Sasso di Landro 2736 m

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 010

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (DOLOMITI DI SESTO)

SCHEDA N. 19

 

FOTO NOTEVOLI

IL CANALE CHE SALE A FORCELLA ALTA DI LONGÈRES DALLA STRADETTA PER LA CAPPELLA DEGLI ALPINI

DALLA CRESTA SOMMITALE DEL SASSO DI LANDRO VERSO I VERDI TAVOLATI DI MONTE PIANA

DAI PRESSI DELLA CUSPIDE SOMMITALE DELLA CRODA DEL RIFUGIO, IL VERTIGINOSO CANALONE RISALITO CHE FA CAPO ALLA FORCELLA ALTA DI LONGÈRES 

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Pieve di Cadore, da dove si svolta a sinistra imboccando la Valle del Boite. Si risale la valle fino al famosissimo centro di Cortina d'Ampezzo (1225 m, 57 km da Pian di Vedoia). Qui si svolta a destra e si sale con numerosi tornanti fino al Passo Tre Croci (1805 m, 9 km da Cortina) da dove si traversa brevemente fino alla conca sede del pittoresco Lago di Misurina (1752 m, 5 km dal Passo Tre Croci);

b) Da Bressanone (uscita della A22 del Brennero) si percorre la verde Val Pusteria fino a Dobbiaco (60 km da Bressanone), da dove si risale la stretta ed incassata Val di Landro e poi la breve Val Popèna Bassa fino alla conca del Lago di Misurina (1752 m, 21 km da Dobbiaco).

 

Da Misurina inizia una strada asfaltata a pedaggio che, in 7,5 km, sale fino ai ghiaioni alla base dei versanti meridionali delle Tre Cime di Lavaredo, presso la sella di Forcella Longères (2320 m). Qui sorge il grande fabbricato del Rifugio Auronzo.

N.B.: qui si può giungere anche utilizzando il servizio di autobus di linea, con partenza sempre da Misurina (conveniente, soprattutto se non si è in molti), oppure a piedi seguendo il sentiero n° 101 che parte presso il Lago d'Antorno, poco prima del casello (h 1,15, per puristi).

 

ITINERARIO

Dal rifugio si risalgono i friabili e faticosissimi ghiaioni che scendono dal versante meridionale della Cima Ovest di Lavaredo: bisogna aggirare l'evidente contrafforte della Croda del Rifugio sulla destra, per raggiungere lo sbocco del ripido canale fra questo avancorpo e le arditissime guglie del Mulo e della Croda degli Alpini, quasi addossate alla Cima Ovest. Varie tracce sono possibili: una si stacca dalla stradetta per la Cappella degli Alpini dopo pochi metri dal rifugio, ma è sconsigliabile per via della ripidezza e dell'estrema friabilità. Conviene raggiungere il grande parcheggio superiore, da dove una buona traccia sale gradualmente alla base delle rocce della Croda del Rifugio: tagliando per esposte ma facili cenge (presa d'acqua) verso destra, la traccia si congiunge con la precedente all'altezza dello spigolo destro della Croda del Rifugio. 

Si attraversa a questo punto una friabilissima colata ghiaiosa, che si risale poi dall'altra parte, superando di tanto in tanto qualche masso. La marcia è sempre faticosa e molto delicata per via delle ghiaie estremamente instabili. Entrati in un solco, lo si risale sempre con molta attenzione, si supera un altro tratto di grossi massi e, per ghiaie ripide e friabilissime, si raggiunge la base del canalone compreso fra Croda del Rifugio e Croda degli Alpini, che sale a Forcella Alta di Longères (h 0,30). 

L'inizio del canale è sbarrato da un ciclopico masso incastrato: si supera il passaggio a destra per una fessura impegnativa (3 metri, II° grado), che richiede un minimo di tecnica e di esperienza (attenzione soprattutto in discesa). Oltre l'ostacolo, si mostra il canalone in tutta la sua ripidezza e friabilità: si risale il canale con fatica e fastidio, per via delle ghiaie che franano di continuo e per l'estrema ripidezza. L'ambiente è veramente severo e grandioso, rinserrato fra vertiginose pareti a picco di cui quasi non si vede la fine ... Più in alto si supera un tratto di terriccio, oltre il quale per ghiaie un po' (ma solo un po'!) più solide, si raggiunge finalmente la stretta insellatura di Forcella Alta di Longères (h 0,45 dalla base del canale). Dall'altra parte precipita una impressionante gola, sovente ghiacciata. 

Si risalgono, a questo punto, le rocce di sinistra, per evidenti tracce di guerra (ometti): per cenge e roccette, a volte un poco esposte ma facili ( grado) si sale in breve fin sulla cresta sommitale della Croda del Rifugio, a poca distanza dalla snella cuspide della Croda di Mezzo (2733 m). Con visioni mozzafiato (se il meteo lo consente) sulle vertiginose e strapiombanti pareti della Cima Ovest, si aggira a sinistra la Croda di Mezzo per cenge lavorate dagli alpini, fino ad un esposto poggio ghiaioso. Per roccette coperte di ghiaia (massima attenzione!) si scende per qualche metro, con vedute mozzafiato sugli impressionanti canaloni che si inabissano verso il basso, fino ad una selletta sul filo di cresta: si traversa per terreno molto delicato (ometti), rimanendo qualche metro sul versante di sinistra della cresta, poi si ritorna sul filo e su terreno più "solido" si giunge fino alla base del cupolone sommitale del Sasso di Landro. 

Una comoda ma esposta cengia artificiale la aggira a sinistra, sul ciglio di baratri vertiginosi, fino ad una rientranza dove si origina una specie di canale-camino inclinato a sinistra: si risale il canale, per rocce delicate ma non troppo impegnative (10 m, ) fino alla selletta superiore. Di qui, qualche metro a sinistra, si risale ancora un canalino, friabile ed un po' più "tecnico" (20 m, I°+) fino alle rocce che sorreggono la vetta. 

Aggirandole per una cengia a sinistra si giunge sul punto più alto del Sasso di Landro (2736 m, h 0,40 dalla Forcella Alta di Longères): panorama fantastico!

Ritorno per la stessa via in h 1,30.

 

TEMPO TOTALE

h 3,30 circa

DISLIVELLO

400 m circa 

DIFFICOLTA’

EEA (un passo di II° all'inizio, poi I°+ continuo nell'ultimo tratto. Terreno impegnativo ed esposto, per esperti. Casco raccomandato!)

ULTIMO SOPRALLUOGO

22 giugno 2007 

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - settembre

COMMENTI

Itinerario in ambiente grandioso, che consente con difficoltà relativamente modeste di osservare da vicino il mondo (eccezionalmente complesso) di guglie e pareti del versante "interno" di Cima Ovest. Tuttavia l'estrema friabilità delle ghiaie lo rendono, nonostante la brevità, assai faticoso e poco divertente, specie fino a Forcella Alta di Longères. Assolutamente necessari piede sicuro e spirito di avventura.