Roda di Vaèl

ITINERARIO

Dal rifugio si prende l'evidente sentiero ("Sentiero del Masarè - Variante Inferiore") che parte da dietro il fabbricato e che risale il costone erboso discendente dalle imponenti pareti della Roda del Diavolo (2723 m) e della Cresta del Masarè (2607 m); una serie di ampi gradini permette di superare senza fatica i tratti più ripidi.

Raggiunto un panoramico poggio (splendida vista sul Latemar e sulle lontane Pale di San Martino), il sentiero, qui largo e pianeggiante, aggira lo zoccolo della Punta del Masarè (2564 m), con stupenda veduta sulla media ed alta Val di Fassa, fino a raggiungere il monumento dedicato a Theodor Christomannos (2349 m, h 0,25 dal rifugio), l'ideatore della Grande Strada delle Dolomiti: il monumento consiste in un'aquila di bronzo appollaiata su un grande masso.

Qui giunge anche il "Sentiero del Masarè", proveniente dal Rifugio Fronza alle Coronelle, che si tiene più in alto rispetto alla variante seguita, alla base delle verticali pareti della Roda di Vaèl e della Sforcella.

Proseguendo sempre in piano, ora sul segnavia 549, si aggira completamente lo zoccolo della Punta del Masarè e si raggiunge il margine della Conca del Vajolon, sulla quale svettano imponenti cime rocciose come la Roda di Vaèl (2806 m), la Sforcella (2791 m) e la Cima Sud dei Mugoni (2739 m); lasciato a destra il sentiero n° 548 proveniente dal Passo di Costalunga (vedi itinerario Alla Sella del Ciampaz), dopo pochi minuti si raggiunge la piccola costruzione della Baita Marino Pederiva, nei pressi della quale sorge il bel Rifugio Roda di Vaèl (2283 m, h 0,40 dal Rifugio Paolina). Qui si può giungere anche direttamente dal Passo di Costalunga (vedi itinerario Alla Sella del Ciampaz) o dal poggio erboso del Ciampedie ("Sentiero delle Rondolàe").

Dal rifugio si segue il ripido sentierino (paline per "Roda di Vaèl" e "Masarè") che si inerpica direttamente alle sue spalle e si dirige alla base della parete rocciosa del Croz di Santa Giuliana (o Torre Finestra, a causa dell'evidente foro poco sotto la vetta, 2670 m), fino ad un trivio: lasciata la traccia di sinistra, che porta all'attacco Sud della Via Ferrata del Masarè (nessuna indicazione, vedi anche itinerario Punta del Masarè), e quella che prosegue dritta verso il Pas del Ciavàl (vedi itinerario Roda del Diavolo), si prende a destra per una traccia che traversa lungamente in diagonale il pendio fino ad aggirare la base del Croz (incombe la parete Est della Roda di Vaèl) ed entrando nel canalone tra questo e la Roda di Vaèl.

La traccia sale sulla destra del canalone, molto ripido, incassato ed a volte nevoso, con una serie di erti tornanti su terreno assai friabile (attenzione) fino alla base della parete della Roda di Vaèl, per poi traversare verso sinistra ed entrare nel canale vero e proprio quasi al suo culmine, dove si apre lo stretto intaglio della Forcella delle Rode (2650 m), aperta tra la Roda del Diavolo e la Roda di Vaèl.

Poco prima della forcella, superato un breve tratto di roccette attrezzate, si lascia sulla sinistra il tracciato della Ferrata del Masarè (che risale una verticale paretina sul versante opposto del canalone per raggiungere il catino sospeso tra Roda del Diavolo e Croz di Santa Giuliana) e si sale a destra per un risalto roccioso (scaletta metallica) che, oltre un altro breve tratto ancora attrezzato, immette direttamente sulla larghissima cresta Sud della Roda di Vaèl. Da qui (bella veduta sulla parete Ovest del Croz di Santa Giuliana e sull'evidente "finestra") si segue il largo pendio di erba e sfasciumi, con impressionanti scorci sulla verticale parete Ovest della Roda, sul cui orlo superiore ci troviamo, e sul complesso Roda del Diavolo - Croz di Santa Giuliana fino alla grande croce posta sulla vetta della Roda di Vaèl (2806 m, h 1,50 dal Rifugio Roda di Vaèl). Eccezionale panorama a giro d'orizzonte, dai Lagorai al Latemar, dall'Ortles-Cevedale alla città di Bolzano, fino alla Cima Catinaccio (2981 m), che si staglia imponente verso Nord.

Dalla vetta si prosegue lungo la cresta Nord, più affilata di quella Sud ma dotata di abbondanti (e forse eccessivi) infissi metallici; in breve, si raggiunge l'ampio Passo del Vajolon (2550 m, h 0,40 dalla vetta), che separa la Roda di Vaèl dal Testone del Vajolon (2644 m).

Da qui ci sono due possibilità per concludere la gita:

a - seguire l'erto canalone di sinistra, prevalentemente detritico (scaletta in un punto), che riconduce in breve ai pendii erbosi del Masarè, e di qui a quelli sovrastanti il Rifugio Paolina (h 1,00 fino al rifugio);

b - seguire il sentiero del versante opposto (destra), che si abbassa nella grande conca detritica della Gran Busa di Vaèl, delimitata dalle pareti della Sforcella, delle Coronelle e dei Mugoni, da dove un breve canalino roccioso conduce nuovamente nella sottostante Conca del Vajolon (bella veduta sul complesso Roda di Vaèl - Croz di Santa Giuliana - Roda del Diavolo). Da qui, seguendo verso destra il sentiero 541, si raggiunge nuovamente il Rifugio Roda di Vaèl (h 0,45 dal passo) e, per il sentiero 549 già percorso in precedenza, si torna al Rifugio Paolina (h 0,40 dal Rifugio Roda di Vaèl).