Monte Castellèrmo 1092 m - Cresta NO

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CARTINA CONSIGLIATA

I.G.C. scala 1:50.000 – Foglio 15

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 55

 

FOTO NOTEVOLI

LA MEDIA VAL PENNAVÀIRA DALL'INIZIO DELLA CRESTA NORD-OVEST DEL MONTE CASTELLÈRMO

LE VERTICALI PARETI CALCAREE SUL VERSANTE NORD DEL MONTE CASTELLÈRMO DALLA CRESTA NORD-OVEST

LE TORRI DU BARÈI E IL BORGO DI CASTELBIANCO DALLA CRESTA NORD-OVEST DEL CASTELLÈRMO

SCALATORE IMPEGNATO SULLA TORRE (TORRI DU BARÈI), VISTO DALLA CRESTA NORD-OVEST DEL CASTELLÈRMO

IL TRACCIATO DEL DECIMO TIRO, CON LA VARIANTE 10BIS PERCORSA DAL SENTIERINO DI DISCESA, DALL'ATTACCO DELL'UNDICESIMO TIRO

IL COMPLESSO ROCCIOSO DEL "GIARDINO DI MONTE NERO" E IL GRUPPO DEL POGGIO GRANDE DALLA CIMA NORD-EST DEL CASTELLÈRMO

LE CARATTERISTICHE GUGLIE GEMELLE DENOMINATE "GLI AMANTI", LUNGO IL VERSANTE SETTENTRIONALE DEL MONTE CASTELLÈRMO

FOTOPERCORSO

 

STORIA ALPINISTICA

Il Monte Castellèrmo (1092 m) è un'imponente montagna posta interamente in territorio ligure, sullo spartiacque fra le basse valli Arròscia e Pennavàira. I versanti che guardano la Valle Arròscia (Sud e Ovest) si presentano come pendii boscosi ripidi ma del tutto insignificanti, mentre quelli rivolti verso la Pennavàira (in particolare dominanti i borghi di Castelbianco e Nasìno) sono di aspetto prettamente dolomitico, con repulsive pareti stratificate di calcare grigio assai imponenti. La particolare conformazione geologica del Castellèrmo (detto anche "Peso Grande") favorisce la formazione di strutture rocciose verticali ma fratturate: molto frequenti sono dunque torrioni, campanili e guglie dalle forme più strane e curiose, che rendono l'ambiente assai interessante. Le numerose cenge orizzontali consentono anche la possibilità di compiere vere e proprie "traversate in parete", esposte ma assai suggestive.

La roccia non è particolarmente buona, anzi spesso è assai friabile e richiede attenzione, ma la bellezza dell'ambiente, tipicamente montano anche se a pochi chilometri dal mare, e lo splendido panorama dalla vetta, oltre alla comodità dell'accesso, fanno del Castellèrmo una montagna veramente fuori dal comune!

In quest'ottica, già l'escursione al Circo du Barèi, per vedere da vicino le omonime imponenti torri, merita di essere effettuata: la risalita completa della cresta Nord-Ovest, costituita da una lunga sequenza di brevi risalti rocciosi (in gran parte aggirabili) fra pendii prima boscosi e poi arbustivi, è sicuramente un'ulteriore tappa per scoprire le mille particolarità di questa montagna veramente particolare! Uno speciale ringraziamento va all'amico Giorgio Massone, del C.A.I. di Loàno, per l'impegno con cui periodicamente mantiene in ordine la traccia che percorre la cresta, altrimenti destinata in breve tempo alla scomparsa nella prorompente boscaglia.   

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Albenga (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si risale la Val Neva fino a Martinètto, da dove si svolta a sinistra per immettersi nella stretta Val Pennavàira. Superato Castelbianco, si raggiungono le piccole borgate che costituiscono il comune di Nasìno: poco prima di raggiungere il centro del paese, si supera sulla sinistra il Pennavàira e si sale con un tornante alla piccola frazione Borgo (320 m, 16 km da Albenga, scarse possibilità di parcheggio lungo la strada prima delle case).

