Cima dell'Oriòl 2943 m - Via normale

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 – Foglio 05

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 32

 

FOTO NOTEVOLI

DAL RIFUGIO MORELLI-BUZZI VERSO CIMA MONDÌNI, PUNTO NODÀLE E CIMA DELL'ORIÒL

TRAVERSO SU PLACCHE DURANTE LA VIA NORMALE ALLA CIMA DELL'ORIÒL

LA CIMA DELL'ORIÒL DAL COLLETTO DI LOUROUSA

FOTOPERCORSO INTEGRALE (DALLA CIMA DEL CHIAPOUS)

FOTOPERCORSO (DAL COLLETTO DI LOUROUSA)

 

STORIA ALPINISTICA

La Cima dell'Oriol (2943 m) è una bella ed imponente vetta rocciosa situata sullo spartiacque Vagliotta - Rovina, ad oriente della Serra dell'Argentèra. Si tratta di una cima importante ed appariscente tanto che, nonostante la Cima dell'Asta Soprana risulti di pochi metri più elevata, il vasto settore che dal Colle del Chiapous digrada lungamente fino alla piana di Valdieri, separando i corsi del Gesso della Valletta da quello di Entracque, è normalmente denominato "Catena dell'Oriol". E proprio di una catena si tratta, vista la grande complessità e l'articolazione dei profondi e selvaggi valloni laterali! 

La Cima dell'Oriol si trova sullo spartiacque Vagliotta - Rovina, come detto, ma il percorso più agevole per raggiungerla si svolge partendo dal Vallone di Lourousa: questo grazie al comodo punto di appoggio del Rifugio Morelli-Buzzi, che consente di suddividere in due giorni il lungo avvicinamento dal fondovalle. 

In passato il toponimo e la stessa localizzazione di questa cima non erano chiari: ad Entracque era nota come "Cima del Latous" (dal nome del selvaggio vallone che domina con la parete Sud-Ovest), mentre a Sant'Anna di Valdieri era conosciuta come "l'Oriol" per via della forma "a mezza ruota" che balza all'occhio ammirandola dal fondovalle, alla testata del Vallone della Vagliotta. Questa confusione di toponimi causò non pochi problemi anche ai pionieri dell'alpinismo: il 24/06/1890 L. Purtscheller e W. Bodenmann salirono all'Asta Soprana e poi proseguirono per cresta verso la cima che credevano fosse l'Oriol: arrivati sulla vetta, scesero nel Vallone di Lourousa, ignorando di essere stati in realtà i primi salitori della Cima Mondini! 

Allo stesso modo, l'08/09/1896 F. Mondìni e A. Viglino, partiti da Entracque, con un lungo percorso nella nebbia raggiunsero lungo la cresta Nord la nostra cima, che però nella loro relazione chiamarono "Cima del Latous", com'era d'uso a Entracque. Col tempo, e con le migliorate conoscenze toponomastiche, si fece chiarezza.

I primi salitori della Cima dell'Oriol, dunque, furono proprio Felice Mondini e Alberto Viglino l'8 settembre 1896 per la lunga e complicata cresta nord, attaccata dal lontano Passo del Limbo. Gli stessi, in discesa, scoprirono il più facile percorso lungo la cresta Sud e le cenge della parete Sud-Ovest, oggi via normale, che consentì loro di toccare le pietraie nell'alto Vallone del Latous: già questa una piccola impresa, vista la fitta nebbia che caratterizzò la scalata dei due alpinisti e la scarsa conoscenza dei luoghi! 

 

PUNTO DI PARTENZA

Rifugio Morelli-Buzzi (2350 m), raggiungibile dalle Terme di Valdieri (Valle Gesso) in h 2,45

Per i particolari dell’accesso, vedi itinerario Nel Vallone di Lourousa.

 

AVVICINAMENTO

Proprio dietro al rifugio si prende la vecchia mulattiera che traversa a destra superando una pietraia e prende poi a risalire, con ampi tornanti, il pendio erboso al centro della valletta soprastante. Bella veduta, alle nostre spalle, sulla immensa parete Nord-Est del Monte Stella (3262 m), mentre a sinistra dominano i contrafforti meridionali di Cima Mondini, con il torrione del Sigaro in bella evidenza. Raggiunta la sommità del cocuzzolo erboso al centro della valletta, si taglia pressoché in piano in direzione dei grandi macereti che la sbarrano a monte, rimanendo alti sopra un simpatico piccolo laghetto che occhieggia nella piccola conca alla base del versante nord della Cima del Chiapous. Con altre svolta fra erba e detriti si raggiunge la vasta conca di brecciame che si apre ai piedi del pendio culminante col Colletto di Lourousa (a destra): trascurati gli ometti che, verso sinistra, si dirigono verso il Passaggio del Punto Nodale, si prosegue verso destra. Dopo una breve discesa, si raggiungono i resti di una imposta di caccia fra erba e grandi massi quindi, attaccato il breve pendio detritico terminale da destra a sinistra, si raggiunge l'ampia insellatura del Colletto di Lourousa (2551 m, h 0,30 dal rifugio), affacciato sul selvaggio Vallone del Latous.

