| 
                    
  
 
  
    
      | CARTINA CONSIGLIATA | I.G.C.
        scala 1:50.000 - Foglio 16 |  
      | CATEGORIA/ZONA | ALPINISMO
        SU NEVE/GHIACCIO - APPENNINO
        LIGURE | SCHEDA
        N. 23
        ★ |   
  
 
  
    
      | STORIA
        ALPINISTICA |  
      | Il
        Bric Saiardo (1093 m) è un modesto contrafforte roccioso sull'articolato
      sperone Sud del Monte Reixa (1182 m), importante cima dell'Appennino
      Ligure nell'immediato entroterra fra Arenzano e Voltri.
      In particolare, un comodo sentiero segnato che sale dal Passo della
      Gava (752 m) alla vetta del Reixa (vedi anche itinerario Monte
        Reixa) passa proprio nei pressi delle roccette sommitali, da cui si
      gode di bellissimo panorama sul porto di Voltri.   Il versante nord
      orientale del Bric Saiardo, però, costituisce la sponda sinistra
      di un lungo e sinuoso solco, chiamato dai locali "Canale
      Malanotte", percorso da un pittoresco rio che forma belle
      cascatelle, e che da poco sopra le case di Sambuco (387 m) sale
      direttamente ai pendii sotto la cima del Reixa.   Partendo dalla
      parte mediana di questo canalone, poco sotto la sua strozzatura più
        accentuata (dove transita la traccia di collegamento Passo della Gava -
        Passo del Faiallo), è possibile risalire alcuni canalini anche
        piuttosto impegnativi, in aspro ambiente roccioso. Questi brevi solchi
        sboccano su un ampio tavolato dal quale è possibile collegarsi
        velocemente e facilmente ai canali che raggiungono la sommità del Bric
        Saiardo (vedi anche itinerario Bric
        Saiardo - Canale NE). Tra questi canalini, il più interessante è
        quello denominato ": la prima salita alpinistica
        nota è di Walter "Rockice", membro del Forum "Quotazero",
        con un compagno nel febbraio 2010. |   
 
  
    
      | PUNTO
        DI PARTENZA |  
      | Da
        Arenzano (uscita dell'autostrada A10
        Genova - Ventimiglia) si segue la statale verso destra (ponente) per Cogoleto,
        ma si imbocca quasi subito una stradina sempre a destra che conduce alla
      frazione Terralba (79 m). Di qui, proseguendo per una strada
      stretta ma sempre asfaltata, si sale fra case e boschetti fino ad una 
      sella panoramica, in località Curlo (292 m, parcheggio, area
      picnic). |   
 
  
    
