Monte Paviòne 2354 m

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 023

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO INVERNALE - DOLOMITI (GRUPPO DELLE VETTE FELTRINE)

SCHEDA N. 1

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Belluno e, quindi, Feltre (271 m, 42 km da Pian di Vedoia). Di qui, seguendo la SS473, si raggiunge il centro turistico di Pedavèna  (359 m, 3,5 km da Feltre) e, con un tratto di salita più sostenuta (circa 9 km), si tocca il Passo di Croce d'Àune (1011 m), sullo spartiacque con la Val Cismòn

Dal passo si sale per una stradina a fianco della chiesetta, giungendo ad una lottizzazione di villette e seconde case dove si può lasciare l’auto.

 

ITINERARIO

Tralasciando la stradina inghiaiata che scende sulla destra (eventualmente utilizzabile per parcheggiare) e proseguendo dritti, si trovano subito le indicazioni per il "Rifugio Dal Piàz", oltre a minacciose raccomandazioni circa il comportamento da tenere nel caso ci si imbatta nell’orso ... TIMOROSI ASTENERSI!!!!  

Nei pressi delle tabelle vi è una provvidenziale fontana (non c’è acqua sul resto del percorso), che però non sempre è attiva; da qui si imbocca il sentiero (immediatamente a sinistra rispetto alla stradina) che si inoltra nel bosco con pendenza sostenuta. La traccia, sempre ben segnata, interseca più volte la carrareccia, fino a sbucare nei pressi di un tornante con sbarra ed ulteriori indicazioni. 

Da qui il sentiero di salita si stacca decisamente dal tracciato della carrareccia (14 km, ottimo per le mountain bike, eventualmente buona soluzione per la discesa) e sale dritto, compiendo poi una brusca svolta ad angolo retto verso destra nei pressi di un punto panoramico. Si prosegue, sempre piuttosto ripidamente, mentre il bosco comincia gradualmente a diradare, fino ad uscire definitivamente dalla vegetazione nei pressi del grosso blocco di cemento della vecchia teleferica del rifugio. Da qui la cima del Paviòne ancora non si vede, nascosta dietro ad altre elevazioni, ma il rifugio appare ancora maledettamente lontano. 

Ci si reimmette quindi sulla carrareccia, seguendola per un buon tratto, per poi ricominciare a deviare per le varie scorciatoie segnalate, che consentono di guadagnare dislivello molto più in fretta rispetto alla stradetta. Da ultimo, dopo aver tagliato diversi tornanti, si imbocca di nuovo la carrareccia nei pressi di una forcelletta, da cui la vista spazia sulla sottostante città di Feltre e sulla pianura circostante. Si prosegue attraverso un caratteristico passaggio protetto con un corrimano e, prendendo le ultime scorciatoie, si è nei bei prati sottostanti il Rifugio Dal Piàz (1990 m).

La traccia prosegue sulla sinistra del rifugio (indicazioni), lo aggira e giunge in breve al Passo delle Vette Grandi (indicazioni); da qui si sale verso sinistra per una cresta che da un lato è erbosa, ma che dall’altro precipita ripidissima verso la Busa delle Vette. Saliti in cresta, il panorama si apre a 360 gradi, riuscendo a distinguere (se non si è avvolti dalle nuvole!!) praticamente tutto il percorso che, sempre lungo creste (erbose, panoramiche e per nulla “brividose”) porterà fino alla cima del Monte Paviòne. 

Risalita una prima elevazione, occorre scendere brevemente ad una ampia forcella prativa, risalire con un paio di tornanti l’elevazione successiva per portarsi nuovamente sul filo di cresta del Col di Luna anche se, in realtà, la traccetta rimane di pochi metri sotto la cima. A questo punto la cima è proprio di fronte e, per raggiungerla, occorre scendere ancora un poco all’intaglio tra la cima stessa e il Col di Luna, per poi risalire il ripido fianco del monte fino al segnale trigonometrico posto sulla tondeggiante sommità del Monte Paviòne (2354 m). Da qui il panorama è davvero spettacolare (sempre nebbia e nuvolaglia permettendo!) e spazia da una parte verso le Pale di San Martino e dall’altra verso la pianura e le altre cime della zona.  

Per il ritorno, si può o ripercorrere l’itinerario di salita, oppure, volendo evitare saliscendi e giungere più in fretta al rifugio, calarsi fino alla forcella tra Paviòne e Col di Luna, per poi scendere il breve ma ripido ghiaione (visibili tracce di discesa) fino a prendere la carrareccia (in vista) della Busa di Monsapiàn che, con percorso rilassante e in piano, riporta al Rifugio dal Piàz. 

Dal rifugio, poi, in base alla disponibilità di tempo, si può scegliere se tornare alla macchina attraverso il sentiero e le scorciatoie seguite in salita o se optare per seguire integralmente il panoramico percorso della carrareccia.  

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa 

DISLIVELLO

1400 m circa 

DIFFICOLTA’

E allenati 

ULTIMO SOPRALLUOGO

maggio 2007 

PERIODO CONSIGLIATO

febbraio - maggio e ottobre - dicembre

COMMENTI

Itinerario facile e molto piacevole, ma piuttosto lungo e con un buon dislivello, verso un balcone panoramico di prim’ordine ... sempre che le condizioni meteorologiche, qui davvero imprevedibili, consentano di vedere 10 centimetri oltre al proprio naso!!!!