Dal colletto si continua a sinistra risalendo un breve avvallamento ricolmo di massi (ometti): mantenendosi  sulla destra, si sale per erba e detriti raggiungendo un'ampia spalla erbosa affacciata sulle immense pietraie alla testata del Vallone del Latous (bella veduta sulla parete Sud-Ovest della Cima dell'Oriol, con le evidenti terrazze erbose percorse dalla via normale). Proseguendo per evidenti tracce, si traversa ai piedi del roccioso versante meridionale del Punto Nodale (alcune belle guglie) portandosi all'inizio di una marcata rampa erbosa ascendente che, con numerose svolte, consente di raggiungere l'inizio della grande bancata erbosa che taglia a circa metà altezza la parete Sud-Est dell'Oriòl (bella veduta sull'emergente Monte Stella). Le tracce traversano a questo punto verso destra: numerosi ometti risultano preziosi nell'individuare il percorso più facile e comodo. Attraversata una zona di placche e roccette in qualche punto leggermente esposte ma facili (F, passi di ), si continua a traversare verso destra fino a raggiungere lo sbocco inferiore di due brevi canalini paralleli, il primo dei quali presenta un evidente blocco incastrato dopo pochi metri (h 1,00 dal Colletto di Lourousa). Attacco.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si attacca il canalino di sinistra (quello col blocco incastrato): si supera la strozzatura sulla destra, sfruttando gli appigli della paretina laterale (all'inizio I°+, poi II°+). Oltre la strozzatura si prosegue per breve tratto nello stretto solco (II°), quindi si scalano le placchette di destra raggiungendo il filo del costoncino tra i due canalini, dove questi si uniscono (II°, ometto). Proseguendo in diagonale ascendente verso destra, con percorso logico ma non banale (II°+, la difficoltà si avvertirà soprattutto in discesa) si esce su un pulpito erboso, alla base delle rocce superiori che sostengono la vetta (calata attrezzata per eventuale doppia in discesa). 

Si traversa ora verso destra, tagliando una placconata abbattuta ma esposta sul sottostante salto roccioso, che richiede attenzione (II°). 

Al termine delle placche, in corrispondenza dello sbocco inferiore di un canalino roccioso che costituisce una variante diretta ma più impegnativa, si prosegue lungo una comoda cengia erbosa che scende per una cinquantina di metri, assecondando l'andamento della parete superiore. Appena possibile (ometti) si sale a sinistra per un canalino di roccette (), portandosi sul filo di uno speroncino roccioso. Si sale per solide rocce gradinate (I°+ con qualche passo di II°) giungendo sulla sommità di un cocuzzolo, dall'altra parte del quale, con pochi passi leggermente esposti (II°), si scende alla forcella al sommo del canale della variante diretta (ancoraggio per calata in doppia). 

Dalla forcella si scende a destra, traversando lungo alcune placche che richiedono attenzione (II°) al sommo di un ripido pendio di erba e sassi che scivola verso il Vallone del Latous (bella veduta sul Vallone della Rovina fino al Gruppo del Gelàs). Oltre le placche si continua verso destra su terreno più facile e, oltre un pulpito, si raggiunge la base di un canalino rinserrato a sinistra da una quinta rocciosa sormontata da un caratteristico spuntone, ben visibile già dalla forcella. Si rimonta il canalino, dapprima per erba, poi per facili rocce (I°+ e II°), uscendo a sinistra su un terrazzino, alla base di ripide placche. 

Si risale per pochi metri il successivo canalino obliquo a destra, per prendere poi una prima rampa ascendente a destra: dal piccolo terrazzino successivo si segue un'altra rampa, esposta e un po' più impegnativa (II°+) nuovamente verso sinistra, fino ad una terrazza erbosa presso il colletto cui fa capo il canalino obliquo (nei pressi calata attrezzata per doppia).

Un breve pendio erboso consente di raggiungere un soprastante canalino erboso gradinato che conduce in breve ad una spalla ghiaiosa, ormai prossima alla cresta sommitale. Si attacca un ripido solco con massi instabili sulla sinistra (i primi tre metri sono verticali ma ben appigliati, II°+) che con passaggi facili ma friabili (, attenzione!) consente di toccare l'ampia vetta della Cima dell'Oriol, costituita da un accumulo di grossi massi (croci di legno e di ferro, 2943 m, h 1,00 dall'attacco).

Panorama esteso e spettacolare: oltre all'immane muraglia del Monte Stella, proprio di fronte, oltre la quale fanno capolino le cime dell'Argentèra e la cresta sommitale del Corno Stella, si hanno anche magnifiche vedute sul sottogruppo dell'Asta, su tutto lo svolgimento del Vallone della Vagliotta con la Cima del Lausetto e sul circo del Bròcan ed il Vallone della Rovina. Oltre la costiera Fenestrelle-Ciamberline, appaiono i ghiacciai del Gelàs, mentre verso nord svetta l'onnipresente Monviso.

 

Discesa: si segue a ritroso la via già effettuata in salita (ometti), facendo attenzione nei tratti delicati ed esposti (passi di II°/II°+ in discesa, eventualmente tre calate attrezzate per corda doppia) fino al Rifugio Morelli-Buzzi (h 1,45 dalla vetta). 

 

TEMPO TOTALE

h 4,15 circa (di cui h 1,00 circa di arrampicata)

DISLIVELLO

600 m circa (200 m circa lo sviluppo della via)

DIFFICOLTA’

PD (passi di II° e II°+)

MATERIALE UTILE

corda da 30 m (meglio da 50 m per effettuare le calate in doppia), casco, 2-3 rinvii, cordini vari

ULTIMO SOPRALLUOGO

5 agosto 2012

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - settembre

COMMENTI

Via molto interessante ad una cima panoramica ed assai elegante. Alcuni passaggi non sono da sottovalutare, specie in discesa (eventualmente calare i meno esperti, sfruttando ancoraggi già predisposti). Panorami veramente ampi ed appaganti, soprattutto sulla Serra dell'Argentèra e sul Gruppo dell'Asta. Meritevole!