi massi, fino
ad immettersi sul sentiero diretto ai Laghi
del Lausfér (vedi itinerario Cima
del Corborant) a valle della bastionata che sorregge il lago
inferiore, sulle sponde del piccolo rio (h
0,35 dalla casermetta).
Seguendo il comodo sentiero verso
destra, si traversa alla base del versante sud e sudest del Becàs del Corborant fino a ritrovare la mulattiera seguita
all’andata (paline), che si segue in discesa per ritornare a San
Bernolfo (h 1,15 dal punto in cui si incontra
il sentiero).