Cima del Fèudo 2632 m - Via normale

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 014

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DEL LATEMAR)

SCHEDA N. 13

 

FOTO NOTEVOLI

LA CRESTA DEL CAVIGNÒN ED I LASTÈI DI VALSORDA DALLA FORCELLA DEI CAMPANILI

IL SENTIERO CHE SALE A FORCELLA DEI CAMOSCI DAI LASTÈI DI VALSORDA

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Risalita la valle fino a Tèsero (992 m, 31 km da Egna-Ora), si gira a sinistra lungo la stretta Val di Stava e, trascurata a sinistra una deviazione per il Passo Lavazè, si sale ripidamente per fitti boschi fino ai grandi parcheggi posti davanti alle stazioni di partenza degli impianti sciistici dell'Alpe di Pampeàgo (1757 m, 7,5 km da Tèsero). 

Si prosegue su una comoda rotabile sterrata che, con alcuni tornanti, guadagna ancora un po' di quota, fino alla stazione di partenza di una seggiovia (1847 m, parcheggio): oltre è vietato il transito ai non residenti.

 

ITINERARIO

Si prosegue lungo l'ampia carrareccia che, con moderata pendenza, sale per ampi prati punteggiati di baite (anche se gli sbancamenti delle piste da sci hanno fortemente compromesso l'integrità del luogo) fino all'ampio ripiano erboso di poco sottostante l'ampio Passo di Pampeàgo, dove sorge la Zischgalm (2000 m, h 0,20). 

Si abbandona qui la carrareccia per andare a prendere, oltre l'ampio prato retrostante la costruzione, il comodo sentiero n° 504: questo taglia a mezzacosta i ripidi pendii erbosi discendenti dal Cavignòn (cartelli del "Sentiero Geologico del Dos Capèl") e, percorso un tratto di pista da sci, si raggiunge l'ampia insellatura erbosa del Passo del Fèudo (2121 m, h 0,20 dalla Zischgalm). Qui giungono gli impianti da Predazzo, oppure si può giungere anche, con maggior dispendio di tempo ed energie, direttamente a piedi lungo la Val Gardonè (vedi anche itinerario Passo del Fèudo - Pian della Paura). Sulla linea del passo sorge il Rifugio Passo Fèudo.

Da qui, verso sinistra, si imbocca l'evidente sentiero n° 516 che, con salita sostenuta, risale i prati in direzione della bastionata rocciosa del Cavignòn, ben evidente: appare anche, stagliata contro il cielo, la sagoma del Rifugio Torre di Pisa. Con erto percorso faticoso si aggira un rilievo roccioso e si risale un ampio pendio-canale erboso fino all'insellatura cui fa capo. Scavalcato un breve dosso, ci si inserisce in un avvallamento detritico che si risale fino ad imponenti opere paravalanghe. Risalito con difficoltà (a causa della ripidezza e della friabilità) il breve ghiaione a destra, si riprende per una buona traccia che taglia per una comoda cengia nerastra, fino a superare uno sperone. Un tratto scalinato ottimamente con travi di legno porta ad incrociare un valloncello detritico: lo si risale, raggiungendo il colletto fra il Cavignòn (a destra) e l'ardita pala rocciosa della Cima di Valbona (2660 m). 

Vale sicuramente la pena la breve digressione su questa cima: abbandonata la traccia segnata, si scavalca a sinistra un modesto speroncino roccioso e, per ripide ma buone tracce nell'erba, si risale il successivo canale fino al colletto sulla cresta sommitale. Con pochi passi verso sinistra si raggiunge lo spettacolare balcone della cima (h 0,10 dal sentiero), con grande croce. Panorama eccezionale, soprattutto sulla selva di pinnacoli dei Campanili di Fuori del Latemar. 

Tornati alla traccia, si prosegue con comodi tornanti fra le rocce e si raggiunge il Rifugio Torre di Pisa (2671 m, h 1,30 dal Passo del Fèudo), in fantastica posizione panoramica. Dal dosso sopra il rifugio si apre il panorama su tutto il circo interno del Latemar, nonchè su tutte le Dolomiti. Risulta anche evidente tutta la cresta rocciosa che, attraverso la Cima del Fèudo ed i due Pizzi dei Muss, costituisce la sponda meridionale del lunare altopiano. 

