Testa del Claus 2889 m - Via normale

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI EDITORE scala 1:25.000 - Foglio 15

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 37

 

FOTO NOTEVOLI

IL MASSICCIO DEL MONT SAINT SAVEUR, DOMINANTE ISOLA 2000, DALLA MULATTIERA CHE SALE AI LACS DE TERRE ROUGE

IL CERULEO LAC INFERIEUR DE TERRE ROUGE

I LAGHI DI VALSCURA, CON LA GRANDE CASERMA “VALSCURA” PRESSO I LAGHI SUPERIORI, SCENDENDO LUNGO LA MULATTIERA DELLA BASSA DEL DRUOS

IL LUNGO TRAVERSO DALLA BASSA DELLA LAUSA ALLA BASSA DEL CLAUS, VISTO DALLA BASE DEL CANALINO CHE COSTITUISCE IL PASSAGGIO CHIAVE DELLA SALITA

LA SERRA DELL’ARGENTÈRA DALLA CRESTA SOMMITALE DELLA TESTA DEL CLAUS

LA TESTA DEL CLAUS DALL’OMETTO SULL’ANTICIMA EST

FOTOPERCORSO (DALLA BASSA DELLA LAUSA)

 

STORIA ALPINISTICA

La Testa del Claus (2889 m) è una massiccia e complessa struttura rocciosa situata sullo spartiacque alpino principale, al confine fra Italia (Valle Gesso) e Francia (Vallée de la Tinée), nel tratto compreso fra il Passo delle Portette a Sud-Est e la Bassa del Claus a Nord-Ovest. Poco a Est della cima più alta sorge un’anticima, da cui si origina un articolato crestone orientato a Nord-Est. Tale crestone separa le due conche detritiche alla base del suo versante settentrionale, dove giacciono i laghi del Claus (da cui il nome, riferibile all’omonimo circo, appunto “chiuso” fra alte pareti) e delle Portette, sulle cui rive sorge il Rifugio Questa. Verso occidente, infine, rivolge alla Combe de la Làuse (in territorio francese) una bella parete triangolare di circa 350 m, dove si svolgono gli itinerari alpinistici più impegnativi, anche se scarsamente frequentati a causa dei lunghi e scomodi avvicinamenti.

La cresta sud-orientale, che cade sul Passo delle Portette, è piuttosto impegnativa, mentre quella Nord-Ovest, che scende sulla Bassa del Claus, è più breve e comoda: proprio questa dorsale costituisce la via normale alla montagna, un percorso piuttosto frequentato per via della relativa facilità, del comodo accesso costituito dal Rifugio Questa e dell’alta valenza panoramica della cima, che costituisce il punto culminante del lungo tratto di spartiacque compreso fra il Colle Ghiliè e la Bassa del Druos.

La prima ascensione nota è quella effettuata in condizioni invernali dal solito V. de Cessole con A. Maria e J. Plent il 19 febbraio 1898 lungo questo percorso, ma sicuramente la cima era già stata raggiunta in precedenza da qualche cacciatore di camosci.

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, da dove si risale la Valle Stura. Circa 1 km a monte dell'abitato di Vinadio ( 904 m , 64 km da Mondovì) si prende la diramazione a sinistra per il Vallone di Sant'Anna, si supera la borgata di Pratolungo ( 926 m ) e, con numerosa serie di tornanti, trascurando a sinistra la carrozzabile per il Vallone di Riofreddo, si giunge al bivio di quota 1900 circa. Trascurato il ramo di destra, diretto al ben visibile Santuario di Sant'Anna di Vinadio, si prosegue a sinistra, risalendo con diversi tornanti fra i larici i ripidi pendii discendenti dalla Punta Maladecia. La strada si allunga poi con minor pendenza nella erbosa comba alla testata del Vallone d'Orgials, supera il Lago Inferiore d'Orgials ( 2243 m ) e, con sinuoso percorso, raggiunge l'ampia insellatura detritica del Colle della Lombarda ( 2351 m , 22,5 km da Vinadio, piccolo bar ristoro).  

Dal valico si scende in territorio francese con numerosi tornanti fra pascoli e macereti fino al centro sciistico di Isola 2000: all’altezza del deciso tornante verso destra a monte del paese, si abbandona la strada principale per imboccare una stradina che si stacca dal tornante (quella a sinistra delle due) che termina in breve in un parcheggio sterrato (5 km circa dal Colle della Lombarda, 2085 m ca., paline di legno non molto evidenti a sinistra).

