Alta Via Bepi Zac - 2° tronco

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 06

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DELLA MARMOLADA)

SCHEDA N. 21

 

FOTO NOTEVOLI

LA CIMA DELLE VALLATE DALLA FORCELLA DEL CIADÌN

IL PASSO DI SAN PELLEGRINO E LE PALE DI SAN MARTINO DALLA FORCELLA DEL CIADÌN

LA SECONDA PARTE DEL LUNGO PERCORSO DI CRESTA DEL SECONDO TRONCO DELL'"ALTA VIA BEPI ZAC" DAI PRATI DELLA VAL TEGNOUSA

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Risalita la valle fino a Predazzo, si prosegue lungo la Val di Fassa raggiungendo Moèna (47 km da Egna-Ora). Di qui si svolta a destra e si risale la pittoresca Valle di San Pellegrino fino al Passo di San Pellegrino (1919 m, 12 km da Moèna).;

b) Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Belluno, da dove si risale la Val Cordevole fino a Cencenìghe Agordino (47 km da Pian di Vedoia). Qui si imbocca la strada della Valle del Biòis che, attraverso Canale d'Àgordo e Falcàde, raggiunge il Passo di San Pellegrino (1919 m, 18 km da Cencenìghe, di cui gli ultimi molto ripidi).

Dal passo, scendendo per circa 200 m verso Falcàde, si prende una stradetta verso sinistra che, attraverso ondulazioni prative, raggiunge in breve l'isolato Albergo Cima Uomo (1940 m circa, parcheggio).

 

ITINERARIO

Si prende la grande pista da sci che, dall'albergo, si dirige verso sinistra, supera un piccolo rio (laghetto) e risale ripida gli ampi pendii prativi della Campagnaccia. Raggiunto un bivio, si trascurano le diramazioni di destra (diretta in Val Tegnousa) e di sinistra (per il Passo delle Selle, vedi anche itinerario Alta Via Bepi Zac - 1° tronco), per proseguire dritti, lungo una labile traccia (ind. Ciadìn) che rimonta un dosso erboso e, per un appena accennato avvallamento, giunge ad intersecare un'altra carrareccia. Seguendola per pochi metri verso sinistra, si raggiunge un cartello che indica lo stacco della traccia per la Forcella del Ciadìn. 

Per una prima ripida balza erbosa, la traccia raggiunge un grande ripiano con massi e resti di trinceramenti austriaci: trascurata una labile traccia a sinistra, diretta alla stazione della nuova Seggiovia della Costabella, si taglia con alcuni erti tornanti un altro ripidissimo gradone, per uscire nella detritica conca sottostante la rocciosa Forcella del Ciadìn, dominata da un evidente dente roccioso. Attraversato il fondo della conca, fra grandi massi, la traccia si porta sui pendii detritici di destra e, con alcune ampie svolte, raggiunge l'ultimo pendio sottostante la forcella: oltrepassato uno speroncino roccioso, si risale un ripido canalino da destra a sinistra (facile, corda fissa) e si sbuca sull'esile Forcella del Ciadìn (2661 m, h 1,30). Dall'altra parte, verso la Valle di San Nicolò, si inabissa un vertiginoso canalone. 

Trascurando i segnavia che, verso sinistra, guidano al Sasso di Costabella ed all'Alta Via Bepi Zac - 1° tronco, si prende l'esile traccia verso destra che, con percorso esposto, segue la sottile cresta rocciosa che unisce la forcella al versante Nord-Ovest della Cima delle Vallate (2832 m), ben visibile già dall'insellatura. In diversi punti la traccia percorre esposte cenge rocciose, e non sempre le corde metalliche sono abbondanti (qualche fittone di quando in quando consente eventualmente un'assicurazione a corda). Con piede sicuro, comunque, si procede senza grossi problemi: disceso un friabile canalino, si rimonta una rampa ed un corto caminetto, si passa attraverso uno stretto foro naturale e si raggiunge l'ampio canale detritico che sale alla forcellina al piede del versante NO della Cima delle Vallate, già ben visibile dalla conca sottostante la Forcella del Ciadìn, e che l'antica via normale alla montagna risaliva integralmente. 

Ora, senza raggiungere il fondo del canale (pericolo di scariche), si taglia alti la paretina della sua sponda sinistra (pioli metallici) poi, raggiunta una evidente fessura verticale, la si risale interamente con l'ausilio delle corde metalliche. Al termine della fessura, si traversa brevemente verso destra, per rimontare un bel diedro di una decina di metri (qualche piolo e funi ottimamente collocate) che conduce, senza altre difficoltà, nel canalone detritico, pochi metri prima del suo sbocco superiore sulla forcella di cresta (2730 m circa, h 0,45 dalla Forcella del Ciadìn). Ci si affaccia così su un'ampia conca detritica verso la Valle di San Nicolò, con spettacolare panorama su Sella, Catinaccio e Marmolada. 

