Sent. Att. "B. Federspiel" e Sasso delle Undici

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 06

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DELLA MARMOLADA)

SCHEDA N. 10

 

FOTO NOTEVOLI

DALLE PENDICI DELLA PUNTA DELLE SELLE VERSO IL PASSO DELLE SELLE ED IL VECCHIO OMONIMO RIFUGIO (OGGI RICOSTRUITO): ALLE SPALLE LE CIME DELLA CRESTA DI COSTABELLA

L'INTERESSANTE BARACCAMENTO AUSTRIACO CHE SI INCONTRA SCENDENDO LUNGO IL VERSANTE NORD-OCCIDENTALE DELLA PUNTA D'ALLOCHÈT

DALLA VETTA DELLO SPIZ DE TARICIÒGN VERSO LA CATENA COSTABELLA-UOMO E LA RETROSTANTE MARMOLADA

LA PRIMA PARTE DELLA CRESTA, DAL PASSO DELLE SELLE ALLA PUNTA D'ALLOCHÈT, DAI PASCOLI DELLA CAMPAGNACCIA

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Risalita la valle fino a Predazzo, si prosegue lungo la Val di Fassa raggiungendo Moèna (47 km da Egna-Ora). Di qui si svolta a destra e si risale la pittoresca Valle di San Pellegrino fino al Passo di San Pellegrino (1919 m, 12 km da Moèna).;

b) Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Belluno, da dove si risale la Val Cordevole fino a Cencenìghe Agordino (47 km da Pian di Vedoia). Qui si imbocca la strada della Valle del Biòis che, attraverso Canale d'Àgordo e Falcàde, raggiunge il Passo di San Pellegrino (1919 m, 18 km da Cencenìghe, di cui gli ultimi molto ripidi).

 

ITINERARIO

Dal passo, seguendo l'itinerario Al Passo delle Selle si raggiunge il Rifugio Passo delle Selle (2529 m, h 1,15 dalla stazione a monte della Seggiovia Costabella, h 1,55 partendo a piedi dal passo).

Trascurate la prosecuzione del sentiero n° 604, che scende in Valle delle Selle verso la Malga Monzòni (eventuale variante di accesso, forse più comoda logisticamente ma più faticosa) e, verso destra, la traccia 637 dell'Alta Via Bepi Zac, si prende il sentiero di sinistra (n° 616, "Alta Via Bruno Federspiel") che segue fedelmente il filo di cresta tra la Valle di San Pellegrino e la Valle dei Monzòni. 

La cresta è sottile, ma l'esposizione è limitata dal fatto che sovrasta principalmente ripidissimi pendii erbosi, scarsamente dirupati. Tra numerosi resti di baraccamenti e caverne di guerra, si raggiunge velocemente una prima sommità (Punta delle Selle, 2593 m), da cui si gode già di ampia visuale su Pale di San Martino e, dall'altra parte, su Catinaccio, Sassolungo e Sella. 

Scesi dall'altra parte, la traccia si fa via via più esposta, mentre tra roccette ed erba prosegue a seguire tortuosamente il filo di cresta; un altro tratto di salita porta sulla vetta della Punta d'Allochèt (2582 m, h 0,40 dal passo), su cui sorge una croce ed un cippo commemorativo della conquista italiana (di breve durata) di questa sommità. 

Scendendo per breve tratto sull'altro versante, si supera ancora un consistente baraccamento austriaco e si raggiunge in breve l'inizio della cresta vera e propria dei Monzòni, caratterizzata da evidentissimi, scuri affioramenti lavici (Forcella dei Rizzòni, h 0,20 dalla Punta d'Allochèt). 

Risalito un ripido pendio erboso (qualche fittone, ma senza corda fissa), si aggira la testata di un ampio, orrido canalone detritico e roccioso che sprofonda verso la Valle dei Monzòni: al termine, il sentierino di guerra prosegue mantenendosi sempre sul versante Monzòni, traversando pressochè in quota alla base delle scure paretine terminali delle varie elevazioni dei Rizzòni. Alcuni passaggi, su placche lisce, sono attrezzati con corda fissa (senza spreco!) e con un ponticello e richiedono comunque attenzione. Superato con alcuni pioli un corto caminetto (passo più difficile, comunque poco impegnativo), si arriva ad una sella erbosa alla base della punta più elevata dei Rizzòni (Spiz de Tariciògn, 2647 m): trascurando la prosecuzione del sentierino di guerra, si attraversa la sella e, seguendo i segni rossi, si risale il ripidissimo pendio erboso sul versante di San Pellegrino fino alla sommità (h 0,45 dalla Forcella dei Rizzòni): magnifica veduta sulla Val dei Monzòni e sul sottogruppo della Vallaccia

Una ripidissima traccia divalla sul versante opposto per prati e detriti (attenzione) e, con qualche passo esposto su prati quasi verticali, raggiunge la larga sella erbosa della Forcella Ricoletta (2431 m, h 0,15 dalla vetta): cartelli indicano la possibilità di scendere a sinistra verso Fango, in Valle di San Pellegrino, in h 2,00. Sconsigliabile, invece, la discesa verso il Rifugio Taramelli, come suggerito in alcune pubblicazioni: il canale detritico, oltre ad essere ripidissimo e friabile, sembra privo di qualsiasi traccia. 