 

AVVICINAMENTO

Si prosegue lungo la strada asfaltata che si inoltra fra le caratteristiche case della borgata (bella vista sul fronteggiante centro abitato di Nasìno, con la grande chiesa parrocchiale). Oltre la piccola (ed ormai diruta) chiesetta, caratteristica per gli alberelli cresciuti sul tetto, di fianco al minuscolo campanile, si imbocca a destra una ripida ma breve salita, ancora fra le case, quindi si continua su una pianeggiante mulattiera che si inoltra in un boscoso valloncello verso sinistra (magnifica veduta sul dolomitico versante settentrionale del Monte Castellèrmo). Tra fasce e vecchi appezzamenti coltivati, l'antica mulattiera rozzamente lastricata (segnavia gialli e ) raggiunge un rio, che supera su un rustico ponticello in pietra: si inoltra quindi nel fitto bosco misto di castagni e olmi, che prende a risalire con comode serpentine. Lo stato di abbandono della vecchia mulattiera è evidenziato, oltre che da brevi tratti in frana, anche da alcuni alberi caduti di traverso, che rendono il passo difficoltoso. 

Guadagnata quota, l'ampia traccia raggiunge un costone alberato, dove da alcune radure si ammira nuovamente la massiccia mole rocciosa del Castellermo. Si prosegue, ora con pendenza più moderata, nel lussureggiante ambiente boschivo: con un lungo traversone in falsopiano, nuovamente un po' infastidito dai tronchi crollati, si giunge presso un ennesimo grosso tronco intraversato, oltre il quale si supera un rio e si guadagna un'ampia ma abbandonata carrareccia sterrata (ometto). 

Si segue in salita la carrareccia, che effettua alcuni ampi tornanti: presso un bivio, si prosegue sul ramo di destra e, con un'ultima serie di svolte ed un lungo tratto pianeggiante, si raggiunge un grande spiazzo sterrato sul filo dell'ampio crinale Pennavàira-Arròscia, dove convergono numerose strade forestali e dove sorge un ricovero in lamiera di proprietà dei taglialegna. Seguendo a questo punto la comoda carrareccia fiancheggiata da un antico muro a secco che, verso sinistra, sale gradatamente lungo lo spartiacque, si giunge in poco tempo all'ampia insellatura della Colla d'Onzo (839 m, h 1,40 da Borgo), dove si trovano un piccolo parcheggio (qui giunge una stradetta sterrata da Curènna) ed una modesta area pic nic (cartelli).

Dall'area pic nic, trascurata l'ampia mulattiera segnalata (segnavia X) diretta alla Cappella di San Calocero ed al Monte Castellèrmo per la via normale (vedi anche itinerario Monte Castellèrmo), si rintraccia, oltre gli ultimi tavoli, una appena accennata traccia che risale il fitto bosco sul versante occidentale del Castellèrmo. Mantenendosi pochi metri a sinistra del crinale, la traccia giunge presso un affioramento roccioso nel bosco, che costeggia in salita sulla sinistra raggiungendo in breve il piede della cresta NO, presso una radura erbosa. Il sentierino (qui un po' più evidente) traversa ora lungamente a sinistra (versante Pennavaira) il fianco Nord della montagna: oltrepassata una piccola, caratteristica colata di ghiaie, si giunge ai piedi di un evidente e verticale torrione roccioso (alcuni spit visibili), dove si trova un grosso ometto (h 0,15 dalla Colla d'Onzo, attacco). 

Di qui inizia la traccia di sentiero che risale interamente l'aerea cresta Nord-Ovest del Monte Castellèrmo fino alla vetta: seguendo interamente la traccia (che nella prima parte coincide con quella descritta per l'accesso al Circo du Barèi), è possibile raggiungere la vetta con difficoltà di EE (un passo di ). Qui di seguito si descrive invece una via più alpinistica, che supera direttamente pressoché tutti i risalti che il sentierino invece aggira. 

NOTA: proseguendo lungo la successiva pianeggiante cengia, facile ma un poco esposta, si raggiunge velocemente un terrazzo erboso da dove si può ammirare la caratteristica coppia di guglie dette "Gli Amanti".

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

N.B.: Essendo la cresta costituita da una serie di brevi risalti intervallati da tratti erbosi, si numerano solo i tiri in cui è conveniente (ma non obbligatorio) procedere legati. Alla base di ogni risalto, nel punto più conveniente per attaccarlo, è costruito un piccolo ometto di pietre.

