La Mèsola 2727 m - Via normale

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 06

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DELLA MARMOLADA)

SCHEDA N. 1

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Risalita la valle fino a Predazzo, si prosegue lungo la Val di Fassa raggiungendo Canazei, da dove si sale con diversi tornanti al Passo Fedàia (2044 m, 77 km da Egna-Ora).

b) Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Belluno, da dove si risale la Val Cordevole fino a Caprile. Qui si imbocca la strada della Val Pettorìna che, attraverso Rocca Piètore e Sottogùda, raggiunge la bella conca di Malga Ciapèla (stazione di partenza della funivia della Marmolada): una strada, asfaltata ma molto ripida, conduce al Passo Fedàia (2044 m, 19 km da Caprile, 84 km da Pian di Vedoia).

All'inizio del lago, sul versante fassano, sorge il bel Rifugio Castiglioni, presso il quale è consigliabile lasciare l'auto.

 

ITINERARIO

Dal Rifugio Castiglioni, oltre la strada asfaltata, si prende il sentiero n° 601 ("Vièl del Pàn"), che inizia ad inerpicarsi ripidamente sulle falde prative della Catena del Padòn. Mano a mano che si sale, il fronteggiante Ghiacciaio della Marmolada è sempre più imponente e spettacolare. 

Raggiunto un panoramico poggio erboso (2349 m, h 0,40) si lascia il sentiero principale per prendere una traccia sulla destra che traversa quasi orizzontale i ripidi prati e, con un'ultima salita tra splendidi pascoli, conduce alla sella prativa di Porta Vescovo (2478 m, h 0,35 dal poggio erboso). Qui sorge la stazione di arrivo della funivia in partenza da Aràbba, possibile accesso alternativo. Nei pressi della stazione dell'impianto sorge anche il Rifugio Porta Vescovo. Bella vista sulla Marmolada e, sul versante opposto, sul Gruppo di Sella, sul quale emerge la piramide del Piz Boè (3151 m). 

Da qui ci si dirige a destra (indicazioni per la "Via Ferrata delle Trincee"), dove appare evidente la scura cima della Mèsola, la più alta elevazione del sottogruppo del Padòn. Tralasciando a sinistra la traccia che conduce in breve all'attacco della ferrata (impegnativa ed esposta), si prosegue in piano tra prati e macereti, finchè si giunge alla base di un evidente canale erboso che sale ripido fino alla forcella di divisione tra le due cime della Mèsola (Occidentale ed Orientale, h 0,20 da Porta Vescovo). 

Abbandonato il sentiero, si risale detto canale, con fatica ma senza alcuna difficoltà, a parte la grande ripidezza che impone una certa attenzione, fino alla forcelletta cui fa capo (h 0,25 dal piede del canale); sull'altro versante precipita una verticale parete rocciosa su un tetro canalone che confluisce in Val d'Ornella (bella veduta sull'abitato di Aràbba). Qui si incrocia nuovamente la "Via Ferrata delle Trincee".

Da questa forcelletta è possibile, utilizzando l'ultimo tratto della ferrata che sale a sinistra (con minori difficoltà rispetto al tratto iniziale), raggiungere la vetta occidentale della Mèsola, la meno elevata; per salire alla vetta orientale (2727 m), si deve proseguire per una traccia sulla destra che si inerpica con diversi tornanti sulla cresta fino ad un ripiano con grandi massi (caverna di guerra, h 0,15 dalla forcelletta), alla base dell'appicco roccioso terminale della Mèsola. Di qui il sentiero prosegue in grande esposizione per una esigua cengia che aggira un aereo spigolo: aggirato questo spigolo, dovrebbe essere possibile raggiungere il versante orientale e di qui facilmente la vetta. A causa della mancanza di materiale di assicurazione, l'ultimo tratto di salita non è stato affrontato. 

Il ritorno si effettua per lo stesso itinerario di salita in h 1,30.

 

TEMPO TOTALE

h 4,00 - 4,30 

DISLIVELLO

700 m circa 

DIFFICOLTA’

EE (EEA l'ultimo brevissimo tratto)

ULTIMO SOPRALLUOGO

23 agosto 1994

PERIODO CONSIGLIATO

metà giugno - fine settembre 

COMMENTI

Itinerario molto panoramico; nonostante la relativa brevità, è piuttosto faticoso, e non risulta del tutto chiaro il proseguimento dell'itinerario dal terrazzino con i grandi massi: secondo il libro di Visentini, infatti, dalla forcelletta di divisione tra le due cime, con alcune svolte il sentiero condurrebbe direttamente sulla cima più alta. In realtà, il percorso non sembra così elementare.