Colle di Pagarì di Salése 2539 m

 

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 15

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 82

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL VALLONE DELLA CULATTA ED IL COLLE DI PAGARÌ DI SALÉSE DAL PIAN DELLA CASA

IL PIAN DELLA CASA, CON IL MONTE MATTO ED IL CORNO STELLA, DALL’ALTO VALLONE DELLA CULATTA

LA CIME DE ROGUÉ E LA CIMA OVEST DI PAGARÌ DI SALÉSE, CON IL PERCORSO LUNGO LA CRESTA EST, DAL COLLE DI PAGARÌ DI SALÉSE

DALLA CRESTA EST DELLA CIMA OVEST DI PAGARÌ DI SALÉSE VERSO CIMA DI NASTA E CIMA DI BROCAN

DALLA CIMA OVEST DI PAGARÌ DI SALÉSE VERSO NASTA, BROCAN ED IL MONTE GELÁS SULLO SFONDO

SCENDENDO LUNGO LA CRESTA NORD DELLA CIMA OVEST DI PAGARÌ DI SALÉSE

LA CIME DE ROGUÉ E L’OMONIMO CAYRE DAI PRESSI DELLA BRÉCHE DE PAGARÌ

 

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, da dove si risale la Valle Gesso.  

Oltre Valdieri, si lascia a sinistra la diramazione per Entracque e si continua dritti, raggiungendo la piccola borgata di Sant’Anna di Valdieri. Proseguendo lungo il fondovalle, si superano ancora i Tetti Gàina ed i Tetti Niòt, e si raggiungono le Terme di Valdieri ( 1368 m , 62 km da Mondovì). 

Superato il ponte sul Gesso, si trascura il grande parcheggio sulla sinistra e si prosegue per la stradina asfaltata che contorna a sinistra lo stabilimento termale: ad un bivio si va a sinistra, in salita (indicazioni), risalendo con alcuni tornanti nel bosco la parte bassa del Vallone della Casa. Si prosegue poi lungamente sulla destra idrografica del vallone per la stretta stradina, che taglia alcuni impressionanti canaloni e si porta alla radura dove sorge il Gias delle Mosche ( 1591 m ). Da questo punto inizia un tratto sterrato con fondo stradale piuttosto malagevole (ma molto migliorato negli ultimi anni!) che consente di raggiungere lo splendido ampio ripiano erboso del Piano della Casa (o Piano della Casa del Re, 1743 m , circa 6 km dalle Terme di Valdieri, varie possibilità di parcheggio).

 

ITINERARIO

Trascurata la prosecuzione della rotabile, verso sinistra, diretta ai Valloni Assedras e Balma Ghiliè, si prende la mulattiera che, a destra, attraversa il rio su un ponticello e percorre tutto il ripiano, in direzione dello sbocco del Vallone di Ciriegia

La mulattiera, dal tracciato molto intelligente, non è mai troppo ripida mentre, con frequenti tornantini, risale l'erto pendio ricoperto di ontani e rododendri: ad un primo bivio (paline), si trascura un ripido sentierino a destra diretto ai Laghi di Fremamorta ed una traccia a sinistra che scende a raggiungere il vicino Rifugio Regina Elena, e si continua lungo la mulattiera principale. Al tornante successivo si trascura la prosecuzione della mulattiera diretta al Colle di Ciriegia per prendere la diramazione di destra (paline): questa prosegue a salire con ampi tornanti di moderata pendenza sul fianco sinistro idrografico del Vallone della Casa. Con qualche tratto un po’ rovinato dalle acque scorrenti, la mulattiera guadagna quota con belle vedute sull’opposto versante della valle, dove troneggiano l’Argentéra e la Cima di Nasta. A quota 2025 circa, quando la mulattiera traversa decisamente verso destra (Nord), la si abbandona in corrispondenza di una lingua di pietrame: il punto migliore è caratterizzato da un tronco di larice secco a monte della mulattiera e da un evidente scola per l’acqua perfettamente lastricato (h 0,40 circa dal Pian della Casa).