Il Sentiero Federspiel continua invece risalendo il pendio erboso di fronte, mantenendosi sul versante di San Pellegrino: passa poco sotto la sommità della Punta Ricoletta (2512 m, raggiungibile in pochi passi dal sentierino) e, attraversato un intaglio, risale i ripidissimi prati sommitali della Cima Malinverno (2630 m, h 0,30 dalla Forcella Ricoletta), su cui campeggia una piccola croce. Magnifica vista sul sottogruppo della Vallaccia, sulla Catena di Bocche e su tutta la media e bassa Valle di San Nicolò. Curiose le vedute anche sul Latemar (il versante interno, che si presenta come un ampio anfiteatro detritico) e su Catinaccio e Marmolada

Dalla cima si scende per la cresta Nord-Ovest (indicazioni), attraverso roccette ed infidi, ripidissimi prati (attenzione): un canalino erboso viene disceso sfruttando le tacche nell'erba a guisa di scala, fino a ritrovarsi alla base delle rocce, nel vasto anfiteatro prativo chiamato Cadin Brùt. Si traversa la conca, mantenendosi molto alti sempre su terreno delicato e friabile, per poi rimontare un altro canalino che riporta sulla cresta. Seguendola con diversi saliscendi, ora con percorso meno precario, si abbandonano le rocce laviche per ritornare sul grigio calcare, proprio poco prima della larga insellatura della Costella (2529 m, h 1,00 dalla Cima Malinverno), aperta alla base della piramide finale della Punta della Vallaccia (raggiungibile in una ventina di minuti). 

Trascurato il sentiero diretto a Rònc (Valle di San Pellegrino, vedi anche itinerario Traversata Piz Mèda - La Costella), si scende a destra per un ripido ghiaione (attenzione alle scivolate) rasentando alla base la parete Est della Punta della Vallaccia, fino ad un bivio: proseguendo la discesa, in una ventina di minuti si raggiungerebbe il Rifugio Vallaccia ma, se si hanno ancora energie, è consigliabile prendere la traccia di sinistra, che rimonta il ripido ghiaione in direzione della vicina Forcella della Vallaccia. Lasciata poco più sopra la forcella, una traccia prosegue in leggera salita tagliando le pendici della cresta del Sasso delle Undici, tra prati e detriti: dopo un po' la traccia si perde, ma è sufficiente mantenersi in quota per incrociare, più avanti, la ben segnata traccia proveniente da Gardeccia che, con una serie di tornanti, consente di toccare la spaziosa vetta erbosa del Sasso delle Undici (2501 m, h 0,35 dalla Costella). Impressionante veduta sulla Vallaccia, nella quale sprofonda l'altissima parete occidentale, e su tutta la media ed alta Val di Fassa, dal Catinaccio al Sassolungo ed al Sella

Seguito per un tratto a ritroso il sentiero dell'andata, lo si abbandona all'altezza della vasta conca erbosa tra Sasso delle Undici e Sasso Morìn: tagliando per i prati, si va a raggiungere una labile traccia che conduce ad una sella alla base del Sasso Morìn, da dove una ripida discesa per un canalino erboso conduce proprio di fronte al Rifugio Vallaccia (2275 m, h 0,20 dal Sasso delle Undici). 

Di qui, scendendo per i pascoli di Gardeccia, si arriva alla Malga Monzòni e, superata la Baita Monzòni, si raggiunge il parcheggio della Valle dei Monzòni (h 0,45 dal Rifugio Vallaccia).   

 

TEMPO TOTALE

h 6,30 - 7,00

DISLIVELLO

1200 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenati

ULTIMO SOPRALLUOGO

19 agosto 2006

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - settembre 

COMMENTI

Bell'itinerario, molto panoramico e di ampio respiro. Interessante anche per la visita alle postazioni di guerra sulla cresta dei Monzòni, presenta qualche punto lievemente esposto ma, comunque, mai troppo impegnativo. Un po' faticoso per i continui saliscendi della cresta, in qualche punto occorre comunque piede sicuro per l'estrema ripidezza dei pendii prativi. Meritevole, anche se richiede un surplus di fatica, la salita al Sasso delle Undici.