      | AVVICINAMENTO |  
      | Presso una grande
      cisterna per l'acqua si imbocca un sentiero (segnavia ●●)
      che sale fra arbusti e roccette (vecchio pilone) fino a ritrovare la strada, abbandonata in
      precedenza, ora sterrata. Si prosegue lungo la strada, si supera una
      sbarra e si raggiunge un bivio: trascurato il ramo di sinistra, che scende
      in breve alle  Case Forestali, si prosegue per alcune centinaia di
      metri sulla carrareccia di destra: si trascura un primo bivio a destra,
        diretto al Ricovero
        Scarpeggìn, e successivamente un secondo, diretto sempre alla zona
        del Passo della Gavetta (segnavia ●●)
        e si prosegue lungo la comoda sterrata (segnavia A).
        Questa alterna tratti in falsopiano a brevi serie di tornanti,
        guadagnando quota sui costoni boscosi discendenti dal Bric Gavetta:
        belle vedute su
        Arenzano e sulla fronteggiante alta catena che va dal
        Monte Sciguelo al Monte Argentèa. Con un'ultima serie di svolte si
        raggiunge finalmente l'ampia
        sella prativa denominata Präo Lisêu, sullo spartiacque col
        profondo Vallone del Negrone.  Attraversato
        il prato, la carrareccia raggiunge un panoramico poggio dove sorge
        ancora un'antica
        stazione di teleferica, da dove inizia a tagliare altissima il
        fianco sinistro idrografico del Vallone del Negrone. Con belle vedute
        sulla costiera Rocca Vaccaria - Monte Reixa e sull'evidente intaglio del
        Passo della Gava, visibile alla testata del vallone, la
        strada taglia in moderata salita il fianco del Bric Gavetta e, oltre
        la valletta discendente dall'omonimo passo, quello della Rocca dell'Erxo
        fino al piccolo bacino artificiale poco sotto il valico, nei pressi del
        quale sorge il piccolo Rifugio
        Gava (ricovero di fortuna). Con un paio di tornanti, oppure
        seguendo direttamente l'impluvio principale per evidenti tracce, si
        raggiunge il
        panoramico Passo della Gava (752 m, h
        1,20 da Curlo). Dal
        passo, trascurato il segnavia X che
        sale verso il Monte
        Reixa, si
        prosegue pressochè pianeggiando sul versante sinistro idrografico
        del Vallone del Rio Gava, che scende verso Sambuco (segnavia ■
        e indicazione FAIALLO sulla roccia).
        Con percorso panoramico e poco faticoso (belle vedute sulla Cresta delle
        Tardie, sul
        profondo vallone e sull'aguzza Punta Martin) si doppia con
        una breve risalita un ampio costone, oltre il quale si entra
        nell'ampio Vallone
        del Rio Malanotte. Transitando poco sotto il grazioso Rifugio
        Gilwell (incustodito ma sempre aperto), si
        inizia a traversare alla base dei contrafforti rocciosi del Bric Saiardo: in questo tratto, in cui il sentiero si porta in traverso verso
        il fondo del Canale Malanotte, va posta la dovuta attenzione in caso di
        ghiaccio. Superato un colletto alla base di un grosso roccione con
        statua della Madonna sulla sommità, si giunge alla
        base di due evidenti canalini separati da uno sperone roccioso dominato
        da un pinnacolo, circa 100 metri prima di raggiungere il fondo del
        Canale Malanotte (h 0,40 dal Passo
        della Gava, attacco). |   
 
  
    
