I Cornàcci 2189 m (per il Sass Redòn)

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 014

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DEL LATEMAR)

SCHEDA N. 17

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

CAMOSCIO SULLE BALZE ERBOSE DEI CORNÀCCI, POCO OLTRE IL SASS REDÒN

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Risalita la valle fino a Tèsero (992 m, 31 km da Egna-Ora), si imbocca la strada per Stava e l'Alpe di Pampeàgo ma, all'altezza del secondo tornante, si prende una strada a destra che scende fra nuove villette. Si imbocca la terza stradina a sinistra e, dopo poco, si seguono le indicazioni per l'Agritur Darial, presso il quale si posteggia la macchina.

 

ITINERARIO

Si segue un sentierino che costeggia dall’alto i pascoli dell'agritur: incrociata una carrareccia, la si attraversa e si prosegue su un ripido tratturo (cartelli, fontana) che, raggiunta una casa, entra poi nel fitto bosco di conifere. Con ripida salita ed alcuni secchi tornanti, il sentiero esce sul bordo di una vasta radura (Pala del Piazzòl), la costeggia pianeggiando fino all'estremità opposta e con altri tornanti si riporta nel bosco. Si lascia a sinistra la traccia pianeggiante del "Sentiero Forestale Pampeàgo" (palina) e si continua, sempre assistiti dall'ottima segnaletica, con salita sostenuta. Si aggira un costolone boscoso e si entra in un ripidissimo canale alberato tra caratteristici pinnacoli rocciosi: lo si rimonta molto faticosamente con strette erte serpentine fino ad uscire su un pulpito panoramico sulla destra, con bella vista sulla valle e sul Lagorài (h 1,00). 

Proseguendo nella salita, ora un po’ meno ripida, si rimonta un pendio tra radi alberi e, aggirando qualche fascia rocciosa, si raggiunge un grosso masso giallastro sul quale si intravvedono ancora le antiche iscrizioni dei pastori, che sono una caratteristica di questa parte del Latemar. Traversando brevemente a sinistra e poi con una veloce salita, si raggiunge un ulteriore punto panoramico, da cui appaiono le verticali e giallastre pareti delle Dolàe, con a sinistra il testone sommitale del Sass Redòn. Con breve discesa si tocca il colletto posto alla base delle pareti (lo Sforcellìn – tabelle – h 0,45 dal pulpito panoramico). 

Trascurata a destra la deviazione di raccordo al "Sentiero delle Dolàe", il sentiero sale nuovamente ripido, mantenendosi vicino al ciglio del precipizio; superati gli sbocchi di alcuni canali, la traccia raggiunge il punto culminante delle Dolae, a poca distanza dalla sommità del Sass Redòn, da dove scende brevemente ad un'ampia radura. Dopo un tratto quasi pianeggiante si esce dal bosco e si attacca il primo dei diversi risalti di cresta che precedono la vetta dei Cornàcci; è questa la parte più varia e panoramica del percorso, e quella in cui meglio se ne apprezzano le particolarità. Dopo avere superato i resti di una antica cava di onice (tabelle), per pendii erbosi, detriti e scarse roccette (belle fioriture di erica), con qualche saliscendi si raggiunge la grande croce metallica posta sulla vetta dei Cornàcci (2189 m, h 1,00 dallo Sforcèllin). Il luogo è anche chiamato, sulle indicazioni della zona, Croce Cornòn. Bellissimo ed ampio il panorama su tutta la catena del Lagorài, sulle Pale di San Martino e sulle alture che circondano il Passo degli Oclìni. 

Da qui si segue il sentiero in leggera discesa lungo l'ampia dorsale erbosa, fino alla verde insellatura tra il Doss dei Branchi e i Cornàcci (tabelle segnaletiche). Si trascura la prosecuzione della traccia diretta al Doss dei Branchi e il sentiero a destra che in pochi minuti scende al Baito Armentagiòla, e si segue la diramazione di sinistra, che inizia a scendere ripidamente entrando ben presto nel bosco rado. Superato un breve tratto di fastidiose ghiaie, il sentiero percorre quasi pianeggiante il filo di uno sperone boscoso fra splendidi larici, e mantenendosi altissimo sui precipizi che dalle pareti settentrionali dei Cornàcci si inabissano verso la Val di Stava. Si raggiunge una selletta presso un panoramico poggio erboso (Mandriccio del Canalìn, h 0,30 dalla cima) da dove si prosegue in ripida discesa nel fittissimo bosco nella parte superiore del Val de Slavìn

Con numerosi tornanti fra rododendri e altissimi abeti, il sentiero taglia due piccoli corsi d'acqua per poi perdere quota velocemente sulla destra idrografica del vallone: lasciata a destra una diramazione in salita diretta a Pampeàgo (è in realtà la prosecuzione del "Sentiero Forestale Pampeàgo") si scende ad incrociare una strada forestale. Si trascura la prosecuzione del sentiero diretto verso Stava e si segue la forestale verso sinistra: questa, oltrepassato un piccolo rio, si trasforma in un sentiero ("Sentiero Forestale Pampeàgo") che, con scarsi saliscendi, traversa lungamente alla base del versante nord dei Cornàcci. Percorrendo uno splendido e selvaggio bosco, si tagliano alla base gli impressionanti canaloni in precedenza ammirati dall'alto e trascurate alcune deviazioni, comunque sempre ben segnalate, dirette verso gli abitati di Stava e Propiàn, ci si ricongiunge all'itinerario di salita poco sopra la Pala del Piazzòl (h 1,00 dal Mandriccio del Canalìn). 

Da qui di nuovo al parcheggio lungo il percorso seguito all'andata (h 0,15).

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 circa

DISLIVELLO

1200 m circa 

DIFFICOLTA’

E allenati

ULTIMO SOPRALLUOGO

3 giugno 2010

PERIODO CONSIGLIATO

maggio - ottobre

COMMENTI

Faticoso e solitario accesso alla montagna che domina il paesino di Tèsero. Molto bello e selvaggio l'ambiente boschivo e spettacolari i panorami sulla Catena del Lagorài nella parte alta del percorso. E' uno dei primi itinerari percorribili in valle ad inizio stagione, dato che si libera dalla neve molto presto.