 

AVVICINAMENTO

Come indicato dalle paline, si prende un sentierino a sinistra (segnavia    ) che si inerpica ripido nel lariceto. In breve si esce su un pendio erboso, da dove un altro tratto ripido ma molto breve consente di uscire su uno spiazzo lungo il tracciato di un’ampia e poco pendente pista da sci. Trascurando la pista (da sinistra giunge il tracciato della GTA proveniente dal Colle della Lombarda, vedi anche itinerario Anello di Cima della Lombarda), la si attraversa per seguire dall’altra parte (paline) una traccia che taglia pianeggiante una pietraia e poi si inoltra nel bosco. Si traversa dall'alto un'ampia conca pascoliva con tratti acquitrinosi e si raggiunge un piccolo rio, che si attraversa dopo averlo costeggiato per breve tratto. Si risale un'ampia conca erbosa con radi larici, poi si aggira verso destra una bassa bastionata rocciosa. Un dolce valloncello ed un tratto di ripida salita consentono di raggiungere un evidente bivio ( 2380 m , h 0,40 dal parcheggio): trascurata la mulattiera che, a destra, conduce al vicino Col Merciére, si prosegue a sinistra, lungo il ben tracciato ramo che, con alcuni ampi tornanti fra detriti e placche rocciose, guadagna la conca dove giace il Lac Inferieur de Terre Rouge ( 2417 m , h 0,10 dal bivio). 

Si prosegue lungo la comoda mulattiera che, costeggiati altri due minuscoli laghetti, giunge sul ciglio della comba terminale del vallone: qui si incontra un bivio ( 2450 m circa, paline). Trascurata la mulattiera che, a sinistra, sale verso il Passo del Lupo (vedi anche itinerario Anello di Cima della Lombarda), si prosegue su quella principale, che effettua un ampissimo giro alla base degli arditi contrafforti della Testa del Malinvern, alta sulla conca erbosa dove giace il grande e pittoresco Lac Superieur de Terre Rouge ( 2452 m ). Lasciati a sinistra i ruderi di alcuni ricoveri ex-militari, la mulattiera traversa con pendenza assai moderata la base della lunga bastionata rocciosa che sorregge il valico della Bassa del Druos. Giunti all’estremità destra della bastionata, ormai alla base delle rocce della Cima di Tavels, la mulattiera compie un deciso tornante e, con ardita salita diagonale lungo una cengia rocciosa in parte allargata artificialmente, giunge all’intaglio della Bassa del Druos (2628 m, h 0,40 dal Lac Inferieur; possibile collegamento con l'itinerario Anello dei Laghi di Valscura o con la via normale alla Testa del Malinvern). Il valico, molto frequentato, si apre fra la Cima di Tavels (2804 m, a Sud) e la quota 2701 della Testa del Malinvern (2939 m, a Nord). Dal passo, sul quale sorgono i ruderi di una piccola casermetta, si domina l’ampia conca del Lacs de Terre Rouge, appena percorsa, e dal lato opposto la pittoresca Valscura, con i numerosi laghi che la punteggiano.

Si scende sul versante opposto lungo la comoda mulattiera della GTA: all’altezza del primo tornante si lascia a sinistra la traccia della via normale alla Testa del Malinvern, quindi si prosegue in moderata discesa diagonale verso destra, si supera un tratto recentemente restaurato dopo una piccola frana e si giunge al successivo tornante verso sinistra (palina). Si abbandona a questo punto la mulattiera principale per seguire una traccia pianeggiante che taglia a mezza costa il ripido pendio e si va ad inserire nella piccola conca detritica racchiusa fra le cime della Lausa e di Tavels, dominata in alto dai ruderi di una piccola casermetta. Raggiunto il fondo della conca, costituito da grandi massi e occupato da un residuo nevoso semi-permanente, la traccia praticamente scompare. Attraversata al meglio la conca, si giunge al piede del ripido pendio detritico che fa capo all’intaglio della Bassa della Lausa: qui riappare, fra i friabilissimi detriti, una labile traccia (ometti) che con diversi erti tornanti su terreno ripido ed instabile consente di toccare piuttosto velocemente la Bassa della Lausa (2639 m, h 0,30 dalla Bassa del Druos, paline e ruderi di ricovero fra le rocce del valico). Il passo si apre sullo spartiacque principale, fra la Cima di Tavels e Ovest e la Cima della Lausa (2823 m) a Est: verso Sud si domina l’ampia e solitaria conca detritica della Combe de la Lause, tributaria del Vallon de Molliéres (Tinée). Verso Sud-Est appare finalmente la massiccia Testa del Claus, con in bella evidenza l’itinerario di salita. Pochi metri sotto la linea del passo, verso la Combe de la Lause, sorge un piccolo bunker in cemento armato risalente agli anni ’30 del secolo scorso, e appartenente al complesso di fortificazioni del Vallo Alpino.