Si rimonta il canalino a destra del torrione e, superato un anfratto roccioso, si prosegue per la traccia che raggiunge in breve il colletto a monte del torrione stesso. Si continua lungo la traccia, che sale in diagonale verso sinistra fra spuntoni e roccette, fino ai piedi di un primo basso risalto (piccolo ometto alla base).

1 - Si scala il risalto lungo una fessura diagonale verso sinistra, con percorso complessivamente facile (II°+, 5 m);

Ritrovata la traccia del sentierino (bellissima veduta sulla sommità del torrione precedente), si continua per un breve tratto fino alla base di una paretina solcata da un diedro verticale.

2 - Si risale il diedro sfruttando la fessura sul fondo, impegnativa e piuttosto friabile (III°+): raggiunto un piccolo tetto, si esce dal diedro a sinistra (esposto) raggiungendo una cengetta. Con attenzione, ci si sposta 2 metri a destra e si sale una placchetta (II°+) che conduce su un terrazzino con arbusti (12 m);

Si prosegue grosso modo sul filo di cresta, fino alla base di un nuovo risalto.

3 - Si rimonta una paretina gradinata lungo una fessura, incontrando alcuni piccoli alberelli, fino ad uscire nuovamente su facile terreno (III°-, 10 m);

Si traversa su erba a sinistra e si raggiunge nuovamente la traccia presso un tornante. La si segue per pochi metri in salita fino alla base del risalto successivo.

4 - Si scala un breve diedrino ed un successivo elegante spigoletto (III°, roccia ottima) fino ad un terrazzino (10 m);

Traversando nuovamente a sinistra, si raggiunge un grosso terrazzo a lastroni con grandi massi, da dove si apre la vista sulla Guglia, la prima delle Torri du Barèi. Lasciando a sinistra la cengia pianeggiante che raggiunge il Circo du Barèi, si prosegue lungo la cresta Nord-Ovest, qui più definita.

5 - Si scala un grosso roccione per una vaga fessura, superando in alto un poco accentuato strapiombino (III°+, 5 m);

Costeggiando sulla destra una verticale paretina, si giunge alla base di un poco accentuato diedrino con roccia un po' lichenata (ometto alla base).

6 - Si scala il diedrino, con arrampicata delicata per via della roccia piuttosto friabile: con un passo difficile (IV°-) si supera una placchetta, quindi si traversa per circa 4 m a sinistra (III°) e si sale direttamente un breve camino ritornando sul filo di cresta (III°-, 15 m in totale, bella vista dall'alto sulle guglie gemelle denominate "Gli Amanti");

Si prosegue brevemente fino alla base di un bel diedro (ometto).

7 - Si scala il diedro, ben gradinato anche se con qualche cespuglio, uscendo nuovamente in cresta (III°-, 10 m);

Si percorre un tratto di cresta formato da grossi blocchi fino alla base di una paretina.

8 - Si rimonta la paretina seguendo una cengetta sfuggente, con scalata diagonale da destra a sinistra (III° esposto, 12 m);

Dal successivo terrazzino appaiono, alla medesima altezza, le cuspidi sommitali delle Torri du Barei e la vetta del Castellermo. Si prosegue mantenendosi leggermente sul lato Ovest della cresta fino ad una caratteristica spaccatura diagonale originata da una scaglia appoggiata.

9 - Si sale la spaccatura, prima a destra e poi a sinistra (III°+, passo di forza), ritornando sul filo roccioso della cresta (7 m);

Con magnifica veduta sulla vicinissima sommità del torrione chiamato La Torre, si prosegue lungo il filo (un po' esposto ma facile) fino alla base di un caminetto nerastro.

10 - Si scala il caminetto (II°) e si prosegue lungo il filo roccioso, per poi discendere un risalto di 5/6 metri (II°+ esposto) fino ad una forcellina erbosa;

10bis - Trascurando il caminetto, si scende per alcuni metri a sinistra su terreno erboso (attenzione) per imboccare una comoda cengia pianeggiante che aggira il tratto roccioso: al termine della cengia un passo facile ma molto esposto su erba () fa guadagnare la forcellina erbosa;

Si monta su un arrotondato testone roccioso, oltre il quale si giunge ai piedi di un bel diedro.

