12. Arma delle Fate e Arma delle Mànie

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI 1:25.000 - foglio 20

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - SU E GIÙ PER LA RIVIERA LIGURE

SCHEDA N. 12

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

 

INTRODUZIONE

I boscosi altipiani del Finalese sono un luogo veramente particolare: percorrendo i sentieri che si insinuano nel fitto bosco, capita sovente di imbattersi in pareti e strutture rocciose veramente bellissime, in cui l'azione disgregatrice dell'acqua ha compiuto veri capolavori di scultura sulle colorate rocce calcaree. Proprio questa roccia è una peculiarità caratteristica del luogo: si tratta di un calcare particolare, molto compatto e lavorato a buchi e gocce, simile a quello del Verdòn, chiamato "Pietra del Finale". Già nel vicino comprensorio di Toiràno, ad esempio, si trova una roccia molto diversa, una classica dolomia più simile a quella delle cime dolomitiche. La Pietra del Finale, grazie alla sua particolare composizione chimica, è molto adatta alla formazione di grotte ed anfratti, che sono infatti un'altra caratteristica di queste zone. Con questo bell'itinerario circolare si visitano due delle grotte più importanti della zona, ancora sotto osservazione da parte di archeologi e speleologi: il loro lavoro, da queste parti, è appena cominciato ...  

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Finale Ligure (uscita dell'autostrada A10 Genova-Ventimiglia) si scende alla Via Aurelia e si procede a sinistra (direzione Savona) per circa 1 km fino a Finalpìa, da dove si prende la strada per Calvìsio

Oltre il paese si prosegue lungo la Valle Sciusa: dopo qualche centinaio di metri si abbandona la strada principale (diretta a Vezzi Pòrtio) per svoltare a destra (indicazione per Verzi). Superato il torrente su un ponte, si sale per una stradetta stretta e tortuosa fra belle case ristrutturate, fasce ed uliveti fino ad uno slargo al termine della salita: trascurato il breve ramo di destra, che porta al paesino di Verzi, si prosegue a sinistra per una carrareccia sterrata che taglia a mezza costa e raggiunge un discreto parcheggio in vista dell'imponente parete meridionale della Rocca di Corno.

 

ITINERARIO

Si segue la carrareccia sterrata che si inoltra nella pittoresca Val Ponci, a destra della Rocca di Corno (segnavia , vedi anche itinerario n° 11). Questa si inoltra pianeggiante nella valle, per incontrare presto il primo ponte, chiamato Ponte delle Fate: una ventina di metri prima del ponte, si stacca sulla destra un sentiero non segnalato che si inoltra nel fitto bosco. 

Si abbandona quindi la carrareccia e si segue questo sentiero, abbastanza marcato: ogni tanto appare uno sbiadito segno di vernice arancione. Il sentiero risale abbastanza ripidamente l'erto bosco: il procedere in qualche tratto è un po' ostacolato dalla vegetazione, ma si procede comunque abbastanza facilmente, in quanto la traccia è ben marcata. Superato un tratto erto, in cui una ripida scorciatoia taglia un ampio tornante ormai invaso dai rovi, si giunge nei pressi di una lunga bastionata rocciosa: la parete è piuttosto bassa, non supera i 10 metri di altezza, ma l'ambiente particolarmente recondito ed ombroso la rendono caratteristica. Il sentiero, qui ridotto a traccia, sale alla base della bastionata, che poi segue verso destra, in salita: in questo tratto la traccia è quanto mai incerta, ma per non sbagliare è sufficiente mantenersi a ridosso della parete rocciosa, dove si trovano anche i passaggi meno fastidiosi per via del fitto sottobosco. Rasentando la parete rocciosa, si passa accanto ad alcuni caratteristici anfratti: superato un tratto in cui alcune placchette sono da affrontare con attenzione se umide (l'unico rischio è quello di scivolare, non ci sono burroni nei dintorni!) si giunge alla base di un poggio artificiale sostenuto da un muretto a secco. Raggiunta la sommità del poggio con un paio di svelti tornanti, ci si ritrova davanti all'ingresso dell'Arma delle Fate (h 0,20). 

Si tratta di un'ampia caverna immersa in una fitta vegetazione, il cui ingresso è stato sbarrato da un muro in pietra di circa 2 metri e mezzo di altezza in cui si apre una porticina con cancello in ferro. Al di sopra del muro una grande cancellata in ferro sbarra la parte superiore dell'imbocco della grotta. Attualmente (2010) il cancello è aperto, per cui si può facilmente entrare all'interno della cavità. Questa presenta sul fondo due salette, una a livello dell'ingresso, l'altra ad un livello superiore. Da quella superiore sembra continuare all'interno della montagna uno stretto cunicolo. Per accedere alla saletta superiore è posizionata una rudimentale scala in legno, la cui affidabilità è tutta da verificare. La prosecuzione in eventuali cunicoli è da consigliare solo a persone molto esperte! 