In pochi passi verso sinistra si raggiunge la sommità dello sperone roccioso che costituisce la sponda sinistra del canale precedente, da dove si gode di una vista ancor più ampia e completa. Tagliando ora per evidenti tracce il detritico versante Nord della Cima delle Vallate, si guadagnano i dolci pendii superiori e, per ghiaie e sassi, si raggiunge la bellissima sommità della Cima delle Vallate (2832 m, h 0,15 dalla selletta di cresta). Colpo d'occhio particolarmente interessante sulla prosecuzione della cresta che, attraverso la Cima di Colbèl e la Punta del Ciadìn, si salda alla possente Cima dell'Uomo (3003 m), oltre che sulla Val di San Nicolò, sul Sassolungo e sul Sella.

Dalla cima, una ben segnata traccia segue la movimentata crestina di collegamento con la vicina, più bassa Cima di Colbèl (2795 m): oltrepassata la rocciosa forcella di cresta, una breve risalita guida all'ampia spianata detritica dalla quale si innalzano i tre piccoli testoni sommitali della Cima di Colbèl (paletto di legno su quello a destra, nonchè numerosi resti di trinceramenti, h 0,15 dalla Cima delle Vallate). 

Scesi alla successiva forcella, si prosegue lungamente per cenge tagliando il roccioso versante meridionale della Punta del Ciadìn (2919 m): durante questo tratto, si passa alla base di alcune ardite guglie, prima fra tutte la monolitica Torre California, un evidente campanile di una cinquantina di metri quasi appoggiato alla retrostante parete. Oltre una selletta, un ultimo tratto di corde fisse (facili) fa guadagnare ancora un po' di quota, fino all'ultima traversata per friabili ghiaie che consente di raggiungere l'ampia Forcella dell'Uomo (2840 m, h 0,40 dalla Cima di Colbèl). Altro impressionante canalone che si inabissa verso le ghiaie del circo terminale della Valle di San Nicolò, sotto l'isolata Forcella Paschè, dove si nasconde anche il piccolo Ghiacciaio dell'Uomo

Sulla forcella, alla base delle verticali rocce di Cima dell'Uomo, si trova una modesta baracca di legno che può offrire un precario riparo in caso di maltempo. Seguendo le abbondanti indicazioni, si scende ora il ripidissimo canalone di destra, verso il Passo di San Pellegrino: in questo primo tratto le ghiaie sono friabilissime ed il terreno, molto precario, richiede estrema cautela ed attenzione. Lasciata a sinistra la deviazione per la via normale a Cima dell'Uomo e, poco più in basso, quella per l'Alta Via Bepi Zac - 3° tronco (che, attraverso la Forcella del Laghèt, scende in Val de Tasca e permette il collegamento col Passo delle Cirèlle), si scende il tratto più delicato del canale: oltre una ripida rampa di roccette coperte di ghiaino, si raggiunge una labile traccia che non consente, in ogni caso, di procedere con sicurezza sul friabilissimo fondo del canale. Quando il canale sbocca finalmente sugli immensi ghiaioni alla testata della Val Tegnousa (h 0,30 circa dalla forcella, 30 minuti molto sudati!), ci si ritrova come per incanto su un entusiasmante ghiaione mobile, di quelli che consentono la discesa "di corsa" come troppo pochi se ne trovano in giro! Nel giro di pochi minuti, con gran divertimento, si raggiungono i prati sul fondo della Val Tegnousa: volgendo indietro lo sguardo, si rimane impressionati dalla vastità e dalla estrema ripidezza dei ghiaioni percorsi in discesa. Per vaghe tracce, si attraversano i prati fino alla evidente carrareccia che, aggirata l'altura erbosa dell'Uomo (stazione di seggiovia sulla sommità), taglia in moderata discesa i vasti pendii prativi fino ad incrociare la pista da sci risalita al mattino e che, verso sinistra, riporta in breve all'Albergo Cima Uomo (h 1,15 dalla Forcella dell'Uomo).  

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 circa

DISLIVELLO

1000 m circa 

DIFFICOLTA’

EEA, alcuni tratti attrezzati esposti e terreno friabile nella discesa

ULTIMO SOPRALLUOGO

20 agosto 2006

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - settembre

COMMENTI

Bellissimo giro, molto panoramico e divertente. Poco frequentato, forse perchè ritenuto più impegnativo di quanto sia in realtà: il tratto impegnativo, nella parte iniziale, è comunque breve e, eventualmente, aggirabile risalendo interamente il canale detritico. Dopo le difficoltà sono quasi nulle, pur muovendosi in un ambiente roccioso altamente suggestivo. Unico neo: la fastidiosissima e precaria discesa del primo tratto di canale dalla Forcella dell'Uomo ... si raccomanda massima attenzione anche a non scaricare pietre su chi sta salendo!