Si possono
contare 15
tiri di corda (di cui qualcuno effettuabile in conserva, in particolare
gli ultimi due):
1
- Si aggira la placchetta iniziale e ci si porta sotto un breve diedrino,
che si risale con bella arrampicata (III°+) fin sul filo dello
sperone. Si prosegue sul lato nord per una cengia ascendente (III°),
quindi si riguadagna il
filo dello spigolo, che si risale per una placchetta più verticale (III°+)
fino ad un terrazzino con chiodo di sosta;
2
– Si attacca il diedro nero sulla destra, prima sul fondo, poi dopo
qualche metro uscendo sulla placca di sinistra (chiodo, IV°). Si
prosegue più facilmente lungo la placca, uscendo di nuovo sul filo (III°)
e raggiungendo un nuovo terrazzino con spuntoni di sosta;
3
- Si prosegue lungo il filo dello sperone, ora piuttosto articolato e con
passi non obbligati (II°/II°+) fino alla base di un basso
gendarme (sosta su spuntoni);
4
- Si attacca la paretina del gendarme lungo un breve fessura (III°+)
e si esce sulla cima. Si prosegue per una breve crestina orizzontale fino
alla base di un secondo gendarme, liscio e strapiombante: si attacca a
destra, per poi traversare tutto a sinistra (V° esposto, 2 chiodi)
uscendo
su una placca leggermente più facile. Si scala la placca (IV°+)
fino alla cima del gendarme, da dove si scende brevemente (passo di III°)
alla successiva forcelletta con alberello;
5
- Si continua per la cresta, articolata
e più facile (II°, qualche passo di III°) fino ad un
terrazzino alla base di una parete solcata da un diedro sulla destra
(spuntoni);
6
– Si sale il diedro per un paio di metri (III°+), quindi si
traversa a sinistra (IV°+), portandosi su una placca articolata
che si sale fino alla base di un muro verticale (III°). Si sale a
destra sul filo di spigolo, che si risale (III°) fino alla cima
del torrione (sosta su spuntoni);
7
- Si prosegue lungo la cresta, qui molto facile (I°/I°+) per
circa una cinquantina di metri fino ad un terrazzino di massi alla base di
un canalino erboso a destra;
8
- Si risale il canalino (II°) fino alla base di una
paretina di 4 metri leggermente strapiombante, che si supera
direttamente (V° sostenuto, 1 chiodo, volendo evitare il passaggio
si può risalire la placca a destra con difficoltà di III°) fino
ad un terrazzino con spuntoni di sosta, dove si incontra la "Cresta
dei Guaranì";
9
- Si sale a sinistra per bella placca fino ad un chiodo poi, trascurando
l'evidente strapiombo superiore (superabile con un passo di V°+),
si traversa molto espostamente a sinistra (IV+ delicato) fino ad
aggirare lo spigolo. Seguendo più facilmente la crestina articolata (III°)
si esce sulla sommità del torrione, presso grossi massi (spuntoni);
10
- Lungo la breve cresta orizzontale si arriva all'attacco del bel torrione
successivo: si sale lungo una specie di vaga rampa sul lato destro della
parete (IV°, 1 chiodo), poi si traversa a sinistra (delicato,
lama) per entrare in una svasatura impegnativa (IV°+) che si
risale fino alla crestina articolata che porta, verso destra, sotto
l'ultimo strapiombetto (III°). Si supera direttamente l'ultimo
breve strapiombo (V°-, 1 chiodo, ottime maniglie) e si esce sulla
sommità dell'aereo torrione;
11
- Si segue la cresta successiva (II°), quasi
orizzontale ma molto esposta, fino alla base di un piccolo gendarme
strapiombante; si aggira il gendarme a sinistra e si attacca poi una breve
placchetta fessurata delimitata da una quinta a sinistra (III°)
fino ad incontrare il "Crestone di Sinistra" (sosta su
alberelli);
12
- Si seguono evidenti frecce bianche per facili roccette (I°/II°)
fino alla base di un muretto verticale: si scala il muretto (III°)
e si esce sul filo del "Crestone di Sinistra", dove
oramai questo è discontinuo;
13
- Si sale lungo il filo del crestone, costituito da massi e roccette, con
divertenti passaggi (I°/II°) fino alla base di una placca
fessurata di una decina di metri: la si scala nel suo centro (III°+)
oppure si supera un bel diedro pochi metri a destra (IV°+ e V°
da attrezzare) fino ad uscire presso una lama rocciosa dove termina la
via.
14-15
- Salendo per erba, roccette e detriti (qualche passo di I°) si
giunge in 5 minuti sulla vetta dell'Anticima
Sud-Est del Bric Camulà. Volgendo a destra, lungo una traccia
per una ripida cresta di erba e pini (a metà circa un passo su roccette
di I°) si raggiunge in 10 minuti
la vetta del Bric Camulà (818 m, doppia croce e libro di vetta, h
4,30 circa dall'attacco).
Discesa: si segue una traccia sul versante ovest che scende per
erba, pietraie e boschetti fino al sentiero della "Via diretta al Monte
Rama" (segnavia ●, h 0,15
dalla vetta); di qui verso sinistra fino a Sant'Anna di Lerca (h
1,00).
N.B.: volendo evitare di salire sulla vetta del
Bric Camulà,
dall’Anticima Sud Est si può scendere direttamente verso sud
ovest per ripido pendio di erba e sassi (diversi ometti) fino ad
intercettare la ben visibile mulattiera della "Via diretta al Monte
Rama", e di qui a Sant’Anna di Lerca: in questo modo
calcolare circa h 0,30 in meno.