Grignètta 2177 m - Via "Cresta Segantìni"

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CARTINA CONSIGLIATA

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CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALTRE ZONE (PREALPI LOMBARDE)

SCHEDA N. 5

 

FOTO NOTEVOLI

LA "CRESTA SEGANTÌNI" DA NORD

 

STORIA ALPINISTICA

La Grigna Meridionale, o Grignetta (2177 m), è la cima principale dell'omonimo gruppo situato nelle Prealpi Lombarde, a poca distanza dal Lago di Lecco. Con la vicina Grigna Settentrionale (o Grignòne, di poco più elevata) costituisce un settore molto apprezzato dagli scalatori di questa zona (e non solo!), in quanto offre innumerevoli possibilità di salite alpinistiche di tutti i gradi di difficoltà, grazie alla struttura prettamente dolomitica delle varie cime. 

Tra queste, la salita alla Grignètta per la cresta Ovest (o "Cresta Segantini") è certamente uno di quelli più frequentati ed apprezzati, per lunghezza, difficoltà contenute ed ambiente veramente di alta montagna. 

La cresta, a partire dal Colle Valsecchi (1898 m) si presenta ardita, frantumata in diversi torrioni e campanili, ognuno col suo nome, incisi da canaloni ripidissimi e a volte ghiacciati. Insomma, nonostante le difficoltà non superino mai il IV° grado, va tenuto presente che non si sta parlando di una via di falesia: le protezioni a volte sono molto distanti o non ci sono proprio, l'esposizione in alcuni passaggi è sensibile, lo sviluppo è notevole, l'ambiente è quello proprio dell'alta montagna. 

La prima discesa della cresta, ad opera di Giacomo Casati (da solo), risale al 13/03/1901. Seguirono altri tentativi esplorativi dal basso ed un'altra discesa ad opera di Giuseppe Dorn, fino alla prima salita integrale: Eugenio Moraschini e Giuseppe Clerici il 09/10/1905, che dedicarono l'impresa al famoso pittore espressionista, da pochi anni scomparso in Engadìna.

 

PUNTO DI PARTENZA

Rifugio Rosalba (1730 m), raggiungibile dai Piani Resinelli (1250 m circa) in h 1,45 attraverso il "Sentiero delle Foppe" oppure in h 2,45 attraverso il "Sentiero della Direttissima". 

Per i particolari su quest'ultimo percorso, vedi anche itinerario "Direttissima" al Rifugio Rosalba.

 

AVVICINAMENTO

Dal rifugio si prende il "Sentiero Cecilia" (segnavia n° 10) che sale lungo il filo della cresta, di fianco all'omonima torre. Proseguendo per erba e banali roccette, tra bei pinnacoli rocciosi, ci si porta all'ampia insellatura del Colle Garibaldi (1800 m circa), dove si incontra il sentiero della "Direttissima" (segnavia n° 8) proveniente dal Rifugio Porta

Si prosegue lungo la linea del colle, poi ci si porta sul versante settentrionale, per un sistema di cenge un po' esposte. Si superano un tratto di roccette ed un paio di passaggi attrezzati in corrispondenza di alcuni canalini ghiaiosi, poi si risale un ripido pendio detritico che riporta nuovamente sulla linea di cresta, in corrispondenza del Colle Valsecchi (1898 m, h 0,40 dal rifugio). 

Qui si abbandona il "Sentiero Cecilia", diretto alla sommità della Grignètta con percorso escursionistico (EE), per rimontare una scarpata di roccette ed erba fino ad un ripiano roccioso, alla base di un evidente canale-camino che incide il primo torrione della cresta. Attacco.  

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si possono contare in totale 22 tiri di corda; tenere però presente che la maggior parte di questi vengono percorsi, data la loro facilità, in conserva o slegati:

1 - Si attacca il canale camino, all'inizio più ampio ed appoggiato, poi più stretto e verticale (attenzione, roccia spesso umida). Sulla forcelletta d'uscita si incontra, sulla destra, il primo fix (sosta su quest'ultimo o sullo stesso spuntone, II° continuo); 

2 - Si attacca il muretto a sinistra della forcellina, un po' strapiombante ma con alcune ottime maniglie (comunque da ricercare) per poi uscire su una rampa rocciosa molto appoggiata che va seguita fino ad un altro fix (sosta, IV°- lo strapiombo, poi II°, tiro tecnicamente più impegnativo dell'intera ascensione);