Dalla grotta si prosegue lungo il sentiero, che continua in moderata salita verso destra (guardando la grotta): continuando a rasentare la parete rocciosa, si incontra un altro ricovero sotto roccia con muretti a secco e scritte (per lo più di epoca moderna, direi ...) e, più in alto, un altro stretto cunicolo (quasi una spaccatura) che si insinua nella parete rocciosa fra fitta vegetazione. Poco oltre si esce per un breve tratto dal bosco (splendida vista sul versante Sud-Est della Rocca di Corno) e si incontra una staccionata, con una freccia recante l'indicazione "MANIE". Seguendo la staccionata si raggiunge in breve l'orlo dell'Altipiano delle Mànie, presso un terreno privato ridotto a discarica (vetri, plastica e il relitto di una barca!). In pochi passi si raggiunge la strada asfaltata che collega Noli a Finale (h 0,20 dalla grotta). 

Senza raggiungere la strada, si prosegue lungo la staccionata, e poi si prende una larga pista nel bosco che si mantiene, per un breve tratto, parallela alla carrozzabile. Il sentiero se ne allontana poi a sinistra, salendo per breve tratto di nuovo nel bosco. Raggiunta una recinzione metallica, la si costeggia per un tratto, poi ci si allontana anche da questa e si aggira un cocuzzolo boscoso. Trascurata una diramazione a sinistra, si prosegue a destra, alti su una depressione in fondo alla quale si indovina un prato. Si raggiunge così una bella casa isolata, oltre la quale si scende e poi si risale brevemente (alcune case diroccate) fino a riprendere la carrozzabile nei pressi di un'antica chiesetta sconsacrata ora trasformata in osteria. 

Si segue la strada verso sinistra per circa 50 metri, poi si prende un bivio a sinistra, in leggera discesa: oltre un profondo avvallamento appare la grande caverna dell'Arma delle Mànie. La strada asfaltata continua a scendere, passa presso alcuni caratteristici edifici in rovina e raggiunge un ponte, alto sulle acque del ruscello sul fondo del vallonetto. Subito oltre il ponte, presso la piccola chiesa di San Giacomo delle Mànie, si incontra un bivio: si trascura la strada di destra e si prosegue a sinistra. Oltre la chiesa, in leggera salita, si transita presso un altro antichissimo nucleo rurale diroccato e si giunge alle case costruite presso la grande grotta. Un breve sentierino a sinistra scende alla monumentale imboccatura dell'Arma delle Mànie (h 1,00 dall'Arma delle Fate). 

All'interno della grotta, oltre ad una zona recintata adibita a scavi archeologici (è così dalla mia infanzia, e mai mi è capitato di vedervi tecnici al lavoro ...) sono presenti numerosi ambienti ricavati con muretti a secco, all'interno dei quali antichi strumenti di origine contadina (ad esempio vecchie macine) si mischiano a più moderni rottami. Nell'insieme, il quadro lascia un po' perplessi, comunicando abbandono più che valorizzazione turistica. 

Tornati allo spiazzo presso le case, si prosegue a destra, incontrando finalmente il segnavia . Procedendo in discesa, dapprima per una carrareccia sterrata, poi per un sentiero un po' fangoso, si discende una solitaria valletta boscosa, incontrando alcuni anfratti con muretti a secco. Costeggiando un rio asciutto, ed in alcuni tratti seguendone l'alveo, si arriva in Val Ponci, presso l'antico Ponte delle Vòze (o Ponte Muto, h 0,20 dall'Arma delle Mànie). 

Da qui, seguendo verso sinistra il percorso dell'antica "Via Iulia Augusta" (segnavia ) si passa per i ruderi del Ponte Sordo e si raggiunge nuovamente il Ponte delle Fate (vedi anche la prima parte dell'itinerario n° 11 a ritroso). In pochi minuti, nuovamente al parcheggio (h 0,25 dal Ponte delle Vòze).   

 

TEMPO TOTALE

h 2,00 circa 

DISLIVELLO

100 m

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

23 marzo 2010

PERIODO CONSIGLIATO

dall'autunno alla primavera

COMMENTI

Gita interessante dal punto di vista storico-archeologico. La prima parte, fino all'Arma delle Mànie, si svolge lungo sentieri evidenti ma senza segnavia. Interessanti la grotte, anche se forse poco valorizzate. Durante il ritorno si possono ammirare alcuni dei ponti romani della Val Ponci.