Gran Tour delle Salìne

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 – Foglio 03

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 4

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL PERCORSO NEL SELVAGGIO VALLONE DELLE MASCHE (RIPRESO DALLA PUNTA HAVIS DE GIORGIO)

LO SBOCCO DEL TRATTO INFERIORE (IL PIÙ INCASSATO) DEL CANALE DELLE MASCHE DAL PULPITO ERBOSO

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Ceva (uscita della A6 Torino-Savona) si risale la Val Tanaro superando Garessio, Ormea, Ponte di Nava e Viozene: oltre un tratto intagliato nella roccia, si lascia la rotabile principale, diretta a Upega, e si segue a destra la breve diramazione che risale il Vallone di Carnino fino ad un bivio: lasciato il tronco di fondovalle, che raggiunge in breve Carnino Superiore, si svolta a destra e si sale al piccolo parcheggio che precede la borgata di Carnino Inferiore (1389 m, 60 km da Ceva, ampio parcheggio).

 

ITINERARIO

Dal parcheggio, si sale a raggiungere le caratteristiche case di Carnino Inferiore, abitate soltanto durante la stagione estiva ma in gran parte ristrutturate con gusto (nuova Foresteria del Parco del Marguarèis), e si prende una mulattiera che si inerpica attraverso le abitazioni. Entrati nel bosco, con alcuni tornanti si raggiunge una larga pista sterrata: proseguendo lungo l'antica mulattiera, che continua oltre il tracciato stradale, si va a re-intercettare definitivamente la carrareccia che, con breve percorso in falsopiano, raggiunge le antiche case dei Tetti delle Donzelle (1537 m, h 0,20). 

Lasciata a destra la diramazione diretta alla Colla di Carnìno ed al Rifugio Mongioie (vedi itinerario Traversata delle Vene), si prosegue lungo la mulattiera principale: una breve diramazione sulla sinistra porta sul terrapieno di fronte al Rifugio Ciarlo Bossi (1550 m), da dove si gode di bella veduta, sull'opposto versante del Vallone di Carnino, sulla Cresta del Ferà, ricca di rocciosi spuntoni. Senza raggiungere il rifugio la mulattiera, con moderate pendenze, si inoltra nel Vallone delle Saline, ai piedi dell'ardita bastionata delle Rocce del Manco: salendo fra prati e macereti, si giunge ad una strozzatura del vallone (Gola delle Saline), dove il piccolo rio scorre fra grandi salti di roccia. Dopo un paio di tornanti, che fanno guadagnare quota sulla sinistra idrografica della gola, si attraversa il rio e si risale con alcuni tornanti, sul versante opposto, il pendio erboso, ormai in vista dei grandi pascoli alla testata del vallone. Superata una croce a ricordo di un triste episodio datato 1883, si raggiunge un poggio erboso, dove si lascia a sinistra lo stacco della labile traccia (cartelli, vedi anche itinerario Cima delle Saline - Canale Sud) che conduce al Colletto Saline – Pian Ballaur. Si giunge quindi ad un vastissimo ripiano pascolivo, dove a sinistra sorge la nuova costruzione del Gias delle Saline (h 1,00 dai Tetti delle Donzelle). In alto a sinistra, spicca la rocciosa bastionata sud-orientale della Cima delle Saline

Continuando al centro del vallone, si risale un dosso erboso e si entra poi in una valletta a sinistra che sbocca sui grandi prati alla base del versante Est della Cima delle Saline, che si rimontano fino al cartello indicante il Passo delle Saline (2174 m, h 0,40 dal Gias delle Saline). Sul versante opposto appare alla vista la testata della Valle Ellero, con la Cima Seirasso (2435 m), la Cima della Brignola (2472 m) e, all'estrema destra, lo spettacolare circo carsico-glaciale del Mongioie (2620 m). Sul versante del Tanaro si domina l'intero solco del Vallone delle Saline, appena risalito, con le creste della Cima Missun, del Saccarello e del Frontè sullo sfondo. 

Trascurato a questo punto il sentiero che, a destra, si dirige verso il Pian Comune, le Colme ed il Mongioie (vedi itinerario Traversata del Mongioie) e quello che a sinistra sale verso la Cima delle Saline (vedi itinerario Traversata Saline – Pian Ballaur), si cala sul versante opposto (Ellero) con una serie di ripidi tornanti che conducono sul sottostante ripiano, ricco di cespugli di rododendri. Continuando a scendere verso sinistra (traccia non molto evidente, paletti segnavia), si tocca il fondovalle dell'Ellero poco a valle del Gias Gruppetti. Seguendo ora la larga carrareccia, con bella veduta sul massiccio delle Saline, si discende una bastionata con un paio di tornanti, si transita presso il Gias Pra Cantòn (1764 m) e, trascurata una diramazione a destra che, oltre il torrente, porterebbe al Gias Bellino, si raggiunge in breve la Sella Piscio, dove sorge il Rifugio Havis de Giorgio - Mondovì (1761 m, h 1,15 dal passo). Bella vista sulle impervie pareti rocciose che dominano a Ovest il ripiano pascolivo, con la triangolare Punta Havis de Giorgio (2221 m) e la massiccia Rocca del Pis. Sul versante opposto, riposanti pendii prativi salgono verso i pascoli della Brignola e del Seirasso. 

