Passo del Fčudo - Pian della Paura

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 014

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DEL LATEMAR)

SCHEDA N. 11

 

FOTO NOTEVOLI

PREDAZZO ED IL GRUPPO DEL LAGORĀI DAI PRESSI DEL PASSO DEL FČUDO

TRA LE PITTORESCHE BAITE DI VARDĀBE

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Si risale interamente la valle fino all'abitato di Predazzo (1011 m, 37 km da Egna-Ora).

Giunti al paese, si prende la circonvallazione in direzione della Val di Fassa fino alla stazione di partenza degli impianti di risalita Predazzo - Fčudo, dove si lascia l'auto (ampio parcheggio).

 

ITINERARIO

Attraversata la provinciale, si prende una stradetta (indicazioni per "Gardonč") che si mantiene per un buon tratto parallela alla strada di fondovalle, tra prati e villette. Lasciata a sinistra una cava, si trascura un bivio a destra per il villaggio di Vardābe e si prosegue lungo la stradina, ora in leggera discesa. Si arriva cosė alle poche case di al Fōl (1078 m, h 0,10) dove, oltre un ponte, ci si innesta sulla strada asfaltata che prende a risalire con decisa salita la boscosa Val Gardonč

Ben presto si incontra un segnale di divieto di accesso, mentre la strada prosegue lungo fondovalle, cha alterna tratti boscosi ad ampie radure dove pascola il bestiame. Raggiunto il punto in cui la valle si impenna decisamente, la strada inizia a risalirne la sponda sinistra con una serie di ripidi tornanti, diventando sterrata: verso lo sbocco inferiore č inquadrato il Gruppo del Lagorāi. Con un lungo traversone in una zona di bosco pių rado si passa sotto i cavi delle telecabine, poi si risale un'erta valletta in mezzo ad uno splendido lariceto (a sinistra, dietro un dosso, sorgono alcune baite) per uscire, con un ultimo strappo, su alcuni panoramici ripiani erbosi sedi di pascoli (1532 m, fontana, h 1,00 da al Fōl). Un altro breve tratto di salita, un po' meno ripida, conduce a riprendere i pali delle telecabine in corrispondenza dell'ampia conca erbosa del Gardonč (1637 m, h 0,20 dai pascoli). Qui, oltre alla stazione intermedia degli impianti Predazzo-Fčudo,  sorgono la bella Baita Gardonč e a sinistra, oltre il rio, l'antica Malga Gardonč, in fase di ristrutturazione (2006). 

Raggiunta la poco discosta stazione di partenza della successiva seggiovia, si segue la comoda stradetta sterrata (segnavia n° 504) che si dirige verso l'evidente depressione erbosa del Passo del Fčudo: questa, effettuati due tornanti per superare alcuni dossi erbosi, si inserisce in una pittoresca valletta, che risale per un tratto. Lasciata a destra una traccia di collegamento con il Pian della Paura, si prosegue lungo il tracciato principale, che risale con alcune svolte un ripido pendio erboso, passa presso un'ultima malga e, con lungo traversone in salita, raggiunge un vastissimo pendio erboso dove in inverno passa la pista da sci. Raggiunta l'ertissima stradetta di servizio, la si risale con fatica e, per un ultimo solco erboso, si esce sulla sella prativa del Passo del Fčudo (2121 m, h 1,00 da Gardonč). Bel panorama sulla zona di Pampeāgo, sulla Pala di Santa, sul Monte Agnello e sulle rocce del Latemar (Cima Valbona - Cavignōn - Cima del Fčudo). In alto si indovina la sagoma del Rifugio Torre di Pisa. Sul versante opposto della profonda Val di Fiemme, dominano il Lagorāi e le Pale di San Martino. Salendo di poco sulla linea del passo, verso il Latemar, si incontra il Rifugio Passo Fčudo, con possibilitā di ristoro. 

Si segue a questo punto, sempre sul versante Gardonč, la traccia n° 50, che taglia quasi in piano gli scoscesi pendii prativi alla testata della Val Gardonč: superato il rio, la traccia prosegue a mezzacosta su erbe e detriti, supera una zona rocciosa e si affaccia su una splendida conca erbosa ("I Muss"), dominata dalla massiccia Cima del Fčudo (2670, su cui č ben visibile una grossa croce) e dalla ardita cresta rocciosa dei Pizzi dei Muss (2636 m - 2565 m). Tra il Primo ed il Secondo Pizzo dei Muss, č ben individuabile l'ardito pinnacolo chiamato, per la sua forma curiosa, Guglia del Faraone

Si risale comunque la conca, con moderata salita (segni rossi) per poi rimontare la sponda opposta su erte tracce: raggiunto il culmine del costone, ci si ritrova su un altopiano carsico vasto ed isolato chiamato Pian della Paura, un posto veramente suggestivo! Le vedute su Lagorāi e Pale sono sempre spettacolari, ma da qui si vedono anche Sella e Marmolada

Si attraversa l'ondulato altopiano, costituito da bianche roccette in mezzo a splendidi prati fioriti, facendo attenzione a non perdere di vista gli ometti ed i segni rossi (la traccia č qui poco marcata). Scesi in una valletta, si incontra inaspettatamente un minuscolo baito (Baito de Sugadōi, 2196 m, h 1,00 dal passo), spartanamente attrezzato come ricovero di emergenza. 

Da qui la traccia comincia a scendere, dapprima per prati, poi per pittoreschi pendii con radi larici. Raggiunta una vasta radura, il sentiero entra nel bosco e scende ora con pių decisione. Oltre un punto dal quale si ha una delle pių interessanti vedute sul versante Sud del Latemar, il sentiero raggiunge una prima grande conca erbosa con ruderi di baite e presa dell'acquedotto (Baita delle Prese, 1935 m), oltre la quale, con percorso non sempre evidentissimo, scende sempre pių ripidamente. Raggiunta una carrareccia forestale, la si segue verso destra con ripidissima discesa nel bosco: con lunga serie di tornanti la strada scende in una valletta e, superato un costone, si affaccia sul fiabesco altipiano prativo dove sorgono le poche case di Vardābe (1498 m, h 1,30 dal Baito de Sugadōi). 

Abbandonata la strada, si scende fra le case fino ad alcuni cartelli: seguendo la direzione per "Gran Pian - Predazzo", si risale brevemente un tavolato prativo e, raggiuntone il termine in corrispondenza di un traliccio delle telecabine, si inizia a scendere nel fittissimo bosco. Con discesa ripidissima (ma la traccia č comunque comoda) si perde quota molto velocemente, e si arriva in una ventina di minuti ad incrociare nuovamente la stradetta seguita al mattino presso la cava. 

Da qui, in pochi minuti, nuovamente alla macchina.

 

TEMPO TOTALE

h 5,30 - 6,00

DISLIVELLO

1300 m circa

DIFFICOLTA’

E allenati

ULTIMO SOPRALLUOGO

4 giugno 2006

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Interessante giro in Dolomiti "minori", ma non per questo meno meritevole. Altamente suggestivo l'ambiente di Pian della Paura, veramente abbandonato e solitario. Un po' meno piacevole, a livello ambientale, la risalita della Val Gardonč, a causa degli impianti di risalita e degli sbancamenti delle piste da sci. Forse il periodo migliore č quello di chiusura degli impianti: allora sė che si godrā di vera solitudine alpina!