A destra del rifugio si prende dunque quella traccia, segnalata con tacche rosse e verdi, che si dirige verso l'inizio della cresta: con piacevole percorso a scarsi saliscendi, la traccia si districa nel dedalo di rocce e pinnacoli che costituisce la Cresta del Cavignòn, fino al grande ripetitore visibile da ogni parte del Gruppo del Latemar, e che un po' ne disturba i panorami. Sempre lungo evidenti tracce, si prosegue fino ad uno sperone roccioso: si scende dall'altra parte per una strettissima spaccatura ( grado, la difficoltà è comunque solo quella di non rimanere incastrati!), e si toccano le ghiaie della pittoresca Forcella del Cavignòn (2550 m, h 0,30 dal rifugio). 

Tagliando per aperti pendii erbosi e detritici, con ampio semicerchio si raggiunge la grande croce posta sull'Anticima Sud della Cima del Fèudo (2565 m, h 0,15 dalla forcella, libro di vetta), che domina Predazzo e la Val Gardonè. Risalendo con facilità la cresta meridionale, si raggiunge con percorso evidente la bella sommità principale della Cima del Fèudo (2632 m, h 0,10 dall'anticima): magnifiche vedute su tutte le principali cime del Latemar, nonchè su Sassolungo, Sella, Marmolada, Pale di San Martino e Lagorài. Bella anche l'osservazione della tormentata cresta rocciosa che unisce Cima del Fèudo al Primo Pizzo dei Muss

Tornati al Rifugio Torre di Pisa (h 0,40 dalla cima), si può ovviamente scendere per l'itinerario di salita, oppure in quest'altro modo: si prosegue lungo il sentiero n° 516, che scende per facili roccette alla base del piccolo circo ghiaioso dove si possono notare la caratteristica Torre di Pisa, il Battistero e la Porta del Latemar, alcune delle più pittoresche strutture rocciose della zona. Superato un colletto alla base della Cima di Valsorda, si scende sui ghiaioni dei Lastèi di Valsorda. Con scarsi saliscendi, si passa alla base delle pareti rocciose della Cima di Valsorda fino allo stacco del sentiero n° 18 (a sinistra): con faticosa ma breve salita, si rimontano i ripidi ghiaioni e si riesce sulla larga insellatura della Forcella dei Camosci (2636 m, h 0,45 dal rifugio). 

Disceso un breve canalino nerastro (corda fissa, facile), si attraversa un avvallamento detritico fino ad una successiva insellatura, da dove la traccia prende a seguire un articolato sistema di vallette racchiuse fra pareti rocciose e pinnacoli, portando alquanto a destra. Dopo un non breve tratto, il sentiero inizia a scendere decisamente per ghiaie franose, lungo un caratteristico pendio costituito da una serie di trincee naturali ("Stallo dei Camosci"). Oltre le trincee, si esce sui ripidi pendii erbosi che si discendono con lunghi tornanti fino a poco sopra l'arrivo degli impianti di risalita di Oberholz (2150 m, h 1,15 dalla forcella). 

Si segue ora per un tratto, verso sinistra, il bel sentiero n° 22 che, attraverso prati e boschi, raggiunge l'ampia pista da sci poco sotto l'arrivo di una seggiovia. Seguendo la pista in discesa, si raggiunge la bella Malga La Mèns (Maierlalm, 2037 m, h 0,15 da Oberholz). Di qui una carrareccia raggiunge in breve la strada che sale da Obereggen al Passo di Pampeàgo (asfaltata), che si raggiunge in breve. Con un'altra mezz'oretta, si ritorna alla macchina.

 

TEMPO TOTALE

h 7,00 circa

DISLIVELLO

1200 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenati

ULTIMO SOPRALLUOGO

9 settembre 2006

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - settembre

COMMENTI

Magnifico giro ad anello, in ambiente panoramico e spettacolare per le ardite strutture rocciose. Molto piacevole la traversata della cresta del Cavignòn, fino a Cima del Fèudo, ed interessante e consigliata anche la breve salita alla pala rocciosa della Cima di Valbona. Bella anche la discesa dalla Forcella dei Camosci, per l'ambiente caratteristico ed inconsueto. Faticoso, non tanto per il dislivello, quanto per il lungo sviluppo.