Lasciata quindi la mulattiera per i Laghi di Fremamorta, si rimonta la lingua di pietrame tendendo gradualmente a sinistra: aggirata la base del soprastante sperone di erba e lastroni, si traversa quindi a sinistra entrando nell’impluvio del selvaggio Vallone della Culatta, racchiuso fra i contrafforti delle cime Est e Ovest di Pagarì di Salése. Tagliando in salita sulla sinistra idrografica del vallone per erba e lastroni si giunge alla base di un’alta bastionata rocciosa incisa da cenge e rampe erbose, e solcata da un piccolo rio che forma numerose cascatelle. Si può evitare la bastionata risalendo un ripido pendio di erba e pietrame sulla sinistra, oppure con divertente arrampicata (passi non obbligati di e II°) si può risalire la bastionata direttamente al centro, sfiorando bellissime placche e rocce montonate modellate dagli antichi ghiacciai. Superata la bastionata, si risale un breve dosso di erba e massi che conduce nella comba superiore del vallone, ormai in vista delle verticali paretine rocciose che sorreggono il valico del Colle di Pagarì di Salése. Risalendo l’ultima ripida ma breve pietraia, non ci si dirige in corrispondenza del valico (da cui scende un orrido e verticale canale-camino impraticabile), ma si punta circa 200 metri verso destra, verso una zona di rocce articolate che appaiono più abbordabili. Giunti presso la base delle rocce (h 1,50 da dove si abbandona la mulattiera), si notano alcuni resti di muri a secco che sorreggevano i tornanti di un antico, arditissimo sentiero utilizzato dai contrabbandieri con lo scopo di evitare il controllatissimo (e “gabellatissimo”) Colle di Ciriegia. Questo sentiero, tagliando le pareti fra esposti dirupi, consentiva attraverso una serie di cenge in parte scavate artificialmente di raggiungere comodamente il soprastante Colle di Pagarì di Salése. Oggi il tratto centrale del sentiero è crollato, per cui il percorso, pur attrezzato con un lungo cavetto d’acciaio, si presenta delicato ed esposto, con alcuni passi non banali.

Dalla base si sale quindi per facili roccette (tracce di passaggio, resti di muri) per una ventina di metri, fino ad una cengia erbosa orizzontale. Si segue la cengia verso sinistra, dapprima in piano, poi in salita diagonale, in ambiente via via più orrido ed esposto. Aggirato uno spigolo verticale, la cengia termina improvvisamente contro una parete rocciosa: si nota quindi il cavetto di acciaio, saldamente ancorato, che indica il percorso da seguire. Si supera subito un esposto gradino di circa 2 metri, appigliato e attrezzato ma che butta un po’ all’infuori: si esce su una minuscola ed espostissima cengetta, che obbliga ad un breve “passo del gatto” per circa 1 metro. Il cavetto porta quindi ad attraversare un caminetto con una breve spaccata, quindi si rimonta un risalto articolato per circa 3 metri fino ad un comodo pianerottolo (quello appena descritto è il tratto più impegnativo del percorso, interamente attrezzato ma valutabile F+/PD- a seconda delle condizioni). Da qui si riprende la cengia, inizialmente quasi una cornice, poi via via più ampia, ma sempre in grande esposizione: superato un risalto e aggirato un nuovo spigolo, dove ricompare un muretto a secco a sorreggere la traccia di sentiero (attenzione all’esposizione!), si continua in diagonale per l’esposta cengia in lieve salita e, superando alcuni punti franati che richiedono molta cautela, si esce infine alla stretta incisione petrosa del Colle di Pagarì di Salése (2539 m, h 0,30 dalla base della parete, cippo di confine Italia-Francia). La vista si apre anche sul versante francese, con l’ampia conca detritica alla testata del selvaggio Vallon de Naucettes (vedi anche itinerario Cime de Rogué), sede di una piccola pozza.

Volgendo a destra, si aggira un breve risalto e, rimontando faticosamente la cresta costituita da grossi blocchi, si sale fino alla comoda sommità della Cima Ovest di Pagarì di Salése (2675 m, h 0,35 dal colle, vedi anche itinerario Cresta di Pagarì di Salése – Traversata integrale): sulla cima e lungo il percorso di cresta si incontrano numerose postazioni di caccia delimitate da muretti a secco. Bellissima veduta sulla Serra dell’Argentéra, sul Monte Matto e, sul lato francese, sulla massiccia Cime de Roguè affiancata dall’arditissimo torrione del Cayre Roguè. Nella comba detritica alla testata del sottostante Vallon Clapeirets occhieggiano numerosi piccoli laghetti (Lacs de Fremamorte o Clapeirets).

