Monte Rama 1149 m - Via "Zunino" integrale

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CARTINA CONSIGLIATA

I.G.C. scala 1:50.000 - Foglio 16

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - APPENNINO LIGURE

SCHEDA N. 12

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

CARATTERISTICO SPUNTONE NELLA PARTE BASSA DELLA VIA: SULLO SFONDO IL MONTE ARGENTÈA

 

STORIA ALPINISTICA

Il Monte Rama (1149 m) è la cima più frequentata e conosciuta nell'entroterra di Cogoleto ed Arenzano. Infatti, nonostante non sia la più alta (primato spettante al Monte Beigua) è sicuramente la più ardita ed "alpina", presentando alti versanti scoscesi sui quali si svolgono svariati itinerari di facile arrampicata, discontinui si ma comunque selvaggi e panoramici. 

La "Via Zunino" si sviluppa lungo il crestone orientale della montagna: pulita e segnalata dall'alpinista di Cogoleto Lorenzo Zunino (ma già percorsa ai primi del Novecento), consente di raggiungere la vetta in circa 2 ore di arrampicata molto discontinua. Concatenando l'itinerario originale con la Variante Inferiore, che attacca più in basso, proprio all'origine del crestone, e ne segue il filo fino a congiungersi, presso una larga forcella di cresta, con l'itinerario principale, si ottiene una salita con difficoltà decrescenti ma molto piacevole e panoramica. 

L'itinerario classico, svolgendosi su difficoltà molto basse e comunque facilmente aggirabili, non richiede necessariamente la corda: serve però un po' d'esperienza, piede sicuro e assenza di vertigini.

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Arenzano (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si svolta a destra verso Cogoleto: poco prima del paese si svolta ancora a destra e si risale la breve Val Lerone fino al piccolo paesino di Lerca (109 m, 4 km da Arenzano). Superato il paese, si prosegue su di una stradina molto stretta, con ampie vedute sulla costa ligure, fino alla piccola cappelletta di Sant'Anna di Lerca. Poco oltre, lasciato a sinistra un nuovo complesso residenziale asservito al vicino campo da golf, si lascia l'auto  in un piccolo parcheggio nel bosco (tabelle segnaletiche).

 

AVVICINAMENTO

Si segue ancora per brevissimo tratto la carrozzabile, per seguire però quasi subito sulla destra un sentiero (segnavia , e A) che inizia ad inerpicarsi ripidamente nel fitto bosco. Dopo una lunga diagonale, il sentiero spiana un poco, mentre compie un ampio traverso a mezzacosta. Lasciando a sinistra la traccia della via diretta che porta alla vetta del Monte Rama attraverso il Bric Camulà e la cresta Sud (segnavia e A), si prosegue dritti sul segnavia fino ad immettersi nel Vallone del Rio di Lerca, racchiuso tra i contrafforti del Monte Rama (a sinistra) e del Monte Argentèa (a destra). Con diversi saliscendi, l'ottima mulattiera segue qui il tracciato dell'acquedotto comunale, tagliando di frequente morene e ripidissimi canaloni, dove imponenti muri a secco sorreggono il tracciato. Lasciata a sinistra la partenza della Via dell'Acqua e, presso lo stacco di un sentierino che scende a destra, gli ometti che a sinistra guidano verso l'attacco della Via dei Geki e della Cresta dei Guaranì, si giunge in un tratto in cui la valle principale è incisa quasi a guisa di forra. Un rio secondario che scende con belle cascatelle dalla sinistra ed una cabina di servizio dell'acquedotto indicano il punto dell'attacco (targa, h 1,15 da Sant'Anna).

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Trascurando, subito a destra, l'attacco della Variante Inferiore, si prosegue seguendo le frecce ed i pallini bianchi: questi invitano a risalire il ripido bosco attraverso massi e cespugli, sulla sinistra della bella cresta rocciosa percorsa dalla variante inferiore. Con ripida salita si giunge in breve presso i ruderi di un ricovero, a pochi metri dalla selletta dove arriva la variante inferiore (h 0,10). 

