Traversata Piz Mèda - La Costella

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 06

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DELLA MARMOLADA)

SCHEDA N. 20

 

PUNTO DI PARTENZA

DALLA COSTELLA VERSO IL PIZ MÈDA E L'AMPIO CRESTONE PERCORSO

DALLA COSTELLA VERSO IL GRUPPO DI SELLA

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Risalita la valle fino a Predazzo, si prosegue lungo la Val di Fassa raggiungendo Moèna (47 km da Egna-Ora). Di qui si svolta a destra e si risale la pittoresca Valle di San Pellegrino: si supera la stazione a valle delle telecabine del Passo Lusia e, attraversato il torrente su un ponte, si lascia l'auto in un piccolo parcheggio all'inizio di una sterrata sulla sinistra (località Ronc, 1410 m circa, 5 km da Moèna).

b) Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Belluno, da dove si risale la Val Cordevole fino a Cencenìghe Agordino (47 km da Pian di Vedoia). Qui si imbocca la strada della Valle del Biòis che, attraverso Canale d'Àgordo e Falcàde, raggiunge il Passo di San Pellegrino (1919 m, 18 km da Cencenìghe, di cui gli ultimi molto ripidi). Si scende quindi verso Moèna fino a poco prima delle telecabine del Passo Lusia: si attraversa il torrente su un ponte e si lascia l'auto in un piccolo parcheggio all'inizio di una sterrata sulla sinistra (località Ronc, 1410 m circa, 7,5 km dal Passo di San Pellegrino).

 

ITINERARIO

Si segue la rotabile sterrata (cartelli e segnavia bianco-rossi n° 624) che sale ripida con un tornante alla soprastante costa prativa, passa vicino ad una bella baita ed entra poi nel bosco fitto di larici ed abeti. Presto il tracciato diventa mulattiera e, con alcuni tornanti, si va a congiungere ad una larga strada forestale che si stacca dalla strada del Passo di San Pellegrino più a monte di Ronc. 

Comunque, si segue la forestale verso sinistra, si supera una piazzola da cui stacca il Sentiero Forestale "Col del Toàl de la Fòa" (tabella) e si entra nella parte bassa della stretta Val Pizmèda. Con alcuni strappi ripidi, la forestale, divenuta sentiero, raggiunge il fondo della valletta e lo attraversa su un robusto ponte (1603 m, h 0,50). Con alcuni lunghi tornanti, la mulattiera prende quota sulle falde boscose del Piz Mèda (2200 m), di cui si indovinano i rocciosi pendii sommitali. Lasciato a sinistra lo stacco di un nuovo sentiero forestale diretto a Somèda, la traccia taglia un ripido pendio e, con un ulteriore tornante, raggiunge una spalla erbosa, dove sorge una splendida piccola baita aperta al pubblico (1882 m, h 0,25 dal ponte). 

Qui si abbandona il segnavia n° 624, diretto alla Costella ed alla Val dei Monzòni, per prendere una labile traccia a sinistra: conviene all'inizio seguire una specie di steccato sull'orlo della radura, al termine del quale si incontrano nuovamente dei segnavia che guidano nel bosco fino ad una successiva ampia radura, con bella vista sul Gruppo di Bocche. Continuando a salire nel bosco, in ambiente naturale pregevole, si guadagna quota velocemente: piegando quindi decisamente a sinistra, si tagliano con modesti saliscendi gli scoscesi pendii boscosi fino alla larga sella erbosa alla base della cresta finale del Piz Mèda (2150 m circa, h 0,35 dalla piccola baita). Qui si può giungere anche dal versante opposto seguendo l'itinerario Piz Mèda, lungo la Val del Vènt. 

Seguendo ora l'esile crestina, si giunge all'attacco dell'evidente canalone detritico che solca il versante Nord-Est della montagna: per scomode, friabilissime ghiaie si risale il primo tratto del canale (attenzione ai sassi!), per poi uscirne verso destra prima di una strozzatura. Per ripidi pendii erbosi si monta sulla panoramica cresta sommitale, che consente di raggiungere con facilità e velocemente l'erbosa e spaziosa vetta del Piz Mèda (2200 m, h 0,10 dalla sella erbosa). Poco più in basso, verso l'abitato di Moèna, è infisso un grosso palo di larice. Vista eccezionale su Bocche, Latemar, Catinaccio e Monzòni-Vallaccia

Ritornati alla base del canalone, si segue l'ampia cresta erbosa, fra radi larici, tendendo a sinistra ed andando ad incrociare l'evidente traccia n° 616, proveniente dalla Val del Vènt, presso una conca erbosa. La traccia risale con un tornante il pendio di sinistra, fino ad un'altra conca alla base del cono terminale del Sasso di Croce (2194 m, raggiungibile con brevissima deviazione: la grossa croce sulla vetta giustifica il nome). 