Da qui, volendo, si può scendere velocemente e con facilità alla sottostante Baisse de Roguè e, per traccia e poi mulattiera, scendere e risalire al Colle di Fremamorta. Si può però evitare di perdere troppa quota, e dover poi faticosamente risalire, mantenendosi più in alto, nei pressi del crinale spartiacque: si tratta di un percorso leggermente più impegnativo, ma certamente consigliabile e meno lungo e faticoso.

Si scende dunque lungo la cresta Nord della cima, per grossi massi e piccoli salti (passi esposti di I°/I°+). Quando è possibile si lascia il filo per scendere un poco verso sinistra (lato francese) lungo tracce di passaggio per erba, massi e roccette. Traversando con attenzione ma facilmente si aggirano alcuni speroni rocciosi e, sempre seguendo evidenti tracce, si giunge all’ampia insellatura rocciosa della Bréche de Pagarì (2561 m, h 0,35 dalla cima): percorsa la sella per roccette, sul lato opposto si rinviene un vecchio bunker militare mimetizzato nel terreno.

In corrispondenza del bunker parte una traccia in leggera salita che traversa alla base delle pareti rocciose della Quota 2625 e, con comodo ed evidente percorso, va ad intercettare all’altezza delle ultime svolte la mulattiera che sale all’insellatura del Colle di Fremamorta (intaglio orientale, 2604 m, h 0,20 dalla Bréche de Pagarì). Si apre bellissima la vista sulla conca sospesa di Fremamorta, con gli omonimi laghi allineati ai piedi delle Teste di Bresses. A sinistra, ai piedi del testone sommitale della Cima di Fremamorta, si apre l’insellatura occidentale del valico, sorvegliata da una lunga casermetta.

Si scende ora con la comoda mulattiera ritornando in Italia: con numerosi tornanti si guadagna il dosso che chiude a valle la conca del piccolo Lago del Colle di Fremamorta. Con un tratto pianeggiante si giunge ad un bivio (paline): trascurata la prosecuzione della mulattiera diretta agli altri laghi ed al Bivacco Guiglia, si prende il ramo di destra, che inizia a perdere quota con decisione lungo il pendio detritico. Con numerosissima serie di stretti tornanti la mulattiera scende alla testata di un selvaggio vallonetto, quindi dopo un tratto rettilineo riprende a scendere a tornanti lungo un costone erboso con radi larici, fino a ritrovare la mulattiera che unisce il Pian della Casa con i Laghi di Fremamorta (paline). Seguendola verso destra, si scende con ampi tornanti poco pendenti fino alla piccola lingua di pietrame dove la si era abbandonata al mattino: seguendo quindi il percorso già effettuato all’andata, si ritorna al Pian della Casa (h 1,40 dal Colle di Fremamorta).

 

 

TEMPO TOTALE

h 6,15 circa

DISLIVELLO

1100 m circa

DIFFICOLTA’

F+ (PD- con tratti ghiacciati) l’ultimo tratto di accesso al valico, il resto EE con passi F

MATERIALE NECESSARIO

casco (obbligatorio!), longe con 2 moschettoni, eventualmente uno spezzone di corda per i meno esperti

ULTIMO SOPRALLUOGO

4 agosto 2019

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - ottobre

COMMENTI

Gita sorprendente: nonostante la meta sia semi-sconosciuta e certamente poco rinomata, riserva un percorso veramente insospettabile, aereo, esposto, divertente ed altamente panoramico. Splendido poi il panorama dalla Cima Ovest di Pagarì di Salése e la susseguente traversata di crinale al Colle di Fremamorta. Itinerario non per tutti: oltre al percorso attrezzato di accesso al valico (che comunque non è una via ferrata in senso stretto, non presentando gli standard di sicurezza obbligatori per queste ultime, e che va affrontato di conseguenza), va tenuto presente che gran parte della salita avviene in assenza di tracce, in un vallone selvaggio e non frequentato. Attenzione anche ad alcuni passaggi sulla cresta scendendo verso la Bréche de Pagarì. Consigliatissimo agli escursionisti esperti e sicuri!