Passo della Sentinella per il Vallon Popèra

Home Gruppo del Catinaccio Gruppo della Marmolada Sassolungo e Sella Gruppo del Latemar Pelmo e Civetta Croda da Lago e Nuvolàu Gruppo delle Tofàne Antelào - Sorapìss - Marmaròle Dolomiti di Sesto Fanes - Sennes - Braies Puez - Odle Lagorài - Cima d'Asta Gruppo del Col di Lana Gruppo di Bocche Pale di San Martino Gruppo del Cristallo Dolomiti d'Oltre Piave Vette Feltrine e Monti del Sole Gruppo di Bosconero Gruppo di Brenta Dolomiti Bellunèsi Settentrionali

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 010

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (DOLOMITI DI SESTO)

SCHEDA N. 9

 

FOTO NOTEVOLI

LO SPETTACOLARE VALLON POPÈRA DAI PRESSI DEL RIFUGIO BERTI

I CAMPANILI ED I FULMINI DI POPÈRA DAL RIFUGIO BERTI

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Santo Stefano di Cadore, da dove si risale la Val Pàdola fino a Pàdola (1218 m, 66 km da Pian di Vedoia);

b) Da Bressanone (uscita della A22 del Brennero) si percorre la Val Pusteria fino a San Candido (65 km da Bressanone), da dove si risale la verde Valle di Sesto fino al Passo Montecroce di Comelico ( 1640 m). Di qui si scende lungo la

 

Circa 2 km a monte del paese (in direzione San Candido) si stacca sulla sinistra (sulla destra scendendo) una buona rotabile asfaltata che supera i caratteristici edifici dei Bagni di Valgrande (1274 m) e che si inoltra nella splendida fitta foresta di Selvapiana, fino alla bella radura dove sorge il Rifugio Lunelli a Selvapiana (1568 m, parcheggio, 5 km circa dal bivio).

 

ITINERARIO

Dal rifugio si prosegue per la rotabile, ora sterrata, che rientra per breve tempo nel bosco (indicazioni, segnavia n° 101): in falsopiano, la rotabile avvicina il grande salto roccioso che sembra sbarrare la valle, da cui precipitano due belle cascate a più rami. Di fronte, incombenti, le altissime pareti del Sasso e dei Campanili di Selvapiana. Raggiunto il greto dell'impetuoso Torrente Risèna, lo si attraversa, ed il tracciato, ridottosi a mulattiera, prende a salire con decisione con una serie di ripidi tornanti. Superando tratti rocciosi alternati a fitte macchie di mughi, il sentiero guadagna quota velocemente: un lungo traversone verso destra porta a guadare i due rii all'origine delle cascate ammirate dal basso e, con ultima breve salita, si raggiunge il bell'edificio del Rifugio Berti al Popèra (1950 m, h 0,50). Eccezionale panorama su tutto il selvaggio Vallon Popèra, con il Passo della Sentinella (2717 m) alla sua testata. 

Superato il rifugio, si prosegue sul bel sentiero n° 101 che, rimanendo a mezzacosta, attraversa i dossi erbosi al centro del vallone, in ambiente veramente pregevole; a tratti, risultano facilmente visibili vestigia risalenti alla Prima Guerra Mondiale. Superata una sorgente, il sentiero risale con alcune ripide svolte un dosso erboso e detritico oltre il quale giace il piccolo, azzurro Lago di Popèra (2142 m, h 0,40 dal rifugio): proprio di fronte la bella, triangolare parete della Pala di Popèra (2582 m), mentre dalla parte opposta svettano le altissime pareti, solcate da canaloni ghiacciati, di Cima e Monte Popèra (3046 m) e della Cresta Zsigmondy (2998 m). 

