Torre Laura 600 m ca. - Via "11 giugno"

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CARTINA CONSIGLIATA

F.I.E. scala 1:25.000 – Foglio SV-1

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - APPENNINO LIGURE

SCHEDA N. 21

 

FOTO NOTEVOLI

LA TORRE LAURA CON IL TRACCIATO DEI PRIMI 3 TIRI DELLA VIA

 

STORIA ALPINISTICA

L’alta Val Cerusa, pur trovandosi in linea d’aria a pochissimi chilometri dal frequentatissimo centro portuale di Genova Voltri, è uno dei luoghi più selvaggi dell’entroterra genovese. Il solco vallivo, subito dopo l’abitato di Fiorino, compie un brusco cambio di direzione, orientandosi da sud-nord a est-ovest: ciò fa si che il mare non sia più avvistabile, così come i centri abitati costieri, ritrovandosi immersi in un ambiente aspro, solitario ed incontaminato, dagli aspetti più montani che collinari. La sponda meridionale dello stretto vallone, in questo tratto, è costituita da una selvaggia e movimentata bastionata rocciosa nerastra, assai fratturata e solcata da numerosi canaloni, che rende, se possibile, ancora più repulsivo il già opprimente ambiente. Su queste strutture, forse a causa della loro ubicazione appartata e della qualità della roccia, non certo monolitica, solo recentemente sono state tracciate alcune vie di arrampicata di stampo classico, una vera “chicca” per gli amatori del genere. In particolare, un imponente torrione, denominato “Torre Laura”, ha visto il nascere di un bell’itinerario, breve e su roccia friabile, ma anche panoramico, aereo e ben chiodato, che è stato battezzato “Via 11 Giugno”. I primi salitori risultano, attualmente, ancora sconosciuti.  

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Genova Voltri (uscita della A10 Genova – Ventimiglia) si raggiunge la Via Aurelia, si svolta a destra e si prosegue verso Arenzano; si lascia a destra una prima deviazione per il Passo del Turchino e Ovada e si giunge presso il ponte sul Torrente Cerusa. Senza attraversarlo, si svolta a destra e si risale la stretta Val Cerusa: si supera l’abitato di Fabbriche e, lasciata a sinistra la diramazione per Sambuco, si prosegue fino alle poche case di Fiorino, dove termina la strada. 

Subito prima della chiesa si supera un ponte sulla sinistra e si lascia l’auto nel piccolo parcheggio del minuscolo cimitero del paese.

 

AVVICINAMENTO

Si segue una comoda stradina asfaltata chiusa al traffico (sbarra dopo il primo tornante) che risale il fianco della valle nel fitto bosco. Trascurando alcune diramazioni che conducono a vicine abitazioni, la strada per un tratto diventa sterrata (fontana), poi riprende l’asfalto e, con un paio di tornanti fra i prati, si raggiunge una casa abbandonata su un bellissimo poggio panoramico. Con un lungo traversone nuovamente nel bosco e con un ultimo lungo tornante, la stradina raggiunge l’ampia sella erbosa posta sullo spartiacque con l’attiguo Vallone di Rio Secco, dove sorge il piccolo agglomerato, ancora abitato, delle Case Söggi ( 510 m , h 0,45 dal parcheggio). 

Dalle case si segue verso destra una carrareccia (segnavia ) in lieve salita che percorre tutta la sella prativa e, oltre un casareccio cancello di ferro, diviene bella mulattiera. Questa taglia pianeggiante, o in lieve salita, il fianco della montagna sul versante Cerùsa, supera una piccola forra rocciosa e si porta in corrispondenza del punto in cui la valle compie un brusco cambio di direzione, da S/N ad E/O. Proseguendo a tagliare con saliscendi i ripidi pendii, ora a grande altezza rispetto al fondovalle, la bella mulattiera attraversa un ampio ripiano erboso detto Pian della Biscia (ometti) e, superato un colletto, si porta alla base degli imponenti risalti rocciosi nerastri dell’evidente Torre Laura. Giunti in corrispondenza dello sbocco dello stretto canale a sinistra della torre, si abbandona la mulattiera (vedi anche itinerario In alta Val Cerusa) e, seguendo alcuni ometti, si risale il canale per mobili detriti (attenzione!). Raggiunta la base della parete della torre, si prende una breve cengia erbosa a destra e si giunge presso una placchetta rocciosa con chiodo arancione e il nome della via scritto in vernice (h 0,20 dalle Case Söggi, attacco).

