L’alta
Valle
della Meris è dominata dall’imponente massiccio del Monte Matto
(3097 m) e dall’aguzza cuspide di Rocca la Pàur (2972 m). Sono
qui proposte, a partire dal Rifugio Livio Bianco, due possibilità
di escursione, una che risale il vallone principale fino alla sua testata,
l’altra che si addentra in un selvaggio vallonetto laterale alla
scoperta di minuscoli e pittoreschi laghetti fra pietraie e pareti
rocciose.
a)
Al Passo della Valletta: dal rifugio si ritorna lungo
il sentiero di accesso fino alla mulattiera principale, presso il piccolo
gias sulle rive del Lago Sottano della Sella (Gias del Lago).
Da qui si prosegue lungo la mulattiera che risale la sinistra idrografica
del vallone. Costeggiato interamente il grande Lago Sottano della Sella,
la mulattiera inizia ad inerpicarsi con numerosi tornanti, sorretti da
grandi muri a secco costruiti a regola d’arte, per la ripida costa
erbosa, con belle vedute dall’alto sul lago, quindi raggiunge
pianeggiante un bel ripiano prativo, sede dei ruderi di un gias (2121 m, h
0,40). Proseguendo a risalire con altri tornanti la successiva
bastionata erbosa, la mulattiera raggiunge una bella cascata, presso un
marcato bivio (2300 m circa m, h 0,25
dal gias): trascurando la diramazione di sinistra, diretta al Colle di
Valmiana o al Monte
Matto, si continua a destra, serpeggiando con alcuni tornanti
fra dossi di rocce montonate e portandosi sul ciglio della grande
bastionata che chiude a valle la conca glaciale che ospita il vastissimo Lago
Soprano delle Sella (2329 m, h 0,10
dal bivio). Magnifica veduta sul versante nord dell’imponente massiccio
del Monte Matto, coi nevai perenni alla base della cresta
sommitale.
Dal lago si continua verso destra, per arrotondati dossi
erbosi, fino all’imbocco di una verde valletta: si risale la valletta, dove
si trova un ulteriore piccolo laghetto, dapprima con pendenza moderata
poi, raggiuntane
la testata, con qualche tornante un po’ più deciso e, superato un
grosso ometto di pietre, si esce alla larga sella del Passo della
Valletta (2488 m, h 0,40 dal Lago
Soprano). Vista ampliata sul
massiccio del Matto, bella veduta sul sottostante Lago
Soprano della Sella e, sul versante opposto, sull’altrettanto
pittoresco Lago
Soprano della Valletta (2231 m), posto alla testata dell’omonimo
vallone che scende fino alla lontanissima Aisone, in Valle Stura.
Volendo, è ancora possibile proseguire lungo l’abbandonata mulattiera
che, aggirato uno sperone roccioso sulla sinistra, conduce ad un selvaggio
vallonetto dominato da Rocca la Pàur, dove giacciono alcuni bei
laghetti.
Ritorno per la stessa via in h 1,20.
b)
Nel Vallone del Latous: dal rifugio si segue una
traccia di sentiero che risale i
dossi erbosi alle spalle dell’edificio e si porta su un poggio
alberato. Qui inizia un’antica mulattiera di caccia, abbandonata ma
ancora in discreto stato, che traversa lungamente verso sud-est prima
ripidi pendii boscosi, poi una vasta pietraia alla base dei contrafforti
della Punta della Meris. Con alcuni tornanti, in parte in frana, la
mulattiera ritorna a destra e raggiunge il ciglio di una bella conca fra
isolati larici, dove giace un
primo piccolo laghetto (h 0,15).
Lungo una valletta erbosa, si sale poi su un costone, dal quale appare
tutto il corso superiore del Vallone del Latous: a destra le
imponenti pareti del versante nord-est del Monte Matto, mentre
sullo sfondo si intuiscono solamente i due alti valichi del Colletto
del Matto (2554 m, a sinistra) e del Drouveròn del Matto (2715
m, a destra). Dal costone un breve tratto in ripida discesa consente di
toccare le sponde di un
altro bel laghetto, adagiato in una conca detritica (2030 m, h
0,15 dal precedente laghetto). Oltre lo specchio d’acqua la
mulattiera, sempre più incerta e rovinata, risale una
pietraia con grossi blocchi (ometti), quindi, rimanendo sul fondo di
una valletta a fianco del rio, raggiunge una conca erbosa con grandi
massi. Salendo a sinistra, per un tratto erboso ripido ma breve, si
raggiunge una nuova conca fra prati e rocce, dove giace un
ulteriore piccolo lago (2054 m, h 0,15
dal secondo laghetto). Ambiente molto solitario, selvaggio e pittoresco.
La prosecuzione verso la testata del vallone è possibile, ma mancano
sentieri evidenti ed è quindi sconsigliata ad escursionisti non molto
esperti.
Ritorno per la stessa via in h 0,30.