Da qui l’itinerario diventa alpinistico, pur mantenendosi piuttosto agevole.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Dalla Bassa della Lausa si prosegue a sinistra, grosso modo alla medesima quota del valico, lungo una traccia non molto marcata ma segnalata con numerosi ometti. Oltre il tetto del bunker si traversa un ripido pendio di terriccio franoso, quindi si prosegue a mezza costa tagliando le pendici meridionali della Cima della Lausa, alti sull’ampia e desolata Combe de la Lause. Il versante si presenta ripido e piuttosto articolato, tagliato da speroni e canalini: gli ometti guidano lungo il percorso più facile e sicuro (qualche breve passo di grado, in qualche punto leggermente esposto), ma nulla vieta di passare anche in altri punti, sfruttando le numerose cenge e i canalini erbosi più convenienti.

Continuando a traversare con alcuni saliscendi (ma grosso modo ci si mantiene costantemente all’altezza della Bassa della Lausa) si passa poco sotto l’intaglio roccioso della Bassa del Claus (2717 m), giungendo al piede della cresta Nord-Ovest della Testa del Claus, il cui accesso è difeso da un basso ma quasi verticale salto roccioso. Sempre seguendo i numerosi ometti, ci si porta verso destra per facili cenge erbose un poco esposte, fino alla base di un evidente canalino erboso che incide verticalmente il risalto. Si sale il canalino, che diventa via via più erto fino ad un tratto verticale di circa 5 m, che si sale per ripide rocce gradinate (II° esposto, passaggio chiave).

Al sommo del salto, un ultimo breve tratto erboso consente di giungere sull’aereo filo di cresta, costituito da grossi blocchi. Seguendo la dorsale verso destra, si supera un piccolo dosso e si raggiunge l’ampio pendio detritico sommitale (2800 m circa, h 0,45 dalla Bassa della Lausa). Appare sul versante opposto il bellissimo Lago del Claus, con il Piano del Valasco, il Monte Matto e il Gruppo dell’Asta sullo sfondo.

Sempre seguendo gli ometti di pietre, che indicano il percorso più favorevole, si risale il ripido pendio di sfasciumi fino ad uscire sulla selletta fra l’anticima Est (a sinistra) e la vetta vera e propria della Testa del Claus (2889 m, h 0,15 dall’uscita del canalino, grosso ometto di pietre), che si raggiunge verso destra con breve percorso di cresta su grossi blocchi. Eccezionale panorama sulla Serra dell’Argentèra, sulla zona di Prefouns, sul Gruppo del Monte Matto, sulle Cime di Valrossa e sulla Testa del Malinvern. Lontano svetta il Monviso.

Volendo, in pochi minuti si può raggiungere facilmente la sommità dell’anticima Est, da dove si gode di una bellissima veduta a volo d’uccello sugli azzurrissimi laghi del Claus e delle Portette, sulle cui rive si individua il piccolo Rifugio Questa.

 

Discesa: si ripercorre la stessa via (h 1,10 fino alla Bassa del Druos, h 2,15 fino a Isola 2000).

 

TEMPO TOTALE

h 5,15 circa 

DISLIVELLO

950 m circa (numerosi saliscendi)

DIFFICOLTA’

F (un breve tratto di II°, diversi passi di I° un po’ esposti)

MATERIALE UTILE

eventualmente il casco

ULTIMO SOPRALLUOGO

8 agosto 2015

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - settembre 

COMMENTI

Interessante salita, varia e non troppo faticosa, ad un punto panoramico di prim’ordine sulle Alpi Marittime di Val Gesso. L’approccio dal versante francese è consigliabile volendo effettuare l’ascensione in giornata, mentre se si hanno due giorni a disposizione si può anche pernottare al comodo Rifugio Questa. I passaggi leggermente impegnativi sono pochi e brevi, per il resto si cammina su erba, roccette e sfasciumi: in ogni caso, è bene fare la dovuta attenzione ad alcuni tratti leggermente friabili. Consigliata!