      | DESCRIZIONE
        DELLA VIA |  
      | Calzati i
        ramponi (qui in posizione a dire il vero non molto
        comoda, conviene calzarli presso il colletto alla base del roccione), si
        risale il ripido ma breve pendio che adduce allo sbocco del canale a
        sinistra dello sperone roccioso con pinnacolo: superati alcuni alberelli
        che infastidiscono leggermente per i loro rami intricati, si giunge all'inizio
        dello stretto canale, qui dominato a sinistra da una paretina
        strapiombante, mentre a destra un pendio meno inclinato, ma ugualmente
        roccioso, ne costituisce la sinistra orografica. Si risale il canale,
        superando all'inizio alcuni roccioni affioranti dalla neve, quindi per
        un tratto piuttosto lineare ci si dirige verso
        il risalto che interrompe il canalino circa a metà sviluppo. Questo
        tratto, che rimane quasi sempre in ombra, spesso presenta una neve
        farinosa non trasformata, che può rivelarsi molto faticosa.
        Avvicinandosi al risalto la pendenza aumenta sempre più (45°),
        e la neve spesso cedevole richiede attenzione. Raggiunta la base del
        risalto, alto una decina di metri, ci sono due possibilità:  a)
        in presenza di molta neve, è possibile superare il salto a sinistra,
        lungo un ripido scivolo nevoso che costituisce il naturale proseguimento
        del canalino (ma il più delle volte non c'è abbastanza neve, e affiora
        la roccia in strapiombo rendendo il passo assai arduo);  b)
        altrimenti, in caso di scarso o insufficiente innevamento, si deve
        salire in diagonale verso destra, lungo una rampa obliqua molto ripida
        che conduce alla base di alcune placchette. Da qui si traversa prima a
        destra, quindi direttamente verso l'alto, poi a sinistra, su cornici
        esposte e molto delicate (sotto un leggero strato di neve si alternano
        erba e placche di roccia, II°+) fino a raggiungere, con un
        sospiro di sollievo, il ripido pendio nevoso al di sopra del salto. Si
        continua a risalire il solco, qui più ampio anche se sempre
        piuttosto ripido (40°), fino ad una nuova breve strozzatura,
        nuovamente dominata da una scura paretina aggettante sulla sinistra. Con
        difficoltà variabili a seconda delle condizioni (spesso ghiaccio) si
        supera la breve strozzatura (pochi metri a 50°), per poi
        risalire la
        successiva goulotte che, con percorso lineare e piacevole (anche qui
        spesso ghiaccio) consente di raggiungere l'uscita del canale, in
        corrispondenza di un colletto fra le rocce. Risalendo un
        ultimo breve pendio sassoso si raggiunge un vasto spallone
        roccioso-nevoso, in
        vista della bastionata terminale del Bric Saiardo, incisa dal Canale
        Nord-Est e da numerosi altri canalini (h 1,00
        circa dall'attacco). Volendo
        è possibile traversare lungo lo schienale nevoso e portarsi alla base
        di questi canali (vedi itinerario Bric
        Saiardo - Canale NE), altrimenti, se si è stanchi o si ha poco
        tempo, si può interrompere qui la salita e apprestarsi al rientro (la
        parte più impegnativa dell'ascensione è comunque già stata
        effettuata).
           Discesa: 
      si traversa verso sinistra, tagliando ripidi pendii nevoso-ghiacciati con
        roccioni emergenti, fino
        ad intercettare l'evidente sentiero contrassegnato con una X
        (solitamente ben tracciato, vedi anche itinerario Monte
        Reixa). Seguendo
        in discesa questo sentiero si ritorna in breve all'ampia sella del Passo della Gava (752 m, h
      0,20  dal termine del canale).   Di qui
        si può ritornare a Curlo seguendo l'ampia carrareccia già percorsa in
        salita oppure risalire brevemente al Passo della Gavetta
        (segnavia ●●)
        e di qui seguire il segnavia V
        fino ad incrociare l'ampio sentiero A.
        Abbandonata la V
        (che scende verso Arenzano), si prosegue in costa lungo la A,
        si passa per il grazioso Ricovero Scarpeggin e, oltre un
        colletto, si scende con alcuni ampi tornanti nuovamente alla carrareccia
        proveniente dal Passo della Gava, ormai a pochi minuti da Curlo (in
        entrambi i casi, circa h 1,00 dal
        Passo della Gava). |   
 
  
    
      | TEMPO
        TOTALE | h
        4,30 circa (h 1,00 circa il canale vero e proprio)  |  
      | DISLIVELLO | 600
        m circa (100 m circa il canale) |  
      | DIFFICOLTA’ | PD+/AD (a seconda
        delle condizioni)
         |  
      | MATERIALE
        UTILE | ramponi,
        2 piccozze, casco (eventualmente una corda) |  
      | ULTIMO
        SOPRALLUOGO | 27
        gennaio
        2013 |  
      | PERIODO
        CONSIGLIATO | quando
        c'è neve (meglio con innevamento abbondante) |  
      | COMMENTI | Canale
        semi-sconosciuto, ma in ambiente selvaggio e assolutamente non banale:
        il salto intermedio, valutato PD dai primi salitori, mi è apparso assai
        più ostico, specialmente tenendo conto del fatto che, da queste parti,
        assai raramente si incontra un innevamento tale da consentire il
        superamento delle rocce senza difficoltà. Sicuramente, ai livelli del
        Canale dello Scudo, se non qualcosa di più ... Secondo me, AD è la
        valutazione corretta, anche per evitare che persone non troppo esperte
        possano trovarsi in difficoltà in futuro (la ritirata, una volta
        attaccato il risalto, non è facile!). Per il resto, ambiente pittoresco
        e meritevole, così come meritevole è la prosecuzione verso la vetta
        del Bric Saiardo.
         |   
 |