La traccia, con percorso non troppo evidente, si porta invece sul versante fassano, e taglia al limite delle rocce una serie di paretine, altissima sull'abitato di Soràga. Ripresa la salita, in questo tratto veramente ripida, il sentiero supera un erto pendio detritico, transita presso un isolato pennone dall'incerto significato e raggiunge nuovamente il filo di cresta presso l'ampia Forcella di Toalàc' (2393 m, h 1,15 dal Piz Mèda). 

Da qui, l'orografia è alquanto complicata: un ripido valloncello erboso sale verso la cresta superiore della Vallaccia, contenuto a destra da ripide paretine rocciose; in alto a sinistra si individua il Sass de la Giòna, ai piedi del quale si apre la piccola Busa di Barànchie. Alla testata del valloncello, sopra una fascia rocciosa, si notano contro il cielo alcuni cartelli segnaletici. Si segue per una traccia, all'inizio ben marcata, il valloncello: raggiunta una conca di grandi massi, la traccia si perde, ma seguendo i numerosi ometti di pietra si raggiunge la testata del vallonetto, alla base della fascia rocciosa. Per una breve traccia, con poche svolte si raggiungono i cartelli, dai quali appare da un lato l'elegante cima rocciosa della Mezza Luna (2628 m) e, dall'altra, l'ampia insellatura detritica della Costella, raggiungibile in pochi minuti (2491 m, h 1,00 dalla Forcella di Toalàc'). Si apre la vista sull'alta Valle dei Monzòni, sulla Marmolada, sulle creste dei Monzòni e di Costabella, oltre che su Bocche e Pale di San Martino

Da qui è possibile scendere verso Nord in Valle dei Monzòni (vedi anche itinerario Punta della Vallaccia). Si scende invece verso Sud, sul versante San Pellegrino: mancano tracce, ma isolati segnavia guidano, con un po' d'attenzione, il cammino. Superato un dosso erboso a sinistra, si scende nell'ampia conca prativa del Cadin Bel: proseguendo la discesa, si taglia alla base di scure paretine per traccia più evidente fino ad un bivio. Trascurata la traccia principale, diretta all'attiguo Cadin Brut ed alla visibile Cima Malinverno (questa traccia è una variante bassa del Sentiero "B. Federspiel"), si scende decisamente, sempre per saltuarie tracce poco marcate. 

Raggiunta una verde conca presso il ruscello, dove sorgono i pochi ruderi delle Baite Làste (2110 m, h 0,40 dalla Costella), si passa per un abbeveratoio e, sulla destra del vallone, si scende con meno decisione. Si arriva dopo poco, presso una panchina, allo stacco superiore del sentiero forestale "Col de Toàl de la Fòa": proseguendo sul sentiero principale, si va a ricongiungersi con l'itinerario di salita presso la piccola baita aperta al pubblico (1882 m) e da qui a Ronc. Altrimenti, si può seguire il sentiero forestale: questo taglia a sinistra una serie di ruscelli, poi, marcato dai segnavia forestali azzurri, rimonta con decisione il fitto bosco fino alla radura poco sotto la cima del Col de Toàl de la Fòa (1967 m). Da qui, seguendo alcuni pali con segni azzurri, ci si cala nel bosco veramente ripido (faticoso!) per uscirne presso la piazzola sulla forestale già percorsa in salita (h 0,50 dall'inizio del sentiero forestale, h 1,30 dalle Baite Làste). 

Da qui, lungo il percorso di salita, in breve a Ronc (h 0,20). 

 

TEMPO TOTALE

h 7,00 circa

DISLIVELLO

1200 m circa 

DIFFICOLTA’

E (attenzione all'orientamento in caso di nebbia)

ULTIMO SOPRALLUOGO

29 ottobre 2005

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Bell'itinerario, alla scoperta di luoghi panoramici ma poco conosciuti. Bellissimo il panorama dalla vetta del Piz Mèda, bella cima che meriterebbe una gita anche da sola. La successiva risalita del crestone verso la Costella è tanto facile quanto sorprendente per l'inaspettata complessità dell'orografia. La discesa dalla Costella verso Ronc si svolge in un ambiente distensivo ma quanto mai selvaggio, anche a causa delle incerte tracce del sentiero 624. Tra l'altro, attenzione a non farsi fuorviare dalla cartina: sia il tracciato del sentiero 616 che quello del 624 sono sensibilmente diversi nella realtà!