Dal rifugio si prende una traccia che, di fianco alla stalla, si dirige in leggera salita verso il conoide detritico da cui scaturisce il "Pis dell'Ellero", ma la si lascia quasi subito, per innalzarsi senza percorso obbligato sul pendio erboso e petroso che scende dal basamento a sinistra della Punta Havis de Giorgio. La salita risulta alquanto faticosa, sia per l'estrema ripidezza del terreno, sia per l'assenza di una sicura traccia. Giunti alla base delle rocce, ci si dirige sulla sinistra, verso l'evidente imboccatura del Canalino delle Masche, che si incunea ripido ed angusto nella bastionata rocciosa. Si risale il ripido canale per terreno detritico, facendo attenzione a non smuovere pietre, fino ad un saltino di un paio di metri, che si supera grazie all'aiuto di una catena (attenzione in caso di roccia viscida): un ultimo tratto detritico ed un pendio cespuglioso conducono su di un bel pulpito, con bella veduta sulla media ed alta Valle Ellero. La seconda parte del Canalino delle Masche risulta meno impegnativa, e per erba e cespugli conduce alla selletta superiore, da dove ci si immette nell'ampio Vallone delle Masche (h 1,30 dal rifugio). Si tratta di un'ampia conca carsica, ricca di ondulazioni e di fenomeni ipogei (doline, pozzi, inghiottitoi, grotte). Appaiono sullo sfondo la Cima delle Saline (a sinistra la dolomitica parete Nord) e la Cima Pian Ballaur (sullo sfondo, con il suo contrafforte Nord-Est). 

La traccia risale l'ampia conca (rari bolli rossi, attenzione in caso di nebbia), tra chiazze di neve ed immensi ammassi di sfasciumi, fino ad un costone roccioso, che si rimonta con insistente ripidissima salita verso sinistra. Alle spalle, svetta l'ardita acuta piramide della Punta Rovereto (2381 m), tra la Cima delle Masche e la Cima delle Saline, mentre si allarga la vista sull'ampio Vallon delle Masche. Rasentando le rocce basali del contrafforte Nord-Est della Cima Pian Ballaur, si traversano in quota altri ripidi pendii carsici e, con un'ultima salita, si raggiunge l'altipiano (2350 m circa, Colletto Saline-Pian Ballaur, h 1,00 dall'inizio del Vallone delle Masche)  posto ai piedi delle creste terminali della Cima delle Saline (a sinistra) e della Cima Pian Ballaur (a destra). 

Si lascia una traccia a destra (ometti) diretta alla Cima Pian Ballaur e, poco oltre, un'altra traccia a sinistra che risale l'ampia cresta Ovest della Cima delle Saline fino in vetta. Raggiunto il ciglio dell'altipiano che si affaccia sul Vallone delle Saline, il sentiero si fa labile mentre discende un ripidissimo pendio erboso fra massi e spuntoni rocciosi, mantenendosi più a sinistra rispetto all’arditissima dolomitica parete Ovest della Cima delle Saline, e con stretti tornanti (rari e sbiaditi bolli rossi, attenzione in caso di nebbia) conduce ai prati sottostanti, tra grandi massi erratici. Scendendo per prati, badando a seguire attentamente i segni rossi, si giunge alla grande conca pascoliva del Gias delle Saline, nell'omonimo vallone (h 1,00 dal Colletto Saline-Pian Ballaur). 

Scendendo lungo la bella mulattiera del Vallone delle Saline, già percorsa all'andata, si supera la strozzatura rocciosa, si toccano i Tetti delle Donzelle (con il Rifugio Ciarlo-Bossi) e si scende alle case di Carnino Inferiore (h 1,15 dal gias).

 

TEMPO TOTALE

h 8,00 circa

DISLIVELLO

1500 m circa

DIFFICOLTA’

EE allenati

ULTIMO SOPRALLUOGO

26 agosto 2001

PERIODO CONSIGLIATO

giugno-metà luglio e fine agosto-metà settembre

COMMENTI

Itinerario molto faticoso se effettuato in una sola giornata; ambiente suggestivo ed interessante per i fenomeni carsici, nonchè per il carattere piuttosto solitario della parte centrale della traversata. Nella seconda parte della stagione, splendida fioritura di stelle alpine. Portare molta acqua (l'unica possibilità di rifornimento è data dal Rifugio Mondovì), ed evitare possibilmente la parte centrale dell'estate, a causa del gran caldo. Attenzione in caso di nebbia!