
CARTINA CONSIGLIATA
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A.S.F.
scala 1:25.000 – Foglio 06
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
- ALPI
MARITTIME
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SCHEDA
N. 12 |
STORIA
ALPINISTICA
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La
Testa Àuta
del Lausfèr (2587 m) è una massiccia cima rocciosa posta sullo
spartiacque principale della catena alpina, fra la Sella del Lausfèr
(2500 m ca.), il Colle Saboulè (2460 m) ed il Passo di Tesina (2400
m). Costituisce un
importante nodo orografico, in quanto origina verso Nord-Nord-Est la lunga catena
interna che separa il Vallone di Sant'Anna (di Vinadio) dal Vallone
dei Bagni.
Presenta in prevalenza fianchi di erba e roccette, con
rocce rotte e detrito, poco attraenti. A questa situazione fa eccezione
l'ombroso versante settentrionale, che domina l'appartato e solitario Vallone
di Rocciaslion, più in basso confluente nel Vallone di Tesina,
tributario del Vallone dei Bagni: qui, proprio sopra la mulattiera ex-militare che unisce il
Passo di Tesina al Colle Saboulè, la Testa presenta il suo versante più severo, costituito da una serie
di speroni rocciosi a placche arditi ed eleganti.
Lungo il più evidente
di questi speroni si sviluppa la via "Don Gino" (D.
Collino, E. Camisassa, K. Fea e L. Tranchero, luglio 2005), dedicata dai primi
salitori a Don Luigi Giobergia, parroco di Levaldigi, caduto sul Monte
Gelàs nell'agosto 2001. Si tratta di una via bella, non troppo
sostenuta ed in ambiente molto aereo e spettacolare, interamente
attrezzata a spit (ma senza esagerare!): il comodo accesso e la facile e
veloce discesa ne fanno una via molto ripetuta nelle calde giornate
estive. |
PUNTO
DI PARTENZA
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Da
Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono
Cuneo e Borgo San Dalmazzo, da dove si risale
la Valle Stura.
Circa 1 km a monte dell'abitato
di Vinadio (904 m, 64 km da Mondovì) si prende la diramazione a sinistra
per il Vallone di Sant'Anna, si supera la borgata di Pratolungo
(926 m) e, con numerosa serie di tornanti, trascurando a sinistra la
carrozzabile per il Vallone di Riofreddo, si giunge al bivio di
quota 1900 circa. Trascurato il ramo di sinistra, diretto al non lontano Colle
della Lombarda, si prosegue a destra, tagliando con ampio semicerchio
la testata del vallone e, con un ultimo strappo, si raggiungono i
fabbricati intorno al Santuario di Sant'Anna di
Vinadio (2010 m, circa 20 km
da Vinadio, ampi parcheggi). |
AVVICINAMENTO
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Si segue la
strada asfaltata che dal piazzale antistante il santuario raggiunge in
breve il grande parcheggio posto nei pressi della Roccia
dell'Apparizione: su questo roccione la leggenda vuole che la Madonna
sia apparsa ad una giovane pastorella (scalinata che raggiunge la sommità
del masso, dove sorge una statua della Vergine). Proseguendo lungo l'ampia
carrareccia ex-militare si guadagna quota con un ampio tornante poi,
tralasciata la prosecuzione della carrareccia (diretta ai colli di
Sant'Anna e del Lausfèr), si prende una mulattiera a destra,
che sale ripida la china detritica, passa per una modesta pozza (bella
veduta sulla fronteggiante Punta Maladecia) e raggiunge la conca
dove giace il bel Lago di Sant'Anna (2167 m, h
0,20).
Seguendo la sponda del lago, se ne supera l'emissario e
si riprende a salire per una ripida costa prativa, che fa guadagnare una
bella valletta erbosa. Passando nei pressi di un più piccolo
specchio d'acqua (2250 m), la mulattiera riprende a salire per coste di
erba e detriti (possibili scorciatoie) fino all'ultimo valloncello che
sbuca sull'ampia sella del Passo di Tesina (2400 m, h
0,40 dal lago). Belle vedute sulla testata del Vallone
d'Orgials
e sull'opposto Vallone di
Rocciaslion, in cui è ben visibile la
mulattiera che scende lungamente fino alla borgata Callieri, nel Vallone
dei Bagni.
Trascurata dunque questa mulattiera, si prende quella a
sinistra che, nel primo tratto, traversa in piano un po' espostamente le
pendici rocciose della Testa Àuta del Lausfèr (2587 m). Proseguendo
con modesti saliscendi l'ampia mulattiera, con caratteristico percorso,
taglia una serie di speroni rocciosi e pietraie: presso lo sperone che
più degli altri affonda verso il basso si trova l'attacco (spit rosso
scolorito a circa 3 metri da terra, h 0,15
dal Passo di Tesina).
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DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si possono
contare 7
tiri di corda: 1
- Si attacca lo sperone per una serie di
placche, appoggiate ma con
qualche passo tecnico (4a, 4c): in alto si risale una breve
fessura (4c) fino al comodo terrazzino di sosta (40 m, 2 spit e
cordone);
2
- Si sale la placca di destra, all'inizio abbattuta (4a), ma che
poi si raddrizza in una serie di lame nerastre: superato un breve diedrino
esposto (4c) si supera una cengia detritica e, per un ultimo
muretto a destra (4c) si raggiunge il terrazzino di sosta (35 m, 2
spit e cordone);
3
- Si prosegue lungo la cresta dello sperone, via via più definita (4a):
presso un terrazzino si scala la placchetta a destra di un diedro-canale (4a)
fino ad una cengetta (35 m, 2 spit e cordone di sosta);
4
- Si prosegue lungo la cresta, che si fa sempre più affilata, per una
serie di placche ammanigliate (4a) fino ad un ripiano proprio sul
filo, dove la cresta diventa orizzontale (40 m, 2 spit e cordone);
5
- Si traversa la cresta, con passi esposti e molto aerei (inizio 4c,
poi 4b) fino a che questa si allarga sensibilmente in una specie di
spallone erboso, al piede del salto finale. Presso un masso con cordone si
scende di pochi metri a destra, andando ad afferrare una cengetta erbosa
da percorrere per alcuni metri (3c), fino alla sosta alla base di
una placca compatta (30 m, 2 spit e cordone);
6
- Si scala direttamente la placca sovrastante, con progressione tecnica e
delicata (5a): l'uscita dalla placca è leggermente più
impegnativa, sfruttando una esile fessurina sulla destra (passo di 5b).
Si giunge così ad un'ampia cengia inclinata (30 m, 2 spit e cordone);
7
- Si attacca la placca sovrastante lungo una fessura obliqua a sinistra (4b),
poi si rimonta un breve diedrino appena accennato (4a) e si
prosegue quindi per rocce sempre più facili ed articolate fino alla
cresta sommitale, formata da grossi blocchi (40 m, 2 spit e cordone).
Rimontando la facile cresta, per grossi massi ed un canalino di
sfasciumi, si raggiunge la piccola croce posta sulla vetta
della Testa Àuta del Lausfèr (2587 m).
Bellissimo panorama su tutte le Alpi Marittime, fino al Monviso.
Discesa: ci si dirige verso destra, all'inizio della
cresta ovest, che scende direttamente sul Colle Saboulè. Seguendo
le tracce di passaggio, che si mantengono leggermente a sinistra del filo
(lato francese), si scende per sfasciumi ed erba fino al sentiero
pianeggiante che, seguito per breve tratto verso destra, conduce al Colle
Saboulè (2460 m, h 0,20 dalla
cima). Di qui, lungo la larga mulattiera pianeggiante che taglia verso Est
la testata del Vallone di Rocciaslion, nuovamente al Passo di Tesina ed al
Santuario di Sant'Anna (h 1,00
dal Colle Saboulè).
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TEMPO
TOTALE
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h 5,00 circa ( di cui circa h
2,30 per la via)
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DISLIVELLO
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250
m circa di sviluppo (450 m il dislivello dell'avvicinamento)
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DIFFICOLTA’
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D-
(5b max/4c obb.)
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MATERIALE
UTILE
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casco,
2 mezze corde da 50 m, cordini, 10 rinvii, qualche friend medio-piccolo
facoltativo
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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8
agosto
2010
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PERIODO
CONSIGLIATO
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luglio
- settembre
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COMMENTI
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Via molto tranquilla, comoda e
poco sostenuta. Ambiente e panorami molto belli. Utile, ma non
indispensabile, qualche friend, a causa di una spittatura in qualche
tratto piuttosto "lunga". Molto frequentata.
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