Innestatisi sul tracciato n°  124 (proveniente dal lontano Passo Montecroce di Comelico), si prosegue a mezzacosta sui ghiaioni, per tagliare poi verso sinistra con ampio semicerchio: superato un tratto in cui il sentierino di guerra, seppur ben tracciato, risulta leggermente esposto, si toccano le enormi colate detritiche della testata del vallone. Risalito al meglio il vasto ghiaione (diverse tracce possibili), si raggiunge la soglia glaciale del Ghiacciaio Alto di Popèra, annidato nella vasta conca morenica ai piedi della parete orientale di Cima Undici. Risalito un ripidissimo pendio sulla destra, si monta sul filo della cordonata morenica che taglia in due il vallone, e la si risale con percorso esposto ma sicuro: l'ambiente è quanto di più selvaggio si possa immaginare, rinserrato tra altissime, verticali pareti. A sinistra il ghiacciaio appare "bombardato" dalle scariche di sassi provenienti dai precipiti canaloni, mentre a destra le Guglie di Croda Rossa incombono verticali.

Superata la strettoia originata dal modesto Sasso Fuoco (che mostra comunque una bella paretina strapiombante), si supera l'ultimo tratto di morena e si ritorna sui ghiaioni di destra: traversatili per una traccia ora piuttosto precaria (attenzione), si oltrepassa lo stacco della "Via Ferrata Zandonella - 1° tronco" e si attacca l'ultimo canale detritico che, ripidissimo, sbocca alla larga insellatura del Passo della Sentinella (2717 m, h 1,20 dal lago, monumento alla Madonna e resti di postazioni degli Alpini). L'ultimo tratto prima del passo risulta quello più impegnativo di tutta la gita, specie in discesa, a causa della estrema ripidezza e della friabilità delle ghiaie. Splendide vedute su Val Fiscalina, Tre Scarperi e, dall'altra parte, su tutto lo svolgimento del Vallon Popèra e su Monfalconi - Spalti di Toro. Sul versante Val Fiscalina, un orrido canalone, più in basso ghiacciato, sprofonda nel Vallone della Sentinella (vedi anche itinerario Strada degli Alpini): la discesa lungo il canalone è possibile, ma sconsigliata a causa della ripidezza e del pericolo di scariche (comunque ramponi e piccozza). Una traccia segnata verso sinistra, alla base di Cima Undici, indica l'inizio della "Strada degli Alpini". 

Ritornati al Lago di Popèra (h 0,50 dal passo), si può proseguire sul sentiero n° 124 che, mantenendosi alto sul fianco sinistro del vallone, taglia alla base i verdi pendii discendenti da Forcella Popèra (bivio) e risale poi ad una forcella erbosa che permette di scavalcare il Crestòn Popèra, una cordonata erboso-detritica che costituisce la sponda meridionale dell'omonimo vallone. 

Toccato un punto panoramico (rosa dei venti con le principali cime), si scende brevemente per un pendio erboso fino all'ex Rifugio Olivo Sala, ricavato da una vecchia casermetta e ormai abbandonato a vantaggio del Rifugio Berti. La traccia scende ora per un ripido canalone al piede delle rocce (qualche corda, facilissimo), fino ad un panoramico poggio con bella vista sulla conca di Selvapiana, da dove traversa in salita tutta la base del Crestòn Popèra fino ad innestarsi sulla rovinata rotabile ex militare che univa Selvapiana con il Passo Montecroce di Comelico. Una breve discesa verso destra consente di toccare l'ampia sella prativa di Forcella Pian della Biscia (1942 m, h 1,00 dal lago), aperta tra la Croda Sora i Colesèi e la Cima Colesèi. 

Ammirato lo splendido panorama su Popèra e Alpi Carniche, si imbocca una ripida traccia (indicazioni) che, verso destra, scende lungo un bel bosco ed esce a Selvapiana, nei prati poco sopra il Rifugio Lunelli (h 0,30). 

NB: trovare questo sentiero a partire dal Rifugio Lunelli non è per niente facile, in quanto non ci sono indicazioni nè tracce che possano guidare l'escursionista fino a quando non si entra nel bosco.

 

TEMPO TOTALE

h 5,30 circa 

DISLIVELLO

1500 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenati 

ULTIMO SOPRALLUOGO

5 agosto 2004 

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - settembre

COMMENTI

Bell'itinerario, molto vario e panoramico: dai riposanti prati intorno al rifugio, si va ai pendii detritici ed ai canali ghiacciati alla testata del vallone. Bella anche la variante di discesa, soprattutto per i bei prati e boschi incontaminati che si attraversano. Consigliato.