Cima Ciāmp 2359 m

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 015

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO INVERNALE - DOLOMITI (GRUPPO DELLA MARMOLADA)

SCHEDA N. 24

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Belluno, da dove si risale la Val Cordevole fino a Cencenėghe Agordino (47 km da Pian di Vedoia). 

Dall’abitato si devia verso San Tommaso Agordino e, di qui, fino a Pecōl e poi Piaia (1142 m), ove si trovano le prime indicazioni per il Rifugio Sasso Bianco. Seguendo le tabelle segnaletiche, si lascia l’auto presso le ultime case del paese

 

ITINERARIO

Si imbocca una stradetta che ben presto diviene sterrata, per poi trasformarsi in mulattiera. Ci si inerpica abbastanza ripidamente nel bosco, incontrando spesso vecchi tabiā e case isolate; riposanti tratti in piano si alternano ad altri con pendenza sostenuta mentre, di tanto in tanto, squarci nel bosco consentono di affacciarsi sulla profonda vallata del Cordevole e di godere della visione del gruppo delle Pale di San Martino con in primo piano la Cima di Pape. Alle spalle, invece, troneggia severa la muraglia della Civetta.  

Si prosegue nella salita, si incontra il punto in cui parte la teleferica del soprastante rifugio, si oltrepassa, nei pressi di una gola, un piccolo rio e si giunge ad una panchina panoramica poco distante dalla splendida spianata punteggiata di malghe dei Tabiāi da Ciāmp ove sorge il Rifugio Sasso Bianco (1840 m). 

Si prosegue sulla destra del rifugio fino ad una secca curva (tabelle); qui si piega a destra per raggiungere un poggio posto proprio di fronte alla Civetta e immediatamente sovrastante la bella spianata dove trova posto il rifugio. La traccia prosegue sulla sinistra del poggio, verso il suo margine esterno, oltre un pino cembro isolato, quindi con un traverso in leggera discesa si perviene ad una ulteriore radura (tabelle). Si piega a sinistra e si passa per una panoramicissima piccola spianata: sulla destra troneggiano imponenti Pelmo e Civetta mentre proprio davanti si ergono le Tofane e i principali gruppi dolomitici.  

Sul margine esterno della radura l’unico segnavia visibile (in inverno) č quello posto su un albero che invita a prendere un sentiero, in leggera discesa, che perō conduce in basso alle case dei paesi sottostanti. Bisogna invece risalire il breve pendio nevoso aperto tra gli alberi (posto dietro, sulla sinistra della “balconata panoramica”) portandosi proprio sotto la cima del Sasso Nero fino a che, nei pressi di una sorta di forcelletta, si scorge un rassicurante ma sbiadito segnavia su un tronco d’albero. Da qui, con un breve traverso in costa, ci si porta ad una ampia forcella (2102 m), si rimonta un erto ma breve canalino fino a sbucare nuovamente in piano (2204 m) dove finalmente appaiono le cime del Sasso Bianco e della Cima Ciāmp. 

Proseguendo, indirizzati anche dalle tabelle, si risale il crinale erboso e mai troppo ripido della Cima Ciāmp fino alla panoramicissima croce di vetta (2359 m). Dalla cima la vista č incomparabile: prepotenti balzano agli occhi da una parte Pelmo e Civetta, veri protagonisti del paesaggio, e dall’altra la Marmolada ma anche tutto il gruppo delle Pale, le Tofane e le Dolomiti tutte. Uno spettacolo! 

E poi, un piccolo mistero; sulla croce di vetta il nome e la quota sono quelli del vicino Sasso Bianco (raggiungibile calando, poco sotto la cima, ad una piccola forcelletta e poi risalendo per cresta) mentre le carte e le tabelle sul posto qualificano la montagna come Cima Ciāmp. Che la croce sia stata gettata direttamente da un elicottero infiggendosi sulla cima sbagliata?  

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa

DISLIVELLO

1300 m circa 

DIFFICOLTA’

E allenati

ULTIMO SOPRALLUOGO

aprile 2007

PERIODO CONSIGLIATO

marzo - aprile

COMMENTI

Itinerario facile ma abbastanza lungo che consente di arrivare ad una cima secondaria ma che regala dalla sua sommitā vedute mozzafiato.