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si possono contare 5 tiri di corda:

1 – Si attacca la placchetta con chiodo arancione, trovando subito sopra un chiodo di sicura (III°+). Si risale quindi un caminetto, facendo attenzione ai grossi blocchi instabili (IV°). Tendendo leggermente a sinistra, si raggiunge una cengetta (IV°), da dove con un passo in traverso verso destra (IV°+) si entra in un breve ma liscio diedrino, cha va risalito () fino ad uscire su una comoda cengia detritica (attenzione ai sassi!), dove si trovano i due chiodi con il cordone di sosta (25 m, 5 chiodi);

2 – Si risale il canale/camino sulla destra (III°+, attenzione, friabilissimo!) e si prosegue poi in un canalino di sfasciumi fino ad un colletto erboso sul filo dello spigolo del torrione. Si risale direttamente lo spigolo, in esposizione e facendo attenzione all’affidabilità degli appigli (IV°), fino ai due chiodi di sosta, che costringono a rimanere appesi in piena parete (20 m, 4 chiodi);

3 – Si continua lungo lo spigolo, sempre in grande esposizione (IV°): superato un tratto in leggero strapiombo (passo di IV°+), si esce sui più facili scaglioni che conducono alla sommità della torre (sosta su due chiodi e cordone, 20 m, 3 chiodi);

4 – Si supera un breve saltino di 2 metri e si scende dall’altra parte sulla sinistra, seguendo una comoda cengia erbosa esposta sul canale dell’attacco: si supera la sosta di una variante più impegnativa (cordone rosso) e ci si porta ad un colletto alla base della crestina terminale, dove si trova un chiodo con cordino (15 m, praticamente sentiero);

5 – Si attacca la crestina che, con passi facili (II° e III°) e non obbligati consente di raggiungere un pulpito erboso presso un curioso spuntone roccioso (sosta con cordone rosso nei pressi dello spuntone), ormai al termine delle difficoltà (35 m, eventuali spuntoni per cordoni, h 1,30 dall’attacco).

 

Discesa: si continua sul costone erboso, lungo un’appena accennata traccia che aggira sulla sinistra alcune elevazioni rocciose e raggiunge un ampio ed evidente colletto, che immette su una sorta di inaspettato e bellissimo altipiano erboso. Proseguendo verso sinistra, con una breve salita si raggiunge la sommità di un dosso, da dove appaiono le sottostanti Case Söggi. Si scende ora seguendo la comoda ed evidente crestina erbosa, con roccette affioranti, che scende in direzione Est: la si abbandona appena possibile, calandosi verso sinistra in direzione degli ampi pendii erbosi che scendono molto ripidi in direzione del sottostante Pian della Biscia. Con veloce discesa si raggiunge il ripiano, dove si intercetta la mulattiera segnalata con  già percorsa durante l’avvicinamento. Seguendola verso destra, si ritorna alle Case Söggi e a Fiorino (h 1,00 dall’uscita della via).

 

TEMPO TOTALE

h 3,30 – 4,00 (di cui h 1,30 circa di arrampicata)

DISLIVELLO

300 m circa (di cui 100 m circa di arrampicata)

DIFFICOLTA’

D- (IV° con un passo di V°)

MATERIALE UTILE

corda da 50 m , casco (OBBLIGATORIO), 7-8 rinvii, cordini e moschettoni

ULTIMO SOPRALLUOGO

13 maggio 2012

PERIODO CONSIGLIATO

primavera e autunno

COMMENTI

Via di stampo classico, piuttosto breve ma in ambiente severo e repulsivo. Molta attenzione bisogna porre alla qualità della roccia, molto fratturata e poco sicura. Passaggi aerei ed esposti. Ben chiodata.