Traversata del Buffàure

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 06

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DELLA MARMOLADA)

SCHEDA N. 9

 

FOTO NOTEVOLI

LA CRESTA DEL BUFFÀURE E LA TESTATA DELLA VERDE VAL GIUMÈLA DALL'AMPIA SELLA DEL BRUNEC' 

IL MASSICCIO DELLA MARMOLADA DALLA SOMMITÀ DEL SU L'AUT

LA BUCOLICA VAL DI CRÈPA ED IL GRUPPO DEL CATINACCIO DAI PRATI DEL PIAN DE SELLE

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Risalita la valle fino a Predazzo, si prosegue lungo la Val di Fassa raggiungendo Pozza di Fassa (54 km da Egna-Ora);

b) Da Bolzano Nord (uscita della A22 del Brennero) si risale interamente la caratteristica Val d'Ega e, attraverso Ponte Nova e Nova Levante, si raggiunge il Passo di Costalunga (1743 m). Da qui si scende in breve a Vigo di Fassa e, proseguendo lungo la Val di Fassa, a Pozza di Fassa (41 km da Bolzano Nord).

Da Pozza si supera l'Avisio e si raggiunge la frazione Mèida, da dove si risalgono brevemente le vie del paese verso le pendici del Sass de Peredafèch, fino all'inizio di un sentiero nel bosco (segnavia n°  643).

 

ITINERARIO

Il sentiero, all'inizio in moderata pendenza, traversa lungamente nel fitto bosco, selvaggio e solitario. Superato il tracciato delle telecabine del Buffàure, si continua a mezzacosta rimanendo alti sul fondo della bassa Valle di San Nicolò. Con salita più decisa, si incontra una labile traccia proveniente da destra (dal fondovalle) e, con un'ultima ripida serie di tornanti, si raggiunge infine l'ampio ripiano prativo su cui sorge il bel Rifugio Buffàure (2044 m, h 1,30). Nei pressi sorge la nuova stazione della cabinovia proveniente da Mèida (eventuale alternativa di accesso per i meno allenati). 

Trascurata la nuova seggiovia per il Col Valvacìn, si prende la larga pista da sci (segnavia n° 613) che risale un breve pendio verso destra, fino ad un nuovo ripiano con tabià ed un piccolo bar (Baita Cuz, 2120 m circa, h 0,20 dal rifugio): nei pressi sorge il nuovo Giardino Alpino del Buffàure, ricco di esemplari botanici della zona. 

Proseguendo per vasti prati, si tralascia una diramazione sulla destra (seguendola per breve tratto, bella veduta sulla testata di Valle di San Nicolò), e si prendono a risalire con ampi tornanti i ripidi pendii erbosi del Col Valvacìn, su cui campeggia la stazione di arrivo della seggiovia: attraversatone il tracciato, si raggiunge in breve la cima, da cui si gode di ampia veduta sui sottogruppi Monzòni - Vallaccia e Costabella - Uomo. Sull'altro versante, la vista spazia dal Catinaccio al Sassolungo al Sella. 

Da qui il sentiero si immette sulla stretta e panoramica cresta erbosa che separa la ridente Val Giumèla (a sinistra) dalla più profonda Valle di San Nicolò: un tratto di salita decisa (qualche tornante) permette di toccare la piccola vetta erbosa del Sass de Dama (2430 m, h 1,15 dal Rifugio Buffàure), da cui si gode di una vista circolare di particolare bellezza. Una ripida discesa dall'altra parte fa perdere un po' di quota, poi con lungo saliscendi il sentiero percorre la cresta (alcune roccette vengono evitate sul versante Giumèla) finchè, tagliati alla base i ripidi prati terminali del Sass Porcèl (2490 m), si risale brevemente all'ampia insellatura verdeggiante della Sella del Brunec' (2428 m, h 0,30 dal Sass de Dama). Da qui, sono possibili comodi collegamenti con la conca del Ciampàc' o col Passo di San Nicolò (vedi itinerario Anello del Passo di San Nicolò). Purtroppo, negli ultimi anni sulla sella è stata costruita la stazione a monte di una seggiovia che sale dal Ciampàc', in funzione anche d'estate! Belli comunque gli scorci sul Collac' e su Marmolada - Gran Vernèl

Dalla sella si prende una traccia che risale il ripido pendio erboso di sinistra, che ben presto si assottiglia a cresta e raggiunge un'ampia spalla erbosa: proseguendo brevemente sulla sinistra, superata qualche elementare roccetta, si sale in vetta al Su l'Aut (2515 m, h 0,20 dalla Sella del Brunec'), la cima più elevata del sottogruppo del Buffàure. Magnifica veduta su tutti i gruppi fassani, ed in particolare su Sassolungo, Sella e Marmolada. La verdissima Val Giumèla scende verso Ovest, inquadrando il Catinaccio. Di fronte, troneggia la scura Crèpa Nèigra, mentre in basso si estende l'intrico di impianti di risalita e posti di ristoro della conca del Ciampàc'

Tornati alla spalla erbosa, si segue la cresta di destra che dapprima in discesa, poi con lievi saliscendi, attraversa tutta la testata della pittoresca Val di Crèpa fino all'ampia depressione erbosa del Pian de Selle (2361 m, h 0,45 dalla Sella del Brunec'), che si apre al piede della Crèpa Nèigra e che mette in comunicazione la conca del Ciampàc' con la già citata Val di Crèpa. 

Incontrato il sentiero n°  645, lo si segue scendendo (a sinistra) i ripidi prati della Val di Crèpa, fino ad un primo gruppo di casolari (Pòze, 2185 m), dai quali la traccia prosegue pressochè pianeggiante sul fondo dell'amena valletta: gruppi di tabià sparsi tra i prati, bestiame al pascolo e tanta tranquillità fanno di questa valle una vera perla di natura quasi incontaminata. Raggiunta la soglia glaciale presso un ultimo gruppo di fienili, si attraversa un cancello e si prende a scendere molto ripidamente con una serie di tornanti nel fitto bosco. Con lunga discesa, si raggiunge una esigua radura, dove sorgono i casolari di Duìn, da cui un nuovo tratto ripidissimo fa perdere altra quota nel bosco. Superata una placchetta (corda fissa), si prosegue la discesa tra gli alberi, nel bosco sempre più precipite, fino a sbucare sulla passeggiata del Lungo Avisio nei pressi di Fontanazzo di Sotto (1396 m, h 1,45 dal Pian de Selle). 

Da qui, con mezzi pubblici o a piedi (h 1,30 circa) nuovamente a Pozza.  

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa (più l'eventuale ritorno a piedi)

DISLIVELLO

1100 m circa 

DIFFICOLTA’

E allenati

ULTIMO SOPRALLUOGO

24 agosto 2003

PERIODO CONSIGLIATO

maggio - ottobre 

COMMENTI

Itinerario un po' insolito ma affascinante: non si incontrano rocce o ghiaioni, molto comuni in queste zone, ma solo tanti riposanti prati. Certo, le creste sono a tratti aeree, ma comunque mai esposte, e le vedute molto spettacolari e di ampio respiro. Molto forte anche il contrasto tra la prima parte, in cui si attraversa un ambiente fortemente antropizzato, e la seconda lungo la solitaria Val di Crèpa: con un po' di fortuna, si può sperare di essere gli unici esseri umani in questo incantevole angolo di Dolomiti!