Giogo di Prà Caminaccio  2631 m

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 06

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DEL CATINACCIO)

SCHEDA N. 19

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

FOTOPERCORSO

DALLA FORCELLA GRANDE DI VALBONA VERSO LA VALLE DEL VAJOLET

DALL'ANTICIMA DELLA SECONDA TESTA D'AGNELLO VERSO IL GIOGO DI PRÀ CAMINACCIO

LE TORRI MERIDIONALI DEL VAJOLET FRA LE NEBBIE DALLA PRIMA TESTA D'AGNELLO

 

PUNTO DI PARTENZA

Rifugio Gardeccia (1949 m) raggiungibile da Pera di Fassa (Val di Fassa) con un comodo servizio taxi di pulmini. 

In alternativa, qui si può giungere anche dal Rifugio Ciampedie (1998 m, arrivo della funivia di Vigo di Fassa e della seggiovia da Pera di Fassa) in h 0,45 di comoda marcia nel bosco: per i particolari su questo accesso, vedi itinerario Al Ciampedie e alla Conca di Gardeccia.

 

ITINERARIO

Si segue la larga carrareccia che risale, in moderata salita, il ripiano, passa accanto al Rifugio Stella Alpina e, con un paio di più decisi tornanti fra i mughi, supera una breve bastionata. In falsopiano, la carrareccia segue per un tratto il corso del Rio di Soial, fino a portarsi ai piedi del salto roccioso su cui, già da lontano, si staglia contro il cielo la curiosa sagoma del piccolo Rifugio Preuss. La strada si porta allora sui ripidi pendii detritici di sinistra, alla base dell'impressionante parete orientale del Catinaccio, nerastra e repulsiva. Con un ampio tornante, di nuovo in ripida salita, la strada taglia poi il fianco della valle e, lasciato a sinistra lo stacco della traccia n° 541 per il Col di Barbolada ed il Passo delle Cigolade (vedi anche itinerario Sentiero Attrezzato del Passo Santner), con alcune svolte raggiunge il bel ripiano su cui sorge il grande Rifugio Vajolet (2245, h 0,45 da Gardeccia). Su un dosso poco distante si trova il già citato Rifugio Preuss. Da qui si apre la vista sulla testata della Valle del Vajolet

Trascurato lo stacco del sentiero n° 542s diretto alla Gola delle Torri ed al Passo Santner, si prosegue lungo il fondovalle, lungo il ben marcato sentiero n° 584: si trascura quasi subito a destra una diramazione diretta al Passo delle Pope (ind. per Sentiero Don Guido, vedi anche itinerario Anello di Cima Scalieret) e si prosegue, rimanendo alti rispetto al rio, nel vallone principale. Tagliati alla base i vasti ghiaioni che scendono dallo stretto Passo del Vajolet (2549 m), si raggiunge la prativa testata della Valle del Vajolet: quando la larga traccia devia con decisione verso destra, attaccando i ghiaioni che fanno capo all'evidente Passo Principe (vedi anche itinerari Catinaccio d'Antermoia e Cima Piccola di Valbona), la si abbandona (piccolo e precario ometto di sassi su una roccia), per attaccare i ripidi pendii erbosi sulla sinistra, alla base della Cima del Vajolet (2749 m, h 0,20 dal Rifugio Vajolet).

Aggirato un primo dosso erboso sulla destra, si risale il ripido ma comodo pendio di erba e sassi: più in alto si incontrano alcuni grossi ometti, che guidano facilmente in una valletta detritica, racchiusa fra le modeste quote rocciose delle Teste d'Agnello (a sinistra) e la più corposa massa della Cima del Vajolet (a destra). Attraversato il fondo sassoso della valletta, si incrocia dall'altra parte una traccia un po' più marcata che sale in breve alla testata del solco: qui uno stretto ed impervio canale roccioso sale, verso sinistra, direttamente al Giogo di Prà Caminaccio. La risalita del canale, interrotto da alcuni salti, è sicuramente sconsigliabile: conviene seguire gli ometti che, verso destra, portano alla base dell'ampio e facile canale erboso che sale rettilineo alla evidente insellatura della Forcella Grande di Valbona (2650 m, h 0,30 dal punto in cui si abbandona il sentiero), aperta fra la Cima del Vajolet e la Prima Testa d'Agnello. Dalla forcella, un ripidissimo canalone detritico scivola nella vasta Grande Valbona, sulla quale dominano le ardite vette della Croda Orientale del Ciamin (2753 m) e delle più modeste ma aguzze Punte a Sella (Sattelspitzen, 2600 m). 

Si segue a questo punto una traccia a sinistra, che percorre il filo di una rocciosa crestina e, mantenendosi poi sul versante Valle del Vajolet, taglia per ripidi pendii erbosi fino all'ampia insellatura del Giogo di Prà Caminaccio (2631 m, h 0,10 dalla Forcella Grande di Valbona). Si tratta di una sella pianeggiante, aperta fra la Prima e la Seconda Testa d'Agnello: è indicata da un ometto di sassi, eretto al centro di un vasto, pittoresco prato. Dall'altra parte, salti rocciosi verticali precipitano sui pascoli di Prà Caminaccio (Purgametsch), a poca distanza dal Passo Nigra. Domina la scena il verticale versante Sud della Croda Orientale del Ciamin, mentre alle nostre spalle la vista spazia sull'alta Valle del Vajolet, con il Catinaccio d'Antermoia e la Cima Scalieret. Ma lo scorcio più bello e spettacolare è sicuramente quello sulle Torri del Vajolet, sul Catinaccio e sulla Croda di Re Laurino, una delle visioni più ardite ed insieme poco note (da questa angolazione) dell'intero gruppo. 

Qui si può interrompere la gita, già di per sè meritevole: volendo, è possibile salire anche alle Teste d'Agnello, rendendo l'escursione ancora più completa e panoramica. Per la Prima Testa d'Agnello (2678 m), si segue il filo del costone di destra, dapprima erboso e poi detritico, fino all'attacco del brevissimo versante Sud della montagna: risalito un breve canalino roccioso (I°-), si esce sulla erbosa cresta superiore, che si segue verso destra fino all'ometto della cima. Bellissime vedute sulla Grande Valbona e sulle cime che le fanno corona. 

Per la Seconda Testa d'Agnello (2655 m), o meglio per la sua Anticima Nord, invece, è sufficiente seguire la brevissima crestina detritica di sinistra, che attacca direttamente dal Giogo di Prà Caminaccio e che, in pochi minuti, porta all'ometto di vetta: ambiente roccioso altamente suggestivo, e vedute impagabili sulle Torri del Vajolet. 

Ritorno per la stessa via in h 1,45.

 

TEMPO TOTALE

h 3,30 - 4,00 

DISLIVELLO

700 m circa 

DIFFICOLTA’

EE

ULTIMO SOPRALLUOGO

22 ottobre 2006

PERIODO CONSIGLIATO

luglio -  ottobre 

COMMENTI

Gita poco frequentata, a causa della scarsa notorietà del luogo: e già questo, una rarità per il Gruppo del Catinaccio, la rende meritevole di essere effettuata! Se poi aggiungiamo le vedute inconsuete e spettacolari sulle Torri del Vajolet ed il sottogruppo di Valbona, allora diventa una vera "chicca" da non perdere ...