Senza raggiungere la selletta, si piega a sinistra, salendo per massi fino ad un colletto roccioso, dove è posta la targa in memoria di Lorenzo Zunino e dov'è l'attacco vero e proprio. 

Si risale un canalino detritico, a destra di una bella crestina con spuntoni, per poi attaccare le facili placchette a destra: con divertente arrampicata per piccole lastronate inframmezzate da brevi canalini (i passi più impegnativi, non oltre il II°, sono comunque aggirabili per i pendii erbosi di sinistra) si raggiunge una forcellina con alcuni caratteristici spuntoni. Poco dopo si deve superare un brevissimo saltino di due metri (leggermente strapiombante, ma l'alberello aiuta) che immette in un altro breve canalino, che conduce su una forcella erbosa in vista del definito gendarme caratterizzato dal ponticello dell'acquedotto

Raggiuntane la base, lo si scala per la bella cresta affilata (attenzione all'esposizione sul lato nord), sfruttando delle ottime lame: raggiunta la base dell'appuntita cuspide, si traversa espostamente sul lato sud sfruttando una aerea cornice (III°, aereo) e si scende poi facilmente alla forcellina a monte, presso il ponticello dell'acquedotto (da non attraversare, pericolante!!!) ed il ben marcato sentiero (ormai in disuso) che taglia in quota tutto il versante sud est del Monte Rama fino al Passo del Camulà (possibile via di fuga, vedi itinerario Antico Acquedotto del Monte Rama). 

Trascurando il sentiero, si prosegue per il successivo sperone, più facile ed articolato, fino ad uscire su di un ampio ripiano erboso con bella vista sul fronteggiante Monte Argentèa. Attraversato il ripiano, si riprende a salire per brevi placchette vegetali inframmezzate da cenge erbose. Più in alto i segni bianchi indicano di traversare a destra, fino alla base di un bel diedro abbattuto formato da una placca appoggiata e da una verticale crestina. Si risale tutto il diedro (II°+ abbastanza continuo) e, per rocce ed erba, si esce su di un sentiero che taglia orizzontalmente. 

Lo si segue verso destra per una cinquantina di metri, quindi si sale una bella placca solcata da un vago canalino (II°+): più in alto le rocce si fanno più facili, e conducono ad una sella erbosa con alberelli. Traversando per erba e qualche roccetta, si sale dall'altra parte fino ad incrociare il sentiero della Via Diretta (segnavia ) a circa un quarto d'ora dalla vetta del Monte Rama (1149 m, h 1,45 dall'attacco).

 

Discesa: lungo il sentiero della via diretta (segnavia ) che, raggiunto il Passo del Camulà, aggira ad Ovest l'omonimo Bric e poi scende per pendii di arbusti e pinete nuovamente a Sant'Anna di Lerca (h 1,30 dalla cima).

 

TEMPO TOTALE

h 4,30 (h 1,45 per la via vera e propria)

DISLIVELLO

950 m circa, di cui 600 m circa di discontinua arrampicata

DIFFICOLTA’

PD- (liberi passi di II°+ ed uno di III° aggirabile)

MATERIALE UTILE

casco obbligatorio, eventualmente corda da 30 m e qualche cordone

ULTIMO SOPRALLUOGO

21 febbraio 2010

PERIODO CONSIGLIATO

dall'autunno alla primavera (in presenza di neve le difficoltà aumentano!)

COMMENTI

Itinerario molto divertente, adatto a chi compie i primi approcci con l'alpinismo facile. Molto discontinuo, e comunque i tratti relativamente più impegnativi sono quasi tutti aggirabili. Roccia quasi sempre buona. Con neve diventa una via di misto più impegnativa, attenzione! Bei panorami sui monti circostanti e sul mare. Da evitare in estate per evitare il grande caldo ed il pericolo delle vipere.