11 - Si risale il diedro, gradinato ma un po' esposto (III°) fino ad uscire sugli arrotondati pendii erbosi sommitali (10 m);

Qui si incontra nuovamente la traccia, che in breve raggiunge la vetta: volendo, si possono risalire ancora alcune banali placchette rocciose sulla sinistra (I°+) fino ad un cortissimo solco erboso che conduce sulla comoda cima Nord-Est del Monte Castellèrmo (1092 m, h 1,30 dall'attacco).

Splendido panorama sulle testate delle valli Arròscia e Pennavàira, sugli abitati di Nasìno e Castelbianco e sulla selva di guglie e torri rocciose che costituiscono i versanti Nord e Ovest della montagna. Verso Sud, oltre la vicina cima Sud-Ovest (sormontata da una grossa croce) appaiono la piana di Albenga e il Mar Ligure.

 

Discesa: oltre che lungo il comodo sentierino della via normale, che passa per l'antica chiesa di San Calocero (vedi itinerario Monte Castellèrmo, h 0,20 fino alla Colla d'Onzo), è possibile scendere anche lungo la traccia che percorre la cresta Nord-Ovest, incontrata più volte durante la salita. 

In questo secondo caso, percorsi pochi metri in discesa lungo la via normale si imbocca a destra un vaga traccia (invasa dagli arbusti) che raggiunge in pochi metri la sommità di un brevissimo diedrino: sceso il diedro (3 m, I°+), si prosegue in discesa lungo la cresta (evidenti tracce) fino alla forcellina erboso a valle dell'arrotondato testone roccioso. Qui si imbocca con attenzione la cengia sul lato Nord (a destra, verso le Torri du Barèi, all'inizio passo esposto di ) che aggira un rilievo e, con breve risalita su erba, ritorna in cresta. Scendendo quindi per ripido terreno erboso, e mantenendosi ora costantemente qualche metro sul lato occidentale della cresta, si perde velocemente quota. Raggiunto il grande terrazzo a lastroni con grossi massi, si lascia a destra la cengia orizzontale diretta al Circo du Barèi e si prosegue a scendere nel bosco. Toccato un terrazzino, si imbocca a destra un'evidente e comoda cengia rocciosa a tetto, che conduce in poche decine di metri allo sbocco di un canalino roccioso con grosso masso incastrato. Si discende il canalino, dove una vecchia maniglia di ferro agevola la discesa dal masso (), quindi si continua a scendere, ritornando velocemente al colletto erboso a monte del primo torrione. Da qui si ritorna alla cengia di attacco (h 0,30 dalla vetta).

Non rimane ora che ritornare alla Colla d'Onzo e, per il percorso di salita, alla frazione Borgo (h 1,30 circa dalla cengia).

 

 

TEMPO TOTALE

h 5,30 circa (di cui h 1,30/2,00 di arrampicata)

DISLIVELLO

780 m circa (di cui 200 m circa di arrampicata)

DIFFICOLTA’

PD+ (passi di III°/III°+ ed uno di IV°-, tutti evitabili)

MATERIALE UTILE

casco, eventualmente corda da 30 m, cordoni, qualche nut e friend

ULTIMO SOPRALLUOGO

12 ottobre 2013

PERIODO CONSIGLIATO

autunno e primavera

COMMENTI

Bellissima salita, in ambiente molto selvaggio e spettacolare. L'alpinista può decidere a sua discrezione se affrontare i risalti direttamente o aggirarli per sentierino, e ciò fa di questa salita una rarità assai consigliata a tutti i generi di alpinisti. dal sentierino, ai piedi di ogni risalto, un ometto di sassi indica dove è possibile salire senza pericolo di incontrare difficoltà maggiori di quelle indicate. Ancora un ringraziamento va a Giorgio Massone, del C.A.I. di Loàno, che dedica un po' del suo tempo a mantenere pulita ed in buono stato la traccia. Veramente consigliata!

N.B.: la zona è soggetta a divieto permanente di arrampicata (L.R. 29/94 - art. 11 - All. Sub-A) con scopo di tutela per la nidificazione degli uccelli rapaci.