3-4 - Si prosegue lungo il crinale, ora elementare, di erba e roccette fino alla sommità della Quota 1943, il primo torrione della cresta. Si scende dall'altra parte per rocce ed un corto caminetto per poi proseguire lungo la facile cresta, fino ad una cengetta esposta ma facile che permette di aggirare una quinta rocciosa e di portarsi in vista di una selletta ai piedi del torrione successivo (Torrione Dorn). Qui si trova un fix, e fin qui generalmente si procede in conserva: scesi per pochi metri lungo un muretto verticale, si raggiunge la selletta. Risaliti facilmente dall'altra parte, si trovano due resinati alla base del torrione (sosta, , II° dalla cengetta in poi);

5 - Dalla sosta si traversa espostamente verso destra (II°), per poi salire dritti lungo un caminetto un po' unto (III°), dove  si trova un fix. Si traversa poi decisamente a destra fino ad un terrazzino (altro fix), da dove si prosegue lungo una cengetta che aggira uno spigoletto e consente di raggiungere l'attacco di un caminetto di rocce rotte. Si risale il camino (II°) poi si prosegue direttamente sulle rocce dello spigolo del torrione (II°) fino alla cresta sommitale (fix, sosta, percorso molto contorto, rischio di forte attrito per le corde!);

6 - Si percorre la cresta sommitale del Torrione Dorn, con percorso molto facile, fino ad incontrare una sosta costituita da due fix (, tratto solitamente percorso in conserva);

7 - Si scende ora la cresta, qui un po' esposta e delicata (II°+) fino ad un fix: da qui ci si sposta un po' a destra e si scende un muretto verticale di pochi metri (ma l'esposizione è sensibile, III°) fino ad una specie di ballatoio che domina il sottostante canale (fix). Da questo punto è possibile scendere direttamente nel canale con una doppia da 20 m in parte nel vuoto (consigliato) oppure deviare decisamente a destra e scendere una fessura verticale di una decina di metri (III°, fix) fin sul fondo del canale. Una breve risalita per detriti consente di guadagnare la successiva selletta col Torrione Svizzero;

8 - Si segue la facile successiva crestina che conduce alla base del Torrione Svizzero (, fix di sosta, tratto da percorrere in conserva);

9 - Si sale il breve muretto sopra la sosta (III°-, roccia molto unta), poi si tende decisamente in diagonale verso destra lungo facili rocce con percorso più che evidente (II°). Doppiato uno sperone, che scende direttamente dalla cima del torrione, si raggiunge una cengia con fix di sosta;

10 - Si scende in arrampicata (II°) all'intaglio tra il Torrione Svizzero e il Torrione della Finestra, che si supera con bella spaccata. Si sale quindi la successiva parete lungo una bella spaccatura diagonale verso destra, si supera uno speroncino che butta un po' in fuori (II°+) e si sosta su un terrazzino (fix);

11 - Si prosegue verso destra, aggirando uno spigoletto, fino ad una cengia alla base di un camino. Si sale il camino (fix alla base), stretto, umido e faticoso (III°), e sbarrato quasi all'inizio da un grosso masso incastrato. Più in alto le difficoltà diminuiscono un po' (II°+), e comunque il camino va risalito interamente fino ad uscire su una cengetta, presso la sommità del Torrione della Finestra (fix di sosta);

12 - Si aggira la sommità del torrione lungo questa cengia circolare (altro fix), poi si scende per roccette ed una breve spaccatura (II°) all'intaglio successivo, fra il Torrione della Finestra ed il Pilone Centrale. Dall'intaglio si prosegue lungo una evidente cengia orizzontale che taglia il versante Nord del Pilone Centrale (, eventualmente in conserva) fino alla base di un caminetto (fix di sosta);

13 - Si risale il caminetto, prima più facilmente, con più impegno negli ultimi metri (II°+) fino al forcellino cui fa capo (fix sulla destra). Si prosegue sulla crestina di sinistra, mantenendosi un po' sulla sinistra per placchette appoggiate (II°). Si scende per un tratto breve ma affilato ad un pianerottolo alla testata di un canalino: qui si prosegue a sinistra lungo una breve serie di placche (II°) che salgono in diagonale fino ad un'ampia cengia (fix sulla parete di fronte);

14 - Si procede lungo la cengia, facile ed orizzontale () che taglia tutto il versante Nord del Pilone Centrale. Superato un tratto un po' più esposto, si raggiunge il sommo del salto verticale che scoscende sul ripido ed ampio canale detritico detto "La Lingua" (sosta su fix);

15 - Qui la discesa in doppia è da sconsigliare per via del pericolo di caduta pietre nel canale. Si scende allora un po' a sinistra, lungo una facile rampa di roccette, fino a ritrovarsi proprio sul ciglio che sprofonda nel canale (chiodo vecchio). Si piega allora decisamente a destra (faccia a valle) e si traversa con percorso molto delicato (III°) per una minuscola cengetta in piena parete, fino ad un fix circa a metà del suo sviluppo. Si prosegue con attenzione, sempre sulle medesime difficoltà, fino allo scomodo passaggio finale che consente di toccare le ghiaie alla testata del canale, oramai in prossimità dell'ampia Forcella della Lingua (spuntoni di assicurazione);

16-17 - Dalla forcella si risalgono le ampie e spettacolari placconate di sinistra, con percorso un po' da ricercare (utili i bolli rossi, II°). Ogni tanto si incontra un fix, ma il terreno qui consente di procedere in conserva. Aggirato un salto sulla destra (freccia) si prosegue facilmente per roccette fino a giungere nuovamente in cresta, non molto distanti dalla vetta del Pilone Centrale, che si lascia a destra;

18-19 - Si prosegue per facili rocce lungo il filo di cresta e si raggiunge la Quota 2124 della Bastionata, l'ultimo torrione della cresta prima della vetta. Da qui si scende lungo il filo, a tratti un po' esposto ma facile, fino ad una placchetta verticale, breve ma da scendere con attenzione (II°+). Si supera poi ancora un cimotto, oltre il quale si scende lungo un canalino verso sinistra che può offrire qualche difficoltà nel passaggio di uscita (II°+). Ci si ritrova così su una comoda cengia che, percorsa verso destra, diventa presto di nuovo crestina che precipita verso il successivo intaglio del Bocchino della Ghiacciaia (fix di sosta);

20 - Scendendo lungo rocce appigliate ma spesso fredde e bagnate (II°) si tocca il gelido intaglio del Bocchino della Ghiacciaia (fix di sosta); in alternativa, con una doppia di 10 m circa si ottiene lo stesso risultato;

Da questo punto, scendendo brevemente per tracce nel canale di destra, si può andare a prendere il "Sentiero Cecilia" a circa h 0,15 dalla sommità della Grignètta. La "Cresta Segantìni" invece prosegue ancora sulla parete sopra la sosta.

21 - Si attacca la parete in corrispondenza della evidente spaccatura originata da una grossa scaglia staccata. Si sale la spaccatura (II°+), poi si esce su una placca inclinata molto esposta (III°) al termine della quale si incontra un fix. Si sale quindi lungo una fessurina che poi diventa caminetto (II°+, III°) al termine del quale si esce su un piccolo terrazzino (fix);

22 - Si traversa un paio di metri a destra, quindi si sale direttamente un muretto lavorato (II°+) fino ad uscire sulla cresta di un'anticima (fix). Scesi ad una vicina selletta, si risale l'ultimo tratto di cresta, per erba e roccette, fino ad incontrare le attrezzature dell'ultimo tratto della "Cresta Cermenati". Da qui, brevemente, si tocca la vetta della Grignetta (2177 m), dove sorge il Bivacco Ferrario.   

 

Discesa: si seguono le attrezzature che conducono in breve ai piedi del versante meridionale della vetta. Da qui è possibile (indicazioni) tornare al Rifugio Rosalba col "Sentiero Cecilia" oppure seguire interamente la "Cresta Cermenati" che, con percorso molto ripido e fastidioso per via del fondo detritico del sentiero, ma del tutto facilmente, consente di scendere in circa h 1,30 al Rifugio Porta ed ai Piani Resinelli.

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 - 6,30 (a seconda dei tratti percorsi in conserva)

DISLIVELLO

200 m circa, 500 m circa di sviluppo

DIFFICOLTA’

PD+ (un passo di IV°-)

MATERIALE UTILE

2 mezze corde da 50 m, casco, 6/7 rinvii, cordoni, eventualmente qualche nut e friend: via attrezzata con resinati e alcuni chiodi

ULTIMO SOPRALLUOGO

28 settembre 2008

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Bellissima salita, tecnicamente abbastanza facile ma comunque da non sottovalutare. La via è lunga, la chiodatura molto rada, il percorso aereo ed a tratti esposto. Per fortuna i bolli rossi lungo tutta la via impediscono di perdersi, quantunque in caso di scarsa visibilità le difficoltà aumentino sensibilmente. Molto frequentata, per cui non sono rari i garbugli con le corde. Ambiente severo di alta montagna. Tenere presente, nella valutazione delle difficoltà, che alcuni tratti di III° grado vanno percorsi in discesa, per cui è richiesta un minimo di esperienza. Via di grande soddisfazione.