Torrioni Sàragat - Trav. al Torrione Est

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 - Foglio 05

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 33

 

FOTO NOTEVOLI

I TORRIONI SARAGAT SALENDO VERSO IL COLLETTO DELL’ABISSO

I LAGHI DI PEIRAFICA DAI PRESSI DEL COLLETTO DELL’ABISSO

CAMOSCI POCO SOPRA IL COLLETTO DELL’ABISSO

IL TORRIONE EST DALLA CRESTA

FOTOPERCORSO

 

STORIA ALPINISTICA

I Torrioni Saragat sono un’ardita serie di spuntoni rocciosi situati sullo spartiacque principale, tra il Colletto dell’Abisso (2550 m) ed il Colletto Saragat (2529 m), alla testata dei valloni de Peyrafique e del Sabbione. Le quote principali sono il Torrione Est (2609 m) e, oltre l'angusta breccia della Bréche Saragat, il Torrione Ovest (2585 m), che cade con un verticale risalto sul Colletto Saragat.

Il versante Nord, verso il medio Vallone del Sabbione, è costituito da lisce placche intervallate da ripidi canali erbosi di scarso interesse, mentre il lato Sud, che guarda la testata della solitaria conca dei Lacs de Peyrafique, si presenta con una serie di pareti rocciose alte circa 200 m, inframmezzate da verticali colatoi, ed è alpinisticamente il più interessante.

Molto interessante però risulta anche la traversata di cresta dei torrioni: si tratta di un itinerario non troppo impegnativo tecnicamente (almeno fino al Torrione Est) ma comunque da non sottovalutare. La quasi nulla attrezzatura, l’esposizione di molti passaggi e l’orientamento non sempre facile fanno si che la traversata risulti piacevole e avventurosa ma comunque impegnativa.

Secondo Vincént Paschetta, i torrioni sarebbero all’origine del toponimo “Peirafica”, da “pierre fichée”, “pietra ficcata”, in riferimento all’aspetto di pietre conficcate nel terreno che assumono dalla conca dei Laghi di Peirafica. Il toponimo “Torrioni Saragat” risale invece al 1929, quando i primi salitori li dedicarono ad Eugenio Saragat, caduto il 14 aprile dello stesso anno alla Rocca Sella in Val di Susa.

La prima salita dei torrioni, lungo questa via da Est a Ovest, è del 9 giugno 1929 ad opera di Gugliemo Kleudgen e Federico Acquarone fino al Torrione Ovest: purtroppo durante la discesa verso Sud dalla Bréche Saragat i due alpinisti precipitarono, e Kleudgen perse la vita.

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, risalendo poi la Valle Vermenàgna fino a Limone Piemonte ( 1010 m ), da dove si sale all'ingresso del traforo stradale del Colle di Tenda ( 59 km da Mondovì).

b) Da Ventimiglia (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si risale la Valle Roya , si superano Airole, Breil-sur-Roya, Saòrge, Fontàn, Saint Dalmas de Ténde, Ténde e Viéve e si attraversa quindi il traforo del Colle di Tenda ( 55 km da Ventimiglia).

Dall'ingresso italiano della galleria si prende una stradina asfaltata che, verso ovest, sale alla frazione Panìce (o Quota 1400) e quindi si inerpica con numerosi tornanti (sterrato l'ultimo breve tratto) fino al valico geografico del Colle di Tenda ( 1871 m , 10 km circa).

Dal colle si prosegue per una sterrata finalmente in buone condizioni (risistemata di recente) che sale inizialmente lungo il filo di cresta, quindi scende leggermente sul versante francese, passa per gli imponenti edifici del Forte Margheria ( 1842 m ) e, tagliando in piano lungamente le pendici delle erbose cime sulla cresta di confine (Cima di Forte Pernànte, Cima di Salàuta, Monte Becco Rosso), si porta alla testata del Vallon de Caramagne, in corrispondenza dello sbocco del Vallone di Peirafica

Presso la vecchia costruzione dell’Asile Arnaldi (di proprietà del Comune de La Brigue), all’altezza del Ponte di Peirafica, si parcheggia l’auto ( 1916 m , circa 6 km dal colle).

 

AVVICINAMENTO

Si segue una labile traccia che risale i dossi erbosi a monte del ponte, mantenendosi sulla destra idrografica del vallone: si prosegue senza percorso obbligato tendendo a sinistra fino ad incontrare un marcato sentiero che percorre il versante sinistro della valletta, fra larici e radure molto pittoresche. Dopo circa tre quarti d’ora il sentierino si porta in una conca sul fondo del vallonetto, al limitare di grandi pietraie, dove si incontra un bivio (cartelli): seguendo il ramo di sinistra, si risale con erti tornanti un ripido costone erboso, poi si devia un po’ a destra per una specie di piccola valletta e si esce sui grandi massi a poca distanza dal Lago Inferiore di Peirafica (2332 m, h 1,30). Magnifica veduta sulla dentellata cresta dei Torrioni Saragat, che chiude la conca terminale del vallone. Qui termina il sentiero. 

Continuando a salire verso destra (ometti), con belle vedute sul sottostante lago, si supera una modesta bastionata (eventualmente qualche facile roccetta) e, senza un vero percorso obbligato nella vasta pietraia, si giunge ai piedi del ripido pendio terminale che immette al Colletto dell’Abisso: in basso a sinistra, in una appartata conca glaciale, salendo appare il vasto Lago Superiore di Peirafica (2358 m). 

Per l’ultimo pendio erboso, ripido ma elementare, si giunge al Colletto dell’Abisso (2550 m, h 0,30 dal Lago Inferiore di Peirafica, confine di stato), ampia depressione erbosa fra la Rocca dell’Abisso ed i Torrioni Saragat.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Dal colletto si segue la comoda cresta erbosa verso sinistra, inizialmente coronata da una serie di paline del Parco delle Alpi Marittime (che inizia da qui, sul versante italiano dello spartiacque). Si scavalca una prima modestissima elevazione, quindi si supera una seconda piccola cima (o direttamente, o traversando per una comoda cengia sul lato Nord). Si attacca quindi una più pronunciata quota, salendo lungo le facili roccette erbose della cresta

Raggiunta la cima, se ne percorre la facile a panoramica crestina sommitale per erba e massi, quindi si scende dall’altra parte in direzione di un curioso più basso torrione coronato, sull’aereo spuntone di vetta, da un vecchio anello di cordino. Dopo breve discesa si giunge sull’orlo di un salto di 5 metri che immette alla strettissima forcellina di divisione con il torrione: si devia allora a destra (Nord) lungo una ripida rampetta di erba e roccette (II°) che permette di calarsi (roccia buona ma attenzione, esposto!) sul fondo del piccolo canalino erboso che scende dalla soprastante forcellina. 

Senza raggiungerla, si prosegue grosso modo alla medesima quota, traversando lungamente alla base del dentellato tratto di cresta (il percorso di questo tratto, possibile, richiederebbe una lunga serie di tiri e manovre di corda che allungherebbe eccessivamente il tempo della traversata). Il traverso si svolge su placche rocciose, appoggiate ma piuttosto lisce (/I°+) che richiedono comunque prudenza.

Si giunge così in vista di una marcata depressione, oltre la quale si innalza la tozza sagoma della Quota 2572: poco prima di raggiungere il breve canale erboso con scarse roccette cui fa capo la depressione, si ritorna in cresta rimontando una bella rampa inclinata sulla sinistra (II°). Proseguendo brevemente lungo il filo di cresta, in questo tratto facile, si scende alla depressione di cui prima (h 0,45 dall’attacco).

Si attacca ora il tozzo torrione, che presenta nel primo tratto un risalto verticale di una decina di metri: le difficoltà non sono eccessive (III°-) ma una certa esposizione consiglia di effettuare il passaggio in condizioni di sicurezza! Si risale dunque, proprio sulla linea della forcella, un breve caminetto, seguito da una placchetta con lame abbastanza sicure. Poco sopra si esce su un comodo pendio erboso con massi, che si risale interamente con facilità fino all’ultimo breve tratto ripido: salendo lungo un breve canale-camino, con solo un passo di arrampicata (II°+) si esce sulle rocce sommitali della Quota 2572.

Si prosegue per buon tratto, con alcuni saliscendi, lungo la cresta facile di erba e roccette (attenzione comunque all’esposizione di alcuni tratti), poi si scende ad una più definita depressione, da dove con una breve risalita sempre facile si giunge sulla vetta della Quota 2542.

Si prosegue lungo la cresta di erba e roccette e, mantenendosi questa volta leggermente sul versante Sud, si scende decisamente fino ad una stretta forcella, ai piedi del vertiginoso appicco del Torrione Est, caratterizzato da un curioso spuntone bifido poco sotto la cima. In alto, poco a monte dello spuntone, si individua anche un anello di cordino per corda doppia.

Senza attaccare la difficile cresta che cade sulla linea della forcella, ci si cala di qualche metro sul versante Nord (destra) per ripida erba fino ad un esposto pulpito di erba e massi, ai piedi di una rampa rocciosa appoggiata. Attenzione perché dal pulpito il pendio precipita verso il Vallone del Sabbione con placche e vertiginosi canali tutt’altro che rincuoranti! Da qui risulta obbligatorio assicurarsi, perché l’arrampicata si fa impegnativa ed esposta:  

1 – Si attacca la rampa rocciosa (abbastanza appoggiata, ma di difficile proteggibilità, III°-): dopo i primi metri più impegnativi, le difficoltà diminuiscono un po’ fino ad uscire su un terrazzino erboso presso un piccolo larice. Si prosegue oltre il larice attaccando il diedrino soprastante, leggermente strapiombante: dopo qualche metro a destra del diedro (III°), vi si entra all’interno con una spaccata e, salendo in verticale (III°, passo di III°+), si raggiunge la cresta, poco a destra del curioso spuntone bifido (25 m, sosta da costruire su spuntone);

2 – Si aggira a destra un grosso masso lungo una rampa esposta (III°-), oltre il quale si incontra l’anello di cordino attrezzato per la doppia. Proseguendo lungo l’esposta crestina (II°+), si aggirano alcuni spuntoni e si giunge alla stretta ed aerea vetta del Torrione Sàragat Est (2609 m, 15 m, h 1,45 dal Colletto dell’Abisso). Bellissima vista sul severo versante Nord della Rocca dell’Abisso, oltre che sulla costiera del Monte Carbonè e sulle principali cime delle Alpi Marittime. Lontano verso nord svetta il Monviso.

 

Discesa: si effettua lungo la via di salita in h 1,45 (fino al Colletto dell’Abisso), effettuando una corda doppia da 30 m (attrezzata) presso lo spuntone bifido. Per il resto la via è tranquillamente percorribile in arrampicata anche in senso inverso: per la discesa dello zoccolo basale della Quota 2572 si può effettuare un’altra breve doppia (da attrezzare) oppure scendere lungo un breve caminetto proprio in corrispondenza dello spigolo di destra (scendendo), verticale ma abbastanza appigliato (passo di II°+ in discesa). Dal Colletto dell’Abisso si ritorna all’auto in h 1,15 circa.  

N.B.: dal Torrione Est è ovviamente possibile la prosecuzione al Torrione Ovest attraverso la Bréche Saragat, da dove poi ci si può calare con 2 corde doppie da 30 m al Colletto Saragat (2529 m).

In questo tratto però le difficoltà aumentano: dal Torrione Est si scende la breve crestina fino ad un intaglio, caratterizzato da massi accatastati molto friabili (attenzione!). Qui una corda doppia attrezzata permette di calarsi verso destra (Nord) per circa una decina di metri in un tetro canale, che più in basso sprofonda vertiginosamente: ci si cala invece fino ad un’esile cengetta che aggira un esposto sperone (difficilissimo da proteggere!), da dove poi si può scendere alla Bréche Saragat. Da qui si deve aggirare (o superare) un vertiginoso spuntone per placche lisce, esposte e molto difficili da proteggere, quindi per cresta più facile (almeno credo …) alla sommità del Torrione Saragat Ovest (2585 m).

Con due calate verticali leggermente sul versante Nord (penso attrezzate, come sono risultate attrezzate tutte le altre calate necessarie) si tocca infine il Colletto Saragat (2529 m), da dove per un ripido canale si scende ai macereti presso il Lago Superiore di Peirafica. Questo percorso, seppur interessante, è a mio parere più impegnativo di quanto riportato sulla relazione della via sulla guida “Alpi Marittime – vol. I").

 

TEMPO TOTALE

h 7,00 circa (h 3,30 la via nei due sensi)

DISLIVELLO

800 m circa (200 m circa i saliscendi della via)

DIFFICOLTA’

PD+ (gran parte I° e II°, alcuni passi di III°, un passo di III°+)

MATERIALE UTILE

corda da almeno 60 m (o due mezze da 30 m), casco, 3/4 rinvii, cordini, nut e friend, eventualmente qualche chiodo: via totalmente da attrezzare (a parte alcune corde doppie)

ULTIMO SOPRALLUOGO

9 settembre 2012

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - fine settembre 

COMMENTI

Via impegnativa, non tanto nei singoli passaggi quanto per l’ambiente generalmente esposto e per l’orientamento, non del tutto scontato. Panorami molto belli sulla Rocca dell’Abisso e sui sottostanti Laghi di Peirafica, nonché sulla lunga costiera di Monte Carbonè. La prosecuzione verso il Torrione